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Il Nord Stream 2 è Morto?

Che fine farà il Nord Stream 2?

Il punto sul gasdotto più divisivo d’Europa. Sospeso da Scholz all’inizio della invasione russa in Ucraina, adesso viene definito morto

L’attuale crisi ucraina, scatenata dalla follia imperialista di Vladimir Putin, ha fatto capire da subito i risvolti pericolosi che avrebbe scatenato anche sul fronte energetico. Oggi siamo a due settimane esatte dall’inizio dell’invasione, ma già nei giorni precedenti le truppe moscovite si erano ammassate ai confini del paese granaio d’Europa. E, malgrado molti pensavano che lo zar del XXI° secolo si sarebbe limitato al riconoscimento formale delle già separatiste repubbliche del Donbas (Donetsk e Luhansk), i timori e gli scenari sulle ripercussioni in Europa erano già iniziati.

LO STOP DI SCHOLZ AL GASDOTTO

Era il 22 febbraio, infatti, e Olaf Scholz stoppava il Nord Stream 2. Il gasdotto che doveva o dovrebbe legare ancor più Berlino a Mosca in termini di forniture, bypassando Kyiv. Un progetto che già da tempo faceva discutere. Malvisto da Washington, la pipeline russo-tedesca è il simbolo dei rapporti troppo stretti dell’Europa con la Russia. Rapporti messi in totale discussione con l’ultima follia in Ucraina, ancora in corso, mossa da Putin.

INVASIONE UCRAINA: L’UE CONTRO IL NORD STREAM 2

Due giorni dopo la decisione del cancelliere tedesco, a Bruxelles già definivano il progetto come “morto”. Durante una conferenza online organizzata da Euractiv, infatti, Andrius Kubilius, eurodeputato lituano e membro della commissione per gli affari esteri diceva del gasdotto così:  “Nord Stream 2 è morto per sempre”. E per rincarare la dose: “Non vedo come potrebbe essere riavviato. Forse se la Russia diventasse democratica”.

IL GASDOTTO FERMA LE ARMI?

La successione degli eventi in Ucraina e le riflessioni dei membri Ue su come provare a sganciarsi dalla dipendenza energetica da Mosca non ha però escluso riflessioni più ciniche. Come dichiarato sulle colonne di Energia Oltre, lo storico ed economista Giulio Sapelli esprimeva i suoi favori sulla soluzione Nord Stream 2 come “condizione allo stop alle armi”.

D’altronde, “i Russi non si possono permettere di non vendere il gas e noi ne abbiamo bisogno”. Ed è anche vero che trattandosi di una infrastruttura pesante e già pronta, rappresenta un vincolo fisico non da poco.

NO. NORD STREAM 2 STA DAVVERO MORENDO

L’intervista era del 24 febbraio, ad inizio invasione. Nel frattempo le devastazioni in Ucraina proseguono. Già a fine mese, Manuela Schwesig – premier tedesco del Meclemburgo-Pomerania Anteriore – invocava la liquidazione della fondazione creata con una donazione di 20 milioni di euro dalla Nord Stream 2 AG, interamente di proprietà di Gazprom, e 200.000 euro dal governo statale.

E NON PRESENTA CAUSA D’INSOLVENZA

“Non confermiamo le notizie dei media secondo cui Nord Stream 2 ha presentato istanza di fallimento. La società ha informato le autorità locali solo che la società doveva risolvere i contratti con i dipendenti a seguito dell’imposizione di sanzioni statunitensi alla società” faceva sapere la filiale tedesca della società del gasdotto.

Di più, come comunicato sul proprio sito, la filiale tedesca della società operativa Nord Stream 2 “Gas for Europe GmbH”, di recente creazione, ha previsto di essere liquidata.

NORD STREAM 2 SI SVALUTA

Insomma, niente di buono per la pipeline russa. Anzi. L’utility tedesca Uniper è diventata l’ultima azienda a svalutare la sua esposizione finanziaria al progetto di gasdotto Nord Stream 2 sospeso e ha svelato un processo di vendita per la sua filiale russa in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.

LE MOSSE AMERICANE CONTRO IL GASDOTTO RUSSO

Infine, ma non per ordine d’importanza, le mosse statunitensi. Il Nord Stream 2, il gasdotto che lega (o legava) ancor più Russia e Germania in termini di forniture di gas è “morto e non può essere resuscitato”. Il giudizio così forte arriva dalla sottosegretaria agli Esteri americana, Victoria Nuland, in un’audizione al Senato. Qui lo ha definito “un grosso pezzo di metallo in fondo al mare” che però non pare avere futuro.

Già da giorni tutto il blocco occidentale sta sanzionando pesantemente Mosca, gli oligarchi e tutto il mondo putiniano. Ma l’altra via è isolare il Cremlino sulle forniture di gas. Ecco perché, come riporta l’Ansa, “il presidente ha annunciato un ordine esecutivo che vieta l’import in Usa di petrolio, gas e carbone russi, oltre a nuovi investimenti americani diretti o indiretti nel settore energetico di quel Paese, mentre tutte le major si sono già ritirate (ultima la Shell)”.

Anche Londra si è allineata e Tokyo arriverà presto. Obiettivo: azzerare le sue forniture di gas e petrolio dalla Russia già entro la fine del 2022. In Germania sono altrettanto sicuri: “Se Putin taglia la consegna di fonti energetiche, la Germania è preparata”, ha replicato il vicecancelliere tedesco Robert Habeck.

Insomma, la Russia è sempre più sola. Le strategie energetiche dell’Occidente accompagneranno ancora i prossimi giorni di tensione con Mosca. Che fine farà il Nord Stream 2 in tutto ciò?

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