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Biometano

Tutti i numeri del biometano in Italia e in Europa

In Italia ci sono 27 impianti di biometano, per una capacità complessiva di produzione da 25.445 metri cubi l’ora. Il nostro Paese ha registrato uno degli incrementi maggiori in Europa, con 11 nuovi impianti entrati in funzione nel 2020

Il biometano si candida ad essere una delle soluzioni per differenziare il mix energetico, limitare la dipendenza dal gas estero e contribuire al processo di realizzazione della transizione energetica.

Il biometano è una fonte di energia rinnovabile che presto potrebbe integrare l’utilizzo del gas naturale, dando ossigeno ai Paesi che non sono autosufficienti. Ma come si produce?

COME SI PRODUCE IL BIOMETANO

Il processo alla base del biometano inizia dalla decomposizione e fermentazione degli scarti alimentari e della ristorazione, di rifiuti agricoli e domestici e anche dei fanghi provenienti dagli impianti di trattamento delle acque reflue. Il trattamento avviene in un cosiddetto “digestore anaerobico”, ovvero un ambiente privo di ossigeno. Da questa operazione si ottiene il biogas, povero di energia, che contiene solo tra il 40% e il 60% di metano, il 40-60% di CO2 e piccole tracce di altri composti, tra cui l’idrogeno solforato (H2S).

In seguito il biogas viene purificato, eliminando l’anidride carbonica e gli altri composti, e creando il biometano che, così trattato, risulta green al 100% e pronto ad essere iniettato nella rete di distribuzione del gas.

I VANTAGGI DEL BIOMETANO

Il biometano vantaggi ambientali – perché emette livelli quasi nulli di polveri e riduce ulteriormente le emissioni di CO2 rispetto ai carburanti tradizionali – ma non solo. Ha una grande facilità di produzione e di trasporto, perché si possono utilizzare le stesse infrastrutture del metano, e ciò lo rende molto appetibile nell’ottica di azzerare la dipendenza dalle importazioni. Si tratta quindi di un elemento perfettamente in linea con il concetto di economia circolare.

Utilizzato come combustibile, poi, il biometano potrebbe avere un ruolo chiave nella decarbonizzazione del settore dei trasporti, del settore industriale e di quello residenziale, poiché può essere utilizzato sia per il riscaldamento che per il raffreddamento.

IL BIOMETANO IN ITALIA E IN EUROPA

L’Italia dispone di circa 2.000 impianti di produzione di biogas, mentre in Europa si contano circa 20.000 unità in funzione. A livello di impianti di produzione, invece, i numeri sono ancora contenuti, ma nei prossimi anni il settore è destinato a crescere, grazie alla maggior maturità tecnologica e industriale acquisita.

Nel nostro Paese vi sono attualmente 27 impianti di biometano, per una capacità complessiva di produzione da 25.445 metri cubi l’ora, ma l’Italia ha registrato uno degli incrementi maggiori in Europa, con 11 nuovi impianti entrati in funzione nel 2020. A livello europeo, invece, l’anno record finora è stato il 2021, con la produzione di biometano che ha raggiunto i 147 milioni di metri cubi.

I PROGETTI DI SNAM E ITALGAS

Nell’ottobre 2022 IES Biogas – controllata di Snam4Environment, società del gruppo attiva nel settore del biometano e dell’economia circolare – ha acquistato 5 impianti di biogas agricolo con potenza 1MWe in Veneto e Friuli Venezia-Giulia. I cinque impianti sono situati nelle province di Udine, Pordenone, Venezia e Padova. Obiettivo dell’acquisizione, il cui valore complessivo è di circa 30 milioni di euro, è convertire i 5 impianti di biogas agricolo (che attualmente producono energia elettrica) a biometano, raggiungendo la capacità produttiva di ca. 500 Sm3/h l’uno. Attraverso la valorizzazione di reflui zootecnici, scarti agricoli e colture di secondo raccolto, gli impianti produrranno a regime oltre 22 milioni di Sm3 l’anno di biometano. Tre degli impianti saranno collegati alla rete nazionale del gas per immissione diretta del bioCNG (gas naturale compresso), mentre gli altri due saranno dotati di un impianto di liquefazione per la produzione di bioGNL (gas naturale liquido) destinato ad alimentare le flotte di veicoli pesanti per la distribuzione delle merci.

Per quanto riguarda invece Italgas, a metà gennaio, alla presentazione del Piano Strategico 2022-2028 del gruppo, l’ad Paolo Gallo ha spiegato che “ci  siamo impegnati per lo sviluppo del settore con oltre 100 milioni di euro destinati a favorire l’allacciamento degli impianti di produzione di biometano direttamente alla rete di distribuzione e a introdurre la  tecnologia del reverse flow verso la rete di trasporto, in maniera da  consentire l’accoglimento dei quantitativi non consumati a livello locale”.

Pochi giorni dopo, alla prima assemblea pubblica di Proxigas – l’associazione che rappresenta le imprese della filiera del gas naturale – Gallo ha aggiunto che “sul biometano c’è un enorme potenzialità. Se guardiamo la Francia o la Germania che ne produce già 2 miliardi di metri cubi, c’è un tema autorizzativo e un tema di disincentivazione. Oggi in Italia la connessione degli impianti di biometano alla rete si scarica all’80 per cento sul produttore e il 20 sul sistema; in Germania il 70 per cento al sistema e il 30 al produttore. Politiche italiane che vadano a incentivare la produzione di biometano sono fondamentali”.

LE PROSPETTIVE AL 2030

Entro il 2030 l’incremento della produzione di biometano sarà molto significativo, anche grazie alle prospettive enormi aperte dal Recovery Plan e dai suoi 2 miliardi di euro di investimenti nella conversione di impianti biogas e nella costruzione di nuove strutture.  Si stima che da qui al 2030 in Italia sarà possibile produrre fino a 6,5 miliardi di metri cubi di gas verde grazie allo sviluppo del biometano agricolo, una quota pari al 10% del fabbisogno nazionale.

La Commissione europea ha fissato come obiettivo per il 2030 la produzione di 35 miliardi di mc di biometano, che andranno a sostituire parte dei 155 miliardi di mc di gas forniti ad oggi dalla Russia. Uno dei vantaggi del biometano è quello di poter essere introdotto nella rete del gas esistente senza che essa venga modificata. Ad ogni modo, gli impianti esistenti e quelli di prossima costruzione avranno bisogno di essere collegati alla rete del trasporto e della distribuzione considerando che, per essere immesso, il biometano dovrà avere determinate caratteristiche chimiche e fisiche in conformità con le norme nazionali ed europee.

IL BANDO SUGLI INCENTIVI PER I NUOVI IMPIANTI

Tornando in Italia, lo scorso 10 febbraio, sul sito del GSE, nell’ambito della Misura M2C2, Investimento 1.4 del PNRR “Sviluppo del biometano secondo criteri per promuovere l’economia circolare”, è stato pubblicato  il bando relativo alla prima procedura competitiva per l’accesso agli incentivi finalizzati a supportare la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di biometano e la riconversione a biometano di impianti di biogas agricoli esistenti. Il termine per la partecipazione alla prima procedura competitiva è fissato al 31 marzo 2023.

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