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Convegno Indipendenza Energia

Tutte le strategie dell’Italia per raggiungere l’indipendenza energetica

Le posizioni di istituzioni e aziende sono state espresse nel corso del convegno “Indipendenza energetica dal 2050. La parola alle imprese: come riuscirci”, promosso oggi alla Camera dal responsabile Energia di Forza Italia, Luca Squeri

Attori istituzionali e rappresentanti del mondo dell’impresa per discutere, insieme, di una transizione energetica compatibile con la stabilità dell’economia italiana e per individuare nuove fonti e tecnologie di approvvigionamento energetico. Questi i principali temi al centro del convegno “Indipendenza energetica dal 2050. La parola alle imprese: come riuscirci”, che si è svolto oggi a Roma, nella Sala della Regina della Camera dei Deputati, su iniziativa del responsabile Energia di Forza Italia, Luca Squeri. 

FABBRI (ANSALDO): INDIPENDENZA ENERGETICA NON È AUTARCHIA

“Considerando gli sforzi che vengono fatti per gestire e spostare le poche tonnellate di scorie nucleari che abbiamo attualmente, immagino lo sforzo che la politica, la società e i media dovranno fare per convincere a installare i primi reattori di terza o di quarta generazione sul territorio italiano”. Lo ha dichiarato l’Ad di Ansaldo Energia, Fabrizio Fabbri, che ha aggiunto: “noi siamo circondati da Paesi che hanno energia nucleare, quindi il tema sul tema della sicurezza va considerato anche questo. L’indipendenza energetica non è autarchia. Le fonti energetiche devono essere differenziate il più possibile, io credo in un mix bilanciato”.

PULITI: SAIPEM PERFETTAMENTE EQUIPAGGIATA PER GUARDARE AL FUTURO

“Sicuramente per raggiungere l’indipendenza energetica al 2050 dovremo utilizzare tutte le tecnologie che abbiamo o a cui possiamo accedere, questo è l’unico modo per approcciare il problema in modo da raggiungere una soluzione”, ha spiegato l’Ad di Saipem, Alessandro Puliti.

“Saipem – ha aggiunto Puliti – è un grande general contractor, quindi costruiamo impianti energetici per i clienti che ce lo richiedono. Siamo presenti in tutta la filiera dell’energia tradizionale, che è quella legata al settore oil e gas. Negli scorsi anni, però, il nostro focus si è spostato anche sulle fonti rinnovabili e siamo diventati fra i primi nella costruzione della fondazione per gli impianti eolici offshore, sia fissi che galleggianti. Saipem sta guardando anche ad altre prospettive per offrire tecnologie per migliorare l’approvvigionamento energetico, ad esempio le tecnologie per l’installazione di nuove pipeline, ma anche i cavi di potenza che possono collegare diverse regioni al sistema elettrico nazionale, oltre che alla rete dei metanodotti nazionali. Saipem – ha concluso Puliti – è perfettamente equipaggiata per guardare al futuro, per offrire ai clienti soluzioni che vanno sia nella direzione dell’indipendenza che della transizione energetica, che nella nostra visione vanno di pari passo”.

PICHETTO: L’ITALIA È IN POLE POSITION PER GUARDARE AL FUTURO

È intervenuto poi il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin: “le grandi imprese energetiche del nostro Paese ci portano a pensare ad un futuro di sicurezza molto diverso da quello in cui ci siamo trovati a seguito del conflitto in Ucraina e nel mezzo della transizione, che è appena iniziata ed è in corso. L’Italia possiede le conoscenze, le università e le imprese, ed è quindi in pole position per guardare al futuro. A noi, parte politica, spetta dare un quadro regolatorio che si pronto, appena arriva l’istanza, a dire ‘sì’. Questa è la nostra sfida ed è quello che dobbiamo fare”.

MAZZONCINI (A2A): ITALIA PUÒ ARRIVARE AD UN 59% DI AUTONOMIA

“L’Italia è entrata nella situazione di crisi energetica post guerra con un livello di autonomia bassissimo – ha affermato l’Ad di A2A, Renato Mazzoncini -, che noi abbiamo stimato del 22,5% contro una media europea del 39%. Abbiamo quindi sofferto più di altri Paesi. Ci siamo poi chiesti qual è il livello massimo di autonomia energetica a cui il nostro Paese potrebbe arrivare e, in base allo studio che abbiamo condotto, è del 59%. Ad un livello del 100% è molto difficile che potremo arrivare, quindi serve una politica energetica europea. Senza una pianificazione europea difficilmente i Paesi Ue potranno essere competitivi su questo fronte”.

