Il contributo principale a livello nazionale è fornito dai prodotti petroliferi, la quota di energia rinnovabile nel settore dei trasporti nel 2017 si è attestata al 6,5%, a fronte del 10% da raggiungere al 2020
Nel 2017 in Italia i trasporti concentrano circa un terzo dei consumi energetici complessivi del Paese (38 Mtep su 115), nonostante il trend di progressiva contrazione (i consumi settoriali sono diminuiti del 15% rispetto al 2005). È quanto emerge dal nuovo rapporto Energia nel settore Trasporti del Gse che ricostruisce e descrive – sulla base di dati statistici e di monitoraggio ufficiali armonizzati a livello europeo – le componenti dei consumi energetici nel settore dei trasporti in Italia e le principali dinamiche rilevate nel corso dell’ultimo decennio. (qui il rapporto)
IL DATO PIÙ BASSO DAL 2005
Nel 2017 i consumi energetici complessivi nel settore Trasporti in Italia rappresentano il dato più basso rilevato dal 2005, in flessione di circa 1,2 Mtep rispetto all’anno precedente. In realtà, nel periodo 2005-2017 si è ridotto solo il consumo di prodotti petroliferi (-8,6 Mtep, per una variazione pari a -20%): infatti, il trend di diminuzione interessa principalmente il diesel/gasolio (2,8 Mtep in meno, per una variazione pari a -12%) e soprattutto le benzine (-6,8 Mtep,per una variazione pari a -48%).
CARBURANTI TRADIZIONALI A PARTE TUTTE LE ALTRE FONTI MOSTRANO UN TREND IN CRESCITA
Tutte le altre fonti e gli altri prodotti energetici destinati ai trasporti, invece, tra il 2005 e il 2017 mostrano trend di crescita piuttosto evidenti. Tra le fonti fossili emerge ad esempio il consumo di GPL –Gas petrolio liquefatto (+62%) e del gas naturale (da 380 a 1.064 ktep: +180%); i consumi elettrici complessivi (ferrovie, autoveicoli elettrici, tram, metropolitane, ecc.) sono invece aumentati del 15% (da 853 a 979 ktep). Ancora più evidente risulta la crescita dei biocarburanti, favorita da meccanismi pubblici di sostegno che obbligano i soggetti che immettono in consumo benzina e gasolio a rispettare una percentuale minima di miscelazione con biocarburanti, crescente negli anni. La variazione rispetto al 2005, in cui il fenomeno era appena apprezzabile, è pari a +501%.
I PRODOTTI PETROLIFERI DOMINANO IL MERCATO CON IL 92% DEI CONSUMI FINALI
Il contributo principale a livello nazionale è fornito comunque dai prodotti petroliferi (92% dei consumi finali del settore), di cui il 60% è costituito da diesel; assai più modesto il peso delle altre fonti – biocarburanti, elettricità, gas – che si attesta, in tutti e tre i casi, poco al di sotto del 3%. Guardando alle modalità, invece, i consumi maggiori sono associati ai trasporti su strada (83% del totale), seguiti dall’aviazione (oltre 11%).
QUOTA DI ENERGIA RINNOVABILE NEL SETTORE AL 6,5%
Il rapporto si sofferma inoltre sul monitoraggio dell’obiettivo Ue relativo alla quota di energia rinnovabile nel settore dei trasporti – che nel 2017 si è attestata al 6,5%, a fronte del 10% da raggiungere al 2020 – con approfondimenti sui diversi criteri di contabilizzazione indicati dalla normativa europea.
BIOCARBURANTI A QUOTA 1,4 MILIONI DI TONNELLATE
Il capitolo conclusivo è infine dedicato alla presentazione in anteprima dei dati sui biocarburanti immessi in consumo in Italia nel 2018, articolati per materie prime e paesi di produzione; nel corso dell’anno, in particolare, sono stati consumati poco più di 1,4 milioni di tonnellate di biocarburanti, quasi esclusivamente costituiti da biodiesel (97%), in deciso aumento rispetto all’anno precedente (+18%).
I TRASPORTI CONCENTRANO NEL 2017 POCO MENO DI UN TERZO DEI CONSUMI ENERGETICI COMPLESSIVI DEL PAESE
I trasporti concentrano nel 2017 poco meno di un terzo dei consumi energetici complessivi del Paese (32,9%); tale incidenza risulta leggermente inferiore al valore medio del periodo 2005-2017(33,4%). La riduzione tendenziale dei consumi energetici del settore dei trasporti, pur rilevante (-15% rispetto al 2005), rimane comunque inferiore a quella registrata dai consumi finali complessivi di energia dell’intera economia (-16%), che evidentemente ha risentito in misura maggiore degli effetti della crisi economica, conclude il Gse.