Bruxelles pronta al pacchetto “Omnibus” del 10 dicembre: meno obblighi per industria e agricoltura, ma resta l’ambizione green. Stop ai database Scip e Inspire.
La Commissione europea è pronta a intervenire con la scure sugli oneri amministrativi, promettendo un risparmio di un miliardo di euro l’anno per le imprese, pur mantenendo intatta l’ambizione climatica dell’Unione. Secondo quanto emerge da una bozza di comunicazione visionata da Euractiv, l’esecutivo Ue presenterà il prossimo 10 dicembre un pacchetto “omnibus” di proposte di politica ambientale volto a snellire le procedure. Il testo, tuttavia, sembra risparmiare dalla deregolamentazione immediata i dossier più caldi, come il Regolamento sul ripristino della natura e la direttiva sulle acque reflue urbane, evitando così lo scontro frontale con le opposizioni politiche e il mondo ambientalista.
STOP AGLI ONERI ECCESSIVI PER IMPRESE E AGRICOLTORI
Il cuore del provvedimento risiede in una drastica riduzione degli obblighi di rendicontazione che gravano attualmente su industria e agricoltura. Le nuove regole prevedono che le aziende non siano più costrette a mantenere sistemi di gestione ambientale separati per ogni singolo impianto, semplificando notevolmente la governance interna. Parallelamente, gli allevatori saranno esentati dal fornire report dettagliati sull’utilizzo delle risorse. Tra le novità più rilevanti spicca l’abbandono, seppur silenzioso, dei “piani di trasformazione”, che avevano rappresentato uno dei requisiti fondamentali introdotti durante il precedente mandato della Commissione.
I LIMITI DELLA DEREGOLAMENTAZIONE: SALVA LA LEGGE SULLA NATURA
Nonostante la spinta alla semplificazione, la bozza rivela una linea di prudenza politica su temi sensibili. Non figurano nell’agenda immediata della deregolamentazione né il Regolamento sul ripristino della natura (Nature Restoration Law) né la direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane. La loro potenziale inclusione nel pacchetto “taglia-leggi” aveva fatto scattare l’allarme tra le associazioni ambientaliste e innescato una ferma resistenza al Parlamento europeo da parte del gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) e dei Verdi, blindando di fatto queste normative.
PERMESSI VELOCI E ADDIO AI DATABASE SUPERFLUI
L’approccio della Commissione punta ad accelerare l’operatività: saranno concessi permessi rapidi agli agricoltori e agli impianti industriali, riducendo gli oneri di segnalazione previsti dalla Direttiva sulle emissioni industriali (IED) e facilitando il rispetto degli obblighi di rimozione dei rifiuti. Una scure si abbatterà anche sulle banche dati ritenute ridondanti: Bruxelles propone l’eliminazione del database SCIP dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), che raccoglieva milioni di voci sulle sostanze pericolose, e la cancellazione di INSPIRE, il database comunitario per le informazioni ambientali.
LA REVISIONE DI REACH E LA RESPONSABILITÀ DEL PRODUTTORE
Per quanto riguarda la chimica, il regolamento REACH, pilastro della normativa europea di settore, resta destinato a una “revisione mirata” in futuro, confermando una pianificazione nota da anni. Novità sostanziali riguardano invece i regimi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR). Le aziende che vendono prodotti oltre confine non saranno più obbligate a nominare rappresentanti autorizzati in ogni singolo Stato membro dell’UE, e l’obbligo di rendicontazione sarà ridotto a una sola volta l’anno, alleggerendo il carico burocratico per il commercio transfrontaliero.
VERSO IL CIRCULAR ECONOMY ACT E LO SBLOCCO DEGLI INVESTIMENTI
La Commissione definisce queste modifiche come un “trampolino di lancio” verso una riforma più radicale, prevista con il Circular Economy Act del 2026. Nel frattempo, l’esecutivo Ue propone un nuovo quadro normativo per velocizzare le valutazioni ambientali, introducendo sportelli unici, flussi di lavoro digitalizzati e corsie preferenziali per i progetti strategici. Secondo le stime di Bruxelles, queste riforme potrebbero sbloccare investimenti per oltre 30 miliardi di euro l’anno, capitali che attualmente restano vincolati a causa delle lentezze nelle procedure nazionali.


