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Trump

Gli Usa abbandonano il carbone nonostante Trump

Trump non è riuscito a bloccare il trend di dismissioni delle centrali a carbone negli Usa: dal 2010 in totale sono 289 quelle chiuse, con una perdita del settore del 40 per cento. L’articolo di Annarita Digiorgio

Negli ultimi due anni negli Stati Uniti sono state smantellate cinquanta centrali a carbone. Esattamente da quando è partito il governo Trump, che ha fatto della difesa del fossile la sua issues.
Altre 51 centrali saranno dimesse nei prossimi due anni.

IL TREND AMERICANO DI DISMISSIONI

Nonostante la cancellazione del Clean Power Plan di Obama, e a dispetto dei tweet, Trump non è riuscito a bloccare il trend di dismissioni delle centrali a carbone: dal 2010 in totale sono 289 quelle chiuse, con una perdita del settore del 40 per cento. Ne restano altre 241.

I MOTIVI DEL CALO DEL CARBONE

Malgrado le politiche di governo il settore è in calo per un unico motivo: non è più economico. Nonostante il picco delle rinnovabili però, il suo principale competitor rimane il gas.

LE PREVISIONE DELL’EIA

Secondo le previsioni dell’Energy Information Agency (EIA) degli Stati Uniti già nell’estate del 2019 il carbone scenderà a una quota del 25 per cento del fabbisogno energetico statunitense, contro il 35 del 2015. Mentre il gas arriverà al 40. La stessa EIA ha stimato nel mese di aprile 2019 il sorpasso per la prima volta delle fonti rinnovabili rispetto al carbone nella produzione Usa. Questo è dovuto principalmente alla loro riduzione del costo ormai quasi pari a quello del carbone.

ABUSO DEL CARBONE NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO

Resta il problema principale dell’abuso del vecchio minerale nei Paesi in via di sviluppo, quelli che più difficilmente riusciranno a mettersi in paro con le nuove esigenze climatiche globali.

E resta il fatto che mentre in Italia a dispetto delle nuove politiche energetiche promesse con i 5 Stelle al governo non si riesce a organizzare un piano per dismettere 4 centrali a carbone, negli Stati Uniti chiudono una dopo l’altra malgrado la politica protezionista di Trump.

Perché spesso il mercato le regole se le fa da solo.

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