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Tutti i vantaggi (ma anche i rischi) delle Comunità energetiche

Secondo i dati del GSE, al 6 febbraio 2024 vi erano 126 configurazioni incentivate: 90 Gruppi di autoconsumatori e 36 Comunità energetiche rinnovabili

Dopo che, nei giorni scorsi, il GSE ha pubblicato le regole operative, aziende e privati stanno iniziando ad organizzarsi per la realizzazione di Comunità energetiche rinnovabili (CER). Anche se bisognerà attendere l’8 aprile, il giorno cui il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) aprirà i tre portali online attraverso i quali i soggetti interessati potranno richiedere la qualifica di CER e presentare domanda di accesso ai contributi in conto capitale e alle tariffe incentivanti.

IL NUMERO DELLE COMUNITÀ ENERGETICHE IN ITALIA

Secondo i dati del GSE, al 6 febbraio 2024 vi erano 126 configurazioni incentivate: 90 Gruppi di autoconsumatori e 36 Comunità di energia rinnovabile. Il maggior numero si trova in Piemonte (25), seguito da Veneto (19) e Trentino-Alto Adige (17); poi troviamo la Lombardia (13), mentre le altre regioni sono sotto le 8 unità. I clienti finali sono circa 970, di cui oltre l’85% persone fisiche. Le Comunità si sono costituite quasi tutte come associazioni non riconosciute, mentre i gruppi sono costituiti perlopiù da condomìni residenziali.

COMUNITÀ ENERGETICHE: INTERESSE E TIMORI

Se l’interesse per le CER sembra già piuttosto alto, allo stesso tempo crescono anche i timori degli operatori del settore: con il fatto che non siano previsti particolari requisiti a chi avrà in gestione questi progetti rinnovabili, si teme infatti che possano venirsi a creare situazioni di malagestione, come già avvenuto col Superbonus.

In base alla normativa, per avviare una CER è sufficiente un soggetto giuridico dotato di uno statuto con i requisiti minimi: membri e soci possono essere persone fisiche, PMI, enti del terzo settore, associazioni, enti religiosi etc., senza competenze tecniche specifiche.

GLI ASPETTI CHIAVE DELLE CER

Per poter accedere e mantenere gli incentivi – che consistono in una tariffa incentivata nel pagamento dell’energia elettrica immessa in rete – la CER dovrà garantire costantemente un bilanciamento tra autoproduzione e autoconsumo, per ridurre al minimo la quantità di elettricità immessa e prelevata dalla rete. Oltre a promuovere la diffusione di fonti rinnovabili, infatti, le CER puntano anche a dare stabilità alla rete, riducendo l’impatto delle fonti rinnovabili sulla distribuzione.

IL RUOLO DEL GSE

Il GSE è l’organo che avrà il compito di effettuare i controlli e, nei casi in cui il bilanciamento non avrà funzionato, potrà revocare l’incentivo. “Il GSE – ha spiegato al Sole 24 Ore il presidente, Paolo Arrigoni – si sta attrezzando per dare supporto tecnico a tutti gli stakeholders. I rischi negativi di un effetto Superbonus sono molto ridotti, se non nulli. Le misure di incentivazione previste sono due: una che prevede un contributo in conto capitale per la realizzazione di impianti in comuni sotto i 5.000 abitanti e fino a un massimo del 40% ed un’altra, che è lo strumento principale, che prevede la tariffa premio incentivante, la cui funzione è portare ad un nuovo comportamento dei partecipanti alla comunità di autoconsumo, per massimizzare la produzione e il consumo. È un meccanismo complesso che sta registrando un notevole interesse da parte delle imprese, dei cittadini e non solo degli operatori, che avranno un ruolo determinante, poiché per attuare le CER servono delle competenze”.

LE REGOLE PER LE COMUNITÀ ENERGETICHE

“Le regole – ha aggiunto Arrigoni – introducono i criteri e le tempistiche per ottenere il sostegno, sia in conto capitale che con la tariffa incentivante. Abbiamo pubblicato delle FAQ e delle pillole informative, che verranno costantemente aggiornate. Ad esempio, nel caso in cui ci si avvalga anche dei contributi in conto capitale, è prevista la decurtazione della tariffa premio. Una CER può avere più impianti, tutti afferenti alla cabina primaria, ma in questo perimetro ci può essere un Comune o più di un Comune sotto i 5 mila abitanti. Laddove l’impianto è stato realizzato con i contributi in conto capitale, non si potrà ottenere la tariffa incentivante. Una volta configurata la CER, la tariffa sarà garantita per 20 anni. Le comunità energetiche non sono statiche nel tempo: sono aperte e possono entrare altri soggetti, o uscire”, ha concluso Arrigoni.

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