Roberto Vavassori, presidente dell’Anfia da mesi porta avanti la battaglia per il cambiamento delle norme sulle auto a Bruxelles portando le istanze sia di costruttori che di sindacati. Ora lancia l’allarme: «L’Ue deve cambiare prima che sia davvero troppo tardi»
Secondo Roberto Vavassori, presidente di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), la situazione dell’automotive è gravissima e l’Ue necessita di un cambio di passo prima che sia troppo tardi. In attesa del 10 dicembre, data in cui dovrebbe essere varato un pacchetto automotive comprensivo della revisione dei target 2035, insieme a un nuovo regolamento per rendere più sostenibili le flotte aziendali da le indicazioni su quali siano le urgenze e le carenze dell’azione politica
SE MISURE INSUFFICIENTI, MANIFESTAZIONE A BRUXELLES
Quello che ora serve, secondo Vavassori, è azione. Intervistato da La Stampa il numero uno dell’Anfia ritiene che manchi ancora consapevolezza e sensibilizzazione da parte di alcune strutture governative dei Paesi. E se le misure del 10 dicembre saranno insufficienti, promette una manifestazione a Bruxelles. L’aspettativa è che le tesi della filiera automobilistica vengano accolte anche se manca unitarietà nelle decisioni: Paesi come Francia e Spagna chiedono di mantenere i termini del 2035, mentre i Paesi del Nord Europa si mantengono più neutrali e quelli dell’Est, come la Slovacchia, sono più sensibili perché l’automotive pesa molto sul loro Pil. «Servono atti urgenti per supportare le aziende in difficoltà, tra cui quelle che affrontano la concorrenza cinese e di componentisti indiani,» ribadisce Vavassori.
OBIETTIVI RAGGIUNGIBILI
Serve rivedere le norme per il triennio 2025-2027 per i veicoli commerciali leggeri, secondo Vavassori. Se viene meno questo principio, i produttori pagheranno multe salate. Auspica anche l’anticipazione al primo semestre del 2026 della revisione delle quote di CO2 per i veicoli pesanti, perché l’obiettivo di una riduzione del 45% al 2030 «è irrealistico». La scadenza al 2030 sul dimezzamento delle emissioni da 93 a 49,5 grammi per km in soli tre anni appare impossibile senza un enorme aumento delle vendite di veicoli elettrici, il che è poco realistico.
FLESSIBILITA’ SU NEUTRALITA TECNOLOGICA E OBIETTIVI 2035
L’Anfia chiede molta flessibilità sia sulla neutralità tecnologica sia sul 2035. La neutralità tecnologica è un bene e deve essere applicata per permettere l’uso di combustibili e vettori energetici non fossili, garantendo che la produzione continui. «Crediamo importante arrivare a incentivi per il rinnovamento del parco auto circolante. L’introduzione di una nuova categoria di mini auto come le K-Car giapponesi, che può essere favorevole», aggiunge Vavassori.