MONTI (EDISON): INVESTIRE SU RINNOVABILI E NUOVE TECNOLOGIE

Per l’Ad di Edison, Nicola Monti, “se dobbiamo ragionare su un orizzonte al 2050 non dobbiamo pensare ad una tecnologia costante. L’indipendenza energetica si può raggiungere attraverso una diversificazione delle fonti e delle tecnologie e puntando sulle tecnologie decarbonizzate. Secondo Monti, “bisogna fare grandissimi investimenti nelle fonti rinnovabili convenzionali, come l’eolico e il fotovoltaico. Dobbiamo ragionare però anche sulle nuove tecnologie. Molte le conosciamo già, ma non sono ancora sviluppate a livello industriale (nucleare, idrogeno, sistemi di accumulo, eolico galleggiante…). Tra le tecnologie che possono aiutarci a decarbonizzare la nostra economia, dobbiamo capire quali sono quelle su cui puntare in base alla ricaduta che possono dare al nostro sistema industriale”.

IACONO (ENGIE): L’INDIPENDENZA PASSA DALLA DECARBONIZZAZIONE

“Il processo verso l’indipendenza energetica – ha sottolineato l’Ad di Engie, Monica lacono – non può non passare dalla decarbonizzazione. Ci sono dei principi fermi da mantenere, ad esempio che gli obiettivi sdiano ambiziosi ma fattibili, dobbiamo puntare all’ottimizzazione dei costi per gli utenti finali e dobbiamo fare in modo che questo piano ci porti ad una sicurezza energetica, e quindi ad una indipendenza. Non c’è un’unica soluzione, ma una serie di azioni da mettere a terra in maniera armonica e coordinata, partendo dal principio dell’efficienza energetica, che non significa consumare meno, ma consumare meglio”.

VOLPE (RENANTIS): DECRETO FER 2 FONDAMENTALE PER INVESTIRE

L’Ad di Renantis, Toni Volpe, ha ricordato l’importanza del decreto FER 2, spiegando che “è un elemento fondamentale per poter investire nel Paese: se non c’è un meccanismo competitivo di prezzo adeguato a quello che avviene in altri Paesi, come ad esempio nel Regno Unito, è molto probabile che gli investimenti andranno altrove, e quindi il tema dell’indipendenza energetica diventerà più difficile”.

BUONO (NEWCLEO): IL NUCLEARE CREA INDIPENDENZA ENERGETICA

“Newcleo – ha affermato l’Ad, Stefano Buono – è un esempio della transizione del settore nucleare, che passa dal pubblico al privato, dai grandi progetti del passato alla quarta generazione. La quarta generazione e il riciclo del combustibile nucleare – ha aggiunto Buono – possono dare una forte indipendenza energetica. Di per sé, il nucleare crea indipendenza energetica, perché quando si crea un reattore nucleare, il combustibile verrà conservato per decine di anni. Non siamo soggetti ai prezzi di mercato. Se si affronta il tema del riciclo, l’indipendenza diventa molto forte”.

MERLI (ERG): COSTRUIREMO IMPIANTI DI NUOVISSIMA GENERAZIONE

Ha preso infine la parola l’Ad di ERG, Paolo Luigi Merli. “Il nostro piano – ha affermato – è continuare ad accrescere il nostro portafoglio di attività per contribuire al processo di decarbonizzazione, e quindi di transizione energetica in tutti i Paesi in cui operiamo, inclusa ovviamente l’Italia, che è e resta il nostro Paese di riferimento. Abbiamo dei progetti di repowering, soprattutto sull’eolico, per smantellare gli impianti esistenti, che furono installati 15-20 anni fa, e sostituirli con tecnologia di nuovissima generazione. Sfruttando le nuove tecnologie potremo raddoppiare circa la capacità installata e a triplicare circa la produzione. Ai decision makers chiediamo di attuare una normativa a sostegno di questo sviluppo”.

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