Advertisement Skip to content
Ue Cambiamento Climatico

Ue, ecco il piano di Bruxelles per guidare la rivoluzione industriale ‘green’

L’esecutivo Ue ha fissato obiettivi per estrarre almeno il 10% delle materie prime critiche che consuma, come litio, rame e nichel, a cui si aggiunge il riciclaggio che dovrebbe assicurare un ulteriore 15%. Bruxelles mira inoltre ad aumentare il processamento per arrivare fino al 40% del suo fabbisogno entro il 2030.

La Commissione europea ha presentato i punti chiave della strategia per garantire che l’industria del vecchio Continente possa competere con Stati Uniti e Cina nella realizzazione di prodotti a tecnologia pulita e nell’accesso alle materie prime necessarie per la transizione verde.

GARANZIA DI ESSERE ALL’AVANGUARDIA

Il Net-Zero Industry Act e il Critical Raw Materials Act dell’esecutivo dell’Ue, parte del suo piano industriale Green Deal, sono pensati per garantire che l’Ue non sia solo all’avanguardia nella riduzione delle emissioni di carbonio, ma anche all’avanguardia nella tecnologia necessaria per farlo, colmando gli attuali ritardi.

INVESTIMENTI DOVREBBERO TRIPLICARE ENTRO IL 2030

Gli investimenti globali nella transizione verde dovrebbero triplicare entro il 2030 rispetto ai mille miliardi di dollari dell’anno scorso, ha affermato la Commissione Ue. “La linea di fondo è che vogliamo essere leader nelle industrie verdi del futuro”, ha detto il vicepresidente Valdis Dombrovksis in conferenza stampa.

ALMENO IL 10% DELLE MATERIE PRIME CRITICHE ESTRATTE IN UE

L’esecutivo Ue ha fissato obiettivi per estrarre almeno il 10% delle materie prime critiche che consuma, come litio, rame e nichel, a cui si aggiunge il riciclaggio che dovrebbe assicurare un ulteriore 15%. Bruxelles mira inoltre ad aumentare il processamento per arrivare fino al 40% del suo fabbisogno entro il 2030.

NON PIU’ DEL 65% DELLE MATERIE PRIMA DA UNO STESSO FORNITORE

L’approvvigionamento di minerali vitali per la transizione verde è una sfida, con la Cina che ha a disposizione quasi il 90% delle terre rare e il 60% del litio, un elemento chiave per le batterie. La Commissione Ue ha affermato che non più del 65% di ogni materia prima chiave dovrebbe provenire da un singolo Paese terzo.

“Non siamo un continente ricco di risorse”, ha dichiarato Dombrovskis, aggiungendo che per molti materiali l’Europa si affida a un piccolo numero di partner. “Questo non è un modo stabile né affidabile per costruire le industrie del futuro. Abbiamo quindi urgentemente bisogno di diversificare”.
L’esecutivo Ue riconosce quindi i piani per l’estrazione o la lavorazione delle materie prime come “progetti strategici”, il che consentirebbe loro di beneficiare di permessi più snelli e di accedere ai finanziamenti. Mentre per quanto riguarda gli scambi commerciali, l’Ue ha intenzione di espandere la propria rete di partenariati, ad esempio con Australia, Canada e Cile.

ENTRO IL 2030 ALMENO IL 40% DEI PRODOTTI A ZERO EMISSIONI DA REALIZZARE ‘IN CASA?

L’Ue ha anche fissato l’obiettivo di produrre in casa entro il 2030 almeno il 40% dei prodotti necessari per le tecnologie “a zero emissioni”, come l’energia solare, in parte semplificando la concessione di permessi per i progetti verdi.

Bruxelles ha anche annunciato un obiettivo per la cattura del carbonio di 50 milioni di tonnellate entro il 2030. La cattura del carbonio fa parte di un elenco di tecnologie “a zero” riconosciute dall’Ue. Tra queste figurano anche i processi nucleari avanzati.

LA CRITICA DI WINDEUROPE

WindEurope ha criticato la posizione europea affermando che le proposte non spiegano quale sostegno finanziario l’Ue offrirebbe per aumentare in modo massiccio la produzione di turbine o come i governi utilizzerebbero le nuove regole flessibili per sostenerle.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su