Advertisement Skip to content
La Crisi Delle Aziende

Tutte le ripercussioni della guerra sulle aziende globali

Fatti, numeri e scenari sul momento delle aziende globali in difficoltà anche per via della guerra ucraina. Il report Global Data

Trentaseiesimo giorno di guerra. Il conflitto russo-ucraino non mostra segni di svolta, negoziale né militare, e le ripercussioni più o meno laterali si amplificano. Secondo Global Data, molte aziende globali stanno subendo in termini di affari e ripercussioni economiche.

QUALI AZIENDE SI DICONO GLOBALI

Coca-Cola, Carlsberg, Heineken, Unilever e Nestlè. Ma anche nel settore automotive: Ford, Jaguar e Volvo. Sono tante le aziende che tra pandemia e crisi ucraina stanno prolungando il proprio periodo di difficoltà economico-finanziarie.

IN CONCRETO, CHE SUCCEDE?

Questo cosa significa? Chiusura di stabilimenti, ad esempio. “Coca-Cola ha chiuso il suo stabilimento in Ucraina mentre Carlsberg ha chiuso i suoi birrifici. Nel frattempo, Unilever e Nestlé hanno limitato le loro operazioni in Ucraina” scrive Global Data in un focus dedicato proprio alle aziende globali.

Chi produce apparecchiature originali, invece, come le case automobilistiche ha deciso di chiudere le esportazioni verso la Russia. Ford, ad esempio, ha deciso anche di sospendere la sua joint venture russa Ford-Sollers con effetto immediato in risposta all’invasione. Dalla Francia, invece, si continua a riflettere sul futuro russo di Renault. AvtoVAZ, la società madre della principale azienda automobilistica russa, Lada, è posseduta per circa il 68% dal Gruppo Renault, fa sapere GD. Dunque, è facile intuire il peso di un eventuale abbandono del suolo moscovita da parte del colosso transalpino.

IL SETTORE FINANZIARIO

Sono molte le banche russe eliminate dal sistema dei pagamenti internazionale denominato Swift. La decisione, presa da Usa, Canada e Uk, riguarda VTB, Bank Otkritie, Novikombank, Promsvyazbank PJSC, Sovcombank PJSC e VEB.RF.

ABBIGLIAMENTO E TECH

Non mancano neppure i colossi dell’abbigliamento e della tecnologia ad aver preso sofferte ma necessarie decisioni in merito alla invasione russa in Ucraina. Inditex, H&M, IKEA, Nike, Puma, Prada, Levi Strauss & Co hanno sospeso le loro operazioni in Russia, fa sapere Global Data.

E anche Netflix, Google, Meta, Apple, Microsoft e Samsung Electronics hanno interrotto o ridotto la loro presenza nella Federazione guidata da Putin.

ALCUNI COMMENTI DEGLI ANALISTI

Insomma, il quadro è frastagliato ma indicativo del momento (ancora) delicato per le aziende globali. Chi mai, due anni e mezzo fa, avrebbe immaginato questa combo catastrofica pandemia-guerra?

Secondo Kadempally Abhinay Goud, Business Fundamentals Analyst di GlobalData, “le aziende non dovrebbero aspettarsi un rapido ritorno alla normalità. Dalle chiusure alla sospensione di potenziali investimenti e progetti in corso come il gasdotto Nord Stream 2, le interruzioni sono diffuse e richiederanno del tempo per districarsi. Lo conferma anche Cloe Legrand di GD, “le aziende si stanno ancora riprendendo dalla pandemia” dice a proposito dei colossi della birra. Problemi di approvvigionamento e di inflazione sono in testa alle preoccupazioni di queste aziende.

COSA ASPETTARCI

Dunque, c’è un immenso fronte privato che sta reagendo alla crisi ucraina. Gli asset attivi in Russia erano e sono tanti, smontare mano a mano questo castello di investimenti contribuisce a destabilizzare il Cremlino. Ma tutto questo non pare interessare Putin, il quale persiste nella sua follia da invasore. Secondo l’analista Elizabeth Read, è anche molto “facile” per le aziende ad esempio tecnologiche decidere di lasciare la Russia. “Nessuna azienda può affermare di fare tutto per questioni sociali o di governance e continuare a fare affari in un paese che ha incitato al conflitto e dove la sua tecnologia può essere utilizzata per diffondere disinformazione. Il mercato russo costituisce una piccola parte delle entrate totali per molte aziende “, dice.

Il conflitto durerà ancora settimane. I confini delle ripercussioni economiche potranno ancora cambiare.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su