Il D-day è sempre più vicino per l’automotive Ue. Trump: “Dazi del 25% sulle auto importate”. Von der Leyen non si arrende. Quanto rischiano davvero i produttori dell’Ue?
Le cattive notizie non sono ancora finite per l’industria dell’auto europea: il temuto D-day è sempre più vicino. Il presidente Usa Donald Trump ha annunciato che dal 2 aprile introdurrà nuovi dazi del 25 su tutte le auto importate negli Stati Uniti su tutti i veicoli prodotti fuori dagli Usa. Von der Leyen si è detta “profondamente rammaricata”, ma ha anche sottolineato che l’Ue continuerà a cercare soluzioni negoziate, salvaguardando al contempo i suoi interessi economici”. Trump punta a raccogliere 100 miliardi di dollari. Quanto rischiano davvero le case automotive dell’Ue?
DAZI SULLE AUTO IN ARRIVO
La missione del commissario Ue per il commercio, Maroš Šefcovic, a Washington sembra essersi rivelata un buco nell’acqua. «Procederemo con dazi permanenti del 25%», ha tuonato il tycoon dallo Studio Ovale, proprio il giorno dopo l’incontro con il rappresentante di Bruxelles.
La Casa Bianca spera invece di raccogliere 100 miliardi di dollari per poter tagliare le tasse federali e rilanciare l’industria nazionale. Tuttavia, le sanzioni potrebbero avere effetti importanti anche sull’automotive statunitense. Infatti, i produttori Usa sono dipendenti dalle catene di fornitura globali. Basti pensare che Gm assembla all’estero il 40% dei veicoli venduti in Usa, Ford il 20%.
Di conseguenza, le case auto rischiano di dover fronteggiare un aumento dei prezzi al consumo e un rallentamento delle vendite.
Le tariffe si applicheranno anche alle auto importate da Canada e Messico, i due maggiori partner commerciali, legati da un accordo di libero scambio. Ma non è noto se colpiranno anche i componenti. Secondo le ultime ricostruzioni l’unica eccezione alle sanzioni dovrebbe riguardare content e materiali con origine Usa inseriti in vetture in Canada e Messico.
QUANTO RISCHIA L’AUTOMOTIVE UE?
Le case automobilistiche dell’Ue rischiano grosso. Nel 2024 i produttori hanno spedito oltreoceano veicoli per 38,4 miliardi di euro. Numeri che conferiscono agli Usa il primato di principale mercato per l’export europeo di auto, con un quarto del totale delle esportazioni del settore. Circa metà della auto vendute negli Stati Uniti ogni anno, quasi 8 milioni per un valore di 244 miliardi, sono assemblati all’estero, secondo S&P Global Mobility.
La maggior parte dei marchi internazionali arriva negli Usa dal Messico. Infatti, il Paese sudamericano è il principale esportatore sul mercato americano di vetture europee e non. Alle spalle del Messico troviamo Corea del Sud, Giappone, Canada, Germania, Gran Bretagna.
“Quello di Donald Trump è stato alla fine un duro colpo inflitto all’auto su scala globale, con danni certi per i marchi dell’Unione Europea. I nuovi dazi del 25% dall’inizio del mese prossimo riguardano tutte le auto importate negli Usa e prodotte all’estero, e anche una serie di componenti. Il nuovo 25% si aggiungerà a barriere del 2,5% già presenti sulle auto estere e al 25% esistente sui light truck, i veicoli classificati come autocarri leggeri e fino a 3.860 kg di peso. La Ue ha oggi dazi sulle auto Usa del 10 per cento”, scrive Il Sole 24 Ore.
LA REAZIONE DI VON DER LEYEN AI DAZI USA
Ursula von der Leyen non si perde d’animo e promette che la Commissione continuerà a percorrere la strada della trattativa.
“L’Ue continuerà a cercare soluzioni negoziate, salvaguardando al contempo i suoi interessi economici”, ha risposto la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen dal Vecchio Continente.
“Le tariffe sono tasse: cattive per le imprese, peggio per i consumatori ugualmente negli Stati Uniti e nell’Unione europea”, ha aggiunto von der leyen secondo quanto riporta Il Corriere della Sera.