Vw abbassa stime e valuta se chiudere stabilimento belga, Dolomiti Energia pensa di entrare nell’idroelettrico, ipotesi cinque candidate board Cdp. La rassegna stampa Energia
Il calo della crescita delle vendite di auto elettriche e l’ingente spesa per la transizione sostenibile preoccupano VW. Il gruppo tedesco riduce le stime di margine operativo dal 6,5-7% dal 7-7,5% e pensa al taglio di 2.600 dipendenti dello stabilimento di Bruxelles. Domani il cda di Dolomiti Energia valuterà l’opzione esercizio della prelazione sul 40% di Hydro Dolomiti (1,3 GW di idroelettrico), su cui Equitix e Tages avevano raggiunto un accordo per l’acquisto da Macquarie. Dopo le polemiche degli scorsi giorni, prende quota l’ipotesi di cinque candidate per il board di Cdp.
AUTO ELETTRICA, VW ABBASSA PREVISIONI, POSSIBILI TAGLI 2.600 LAVORATORI
“C’è sempre una prima volta. Potrebbe accadere anche per Volkswagen. Il colosso tedesco, primo costruttore automobilistico continentale e secondo nel mondo (per volumi) dietro la giapponese Toyota, non ha mai chiuso uno stabilimento in Europa. Eppure il sito di Bruxelles potrebbe fare le spese della scarsa domanda di suv elettrici, i modelli più datati del brand premium Audi, come Q8 e-tron e Q8 Sportback e-tron. I sindacati prospettano fino a 2.600 licenziamenti entro il 2025. Volkswagen è alle prese con un programma di ristrutturazione dei costi mirato a migliorare la redditività, in particolare per il brand che dà il nome al gruppo. Il gruppo di Wolfsburg ha abbassato martedì sera le sue stime di margine operativo al 6,5-7% dal 7-7,5% previsto inizialmente. E ha dichiarato che le spese legate allo stop all’impianto in Belgio, insieme ad altre spese impreviste nel secondo trimestre, avranno un impatto fino a 2,6 miliardi di euro sull’utile operativo nel 2024”, si legge su Il Sole 24 Ore.
“(…) Una svolta spinta dalla decisione dell’Unione europea di accelerare verso la neutralità carbonica, limitando le emissioni di C02 dei mezzi di trasporto privati e annunciando lo stop alla produzione di motori tradizionali nel 2035. Nella nuova fase che si è aperta, dopo che le case costruttrici hanno investito centinaia di miliardi per non pagare sanzioni a Bruxelles, i consumatori sono diventati più attendisti, per diverse ragioni: prezzi (in tempi difficili per l’economia), facilità/difficoltà di ricarica, autonomia. Secondo il Consumer Mobility Pulse 2024 di McKinsey solo il 18% dei consumatori nel mondo desidera un’auto a batteria come prossima vettura. Il 20% un ibrido plug-in. Uno su 5 non vuole passare a un’elettrica. E un possessore su 3 (media mondiale) di elettrica vorrebbe tornare al motore termico per fare a meno dei problemi di ricarica”, continua il giornale.
“La numero due europea, Stellantis, ha confermato durante l’Investor Day di giugno l’obiettivo di una gamma di veicoli a zero emissioni al 100% in Europa entro il 2030. Mercedes-Benz, al contrario, ha previsto già in febbraio che la quota di veicoli a batteria e ibridi plug-in rimarrà sostanzialmente stabile nel 2024, tra il 19% e il 21% delle vendite complessive. Ma che l’obiettivo di fine decennio non potrà andare oltre il 50% contro il 100% programmato. (…) Attenzione, però. La musica non è uguale per tutti. Bmw, per esempio, ha esteso il suo vantaggio sui rivali tedeschi con un balzo nel secondo trimestre. (…) Risultati in netto contrasto con quelli di Mercedes-Benz: -25% a sole 45.800 unità. Audi, nel secondo trimestre, ha mantenuto stabili le consegne di veicoli elettrici a 41mila unità. La casa madre Volkswagen Group ha dichiarato proprio ieri un pareggio complessivo nel semestre con il 2023 (a 4,35 milioni, -0,6%) mentre le vendite di veicoli completamente elettrici (in totale 317mila, -1,4%) in Europa e negli Stati Uniti sono diminuite del 15% nella prima metà di quest’anno”, continua il giornale.
IDRICO, DOLOMITI ENERGIA ENTRA NELL’IDROELETTRICO
“Dolomiti Energia ha sul tavolo l’esercizio della prelazione sul 40% di Hydro Dolomiti (1,3 GW di idroelettrico) su cui il tandem Equitix-Tages aveva raggiunto un accordo per l’acquisto da Macquarie. Domani, come riferito da Radiocor, è convocato un cda di Dolomiti Energia, (…) in cui il ceo Stefano Granella illustrerà la compatibilità dell’operazione con il piano di investimenti sulle rinnovabili fuori Regione e la dividend policy. (..:) Piuttosto, tra gli addetti ai lavori circolano dubbi sia sulla compatibilità dell’operazione con la Legge Madia sia sulle future gare per la concessione, in cui la Provincia sarebbe sia la stazione appaltante sia – attraverso Hydro Dolomiti – soggetto in gara. Ecco perché il riassetto potrebbe essere strutturato per far rientrare in gioco, a stretto giro, Equitix-Tages.
ENERGIA, IPOTESI CINQUE CANDIDATE PER BOARD CDP
“La scadenza è fissata per il pomeriggio di lunedì. Entro il fine settimana i partiti di maggioranza devono trovare l’intesa sui nomi per il consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti, garantendo così il regolare svolgimento dell’assemblea, convocata per la quarta volta, e calendarizzata appunto per il 15 luglio. Le cariche di vertice sono ormai definite: Dario Scannapieco va verso il rinnovo per il ruolo di amministratore delegato e Giovanni Gorno Tempini ha già incassato il via libera delle Fondazioni (azioniste di minoranza in Cdp) per la presidenza. Il cortocircuito da risolvere resta quello delle quote di genere. (…) La soluzione individuata evoca il manuale Cencelli, declinato in chiave contemporanea. Lo statuto di Cdp prevede che il rispetto delle quote di genere (almeno 4 donne su 9 componenti) è un obbligo per il solo consiglio di amministrazione, mentre ne è dispensato il consiglio di gestione, l’organo che vigila sugli investimenti pubblici (dove, non a caso, ci sono 5 uomini). L’idea di Palazzo Chigi e Tesoro è modificare lo statuto, tanto che lunedì 15 l’assemblea è convocata anche in via straordinaria per mettere mano alla governance”, si legge su Il Corriere della Sera.
“La via di uscita adottata dalla politica passa per una riforma che includa il consiglio di gestione (5 posti) nel conteggio per la presenza di donne. In pratica, l’attuale vincolo di 4 donne su 9 componenti del cda verrebbe superato, stabilendo la presenza di almeno 5 donne sul totale di 14 posti da assegnare. (…) Intanto tra i nomi dei possibili profili femminili candidati per Cdp figurano Micaela Gelera (Inps) e Alessandra Bruni, presidente Enav. Nelle prossime ore le forze di maggioranza dovranno anche trovare l’intesa per i vertici di Anas e per la presidenza di Fincantieri”, continua il giornale.