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Italia, Piano Energia

Tutte le mosse del governo italiano per l’addio al gas russo

Il piano energia dell’Italia tra nuove estrazioni e ripercussioni economiche. Ma oltre ai rigassificatori urge accelerare sulle rinnovabili

Oltrepassato il secondo mese di guerra in Ucraina, Italia ed Unione europea continuano la politica di ricerca per staccarsi dal gas russo. La settimana scorsa, Di Maio e Cingolani hanno ottenuto nuove forniture da Angola e Congo. Questi aumenti si inseriscono in un quadro più ampio che include nuove estrazioni di gas ma anche nuovi impianti rinnovabili.

IL PIANO ENERGIA ITALIANO RIPARTE DA CARBONE E GNL

Come analizzato da Repubblica qualche giorno fa, “si sta studiando come aumentare in tempi brevi l’energia prodotta da carbone e potenziare le estrazioni da giacimenti nazionali di gas naturale”. Sono sei le centrali localizzate sul nostro territorio: da qui arriva attualmente il 6% dell’energia. Ma il potenziale è maggiore. Da Civitavecchia a Brindisi e Monfalcone, se il governo aprisse nuovi impianti la percentuale sfruttata arriverebbe in doppia cifra “in tempi brevissimi”.

In termini di importazione, invece, interessa l’Australia “e probabilmente si andrà a comprare lì”. Sul gas, invece, il focus è l’Adriatico. Ma solo come terza opzione, dopo quella degli aumenti estrattivi nei giacimenti attivi e dell’aperture di nuovi pozzi. Serve quantomeno rimettere mano al Pitesai, in ogni caso.

RIGASSIFICARE E RINNOVARE NEL PIANO ENERGIA

Parallelamente, c’è la strada delle rigassificazioni e delle rinnovabili. Secondo il Corriere della Sera, dopodomani arriveranno in CdM alcune valutazioni sullo stop al gas russo. “L’esecutivo dettaglierà, a seguire, le strategie della «maggiore indipendenza energetica» da Mosca a prescindere dalle evoluzioni che prenderà la guerra in Ucraina. Per farlo Palazzo Chigi, di concerto con il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, nominerà all’interno del pacchetto energia che arriverà in Cdm un Supercommissario alle rinnovabili per approvare i progetti di nuovi impianti eolici (anche off-shore) e fotovoltaici”.

IL FRONTE EUROPEO, LE RIPERCUSSIONI ECONOMICHE

C’è poi un fronte economico delle manovre di distacco dal gas russo. “Ieri la Bundesbank li ha calcolati, per la sola Germania, in 180 miliardi di euro. Anche l’Italia, come risulta dagli scenari prospettati dagli esperti consultati dal Tesoro, rischierebbe una recessione grave”, scrivono Andrea Bassi e Gianni Bessi sul Messaggero. In caso di stop alle forniture da Mosca, “è necessario che si possano indicare misure straordinarie per giustificare l’inadempienza dei contratti con Gazprom da parte delle compagnie europee”. Gazprom è il colosso petrolifero moscovita e la Gazprombank è la banca attraverso cui fluiscono i pagamenti di gas.

“Parliamo di contratti che per il momento sono top secret, ma per i quali si può ipotizzare che prevedano un arbitrato esclusivo e non contemplino né una “clausola sanzioni” né ipotesi di forza maggiore in cui fare ricadere la situazione attuale”. Potrebbe rivelarsi necessario un fondo di garanzia, ma anche sui prezzi l’effetto sarebbe molto pesante. Secondo Christine Lagarde (Bce), “un possibile “boicottaggio economico” completo, con lo stop improvviso alle importazioni di energia dalla Russia, avrebbe un impatto economico molto forte sull’area euro”.

VERSO IL NUOVO DEF PER FAMIGLIE E IMPRESE ITALIANE

Obiettivo: “andare oltre i 6 miliardi indicati dal Def. Al momento senza ricorrere a un nuovo scostamento di bilancio”. Secondo il Sole 24 Ore, “è caccia alle risorse per poter finanziare il prossimo decreto per famiglie e imprese”.

Gli incentivi alle rinnovabili, per esempio, potrebbero ammontare a circa 2 miliardi a detta dei 5 Stelle. Poi c’è il lavoro sulla tassa agli extra-profitti. “E si starebbe anche cercando di vedere se qualcuno dei fondi del ministero dell’Economia dirottati a finanziare i decreti bollette non possa attendere ancora un po’ prima di essere coperto, liberando ulteriori risorse”. Tra gli aiuti che quindi arriverebbero a famiglie e imprese c’è un nuovo pacchetto taglia-bollette, nonché uno di contributi a fondo perduto.

 

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