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Rinnovabili

Cosa si è detto al webinar del PD su energia e decarbonizzazione

Elettricità Futura ha ricordato che, all’attuale trend di installazione di rinnovabili, gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 verranno raggiunti nel 2085

Per il Partito Democratico è “un dovere” promuovere l’ascolto nei confronti degli attori del settore energetico, un “asset strategico per la sicurezza del paese e una filiera industriale significativa”. Si è aperto con queste parole l’intervento di Salvatore Tomaselli, responsabile del Dipartimento politiche energetiche del PD, al webinar Le riforme per vincere la sfida del Green New Deal in Italia. Vi hanno partecipato, tra gli altri, i presidenti di ENEA e di Elettricità Futura, il vicepresidente di Legambiente e i direttori generali di Anigas e Utilitalia.

TOMASELLI: SERVE RIVOLUZIONE NELLE AUTORIZZAZIONI

Salvatore Tomaselli ha detto che il Green Deal europeo rafforza il ruolo dell’energia come “motore più importante” di questa fase di ripresa. Servono però, in Italia, “politiche e misure strutturate e durature per orientare l’economia” verso le basse emissioni di carbonio, senza però “scaricare i costi della transizione sui lavoratori e le comunità locali”.

Per Tomaselli c’è bisogno in particolare di una “strategia industriale” per lo sviluppo degli impianti per le fonti rinnovabili: la “prima urgente riforma”, a suo dire, è la “rivoluzione dei procedimenti autorizzativi”. Poi è necessario un “cambio di passo” sulla mobilità sostenibile, anche per la sostituzione del parco veicoli, definito uno dei più vetusti in Europa.

Per Tomaselli bisogna “valorizzare la dimensione nazionale della ricerca e dell’innovazione, per evitare il rischio della dipendenza tecnologica. La sfida delle rinnovabili è legata alle nuove tecnologie, non solo alla disponibilità di materie prime”.

Tomaselli ha poi parlato dello sviluppo dell’idrogeno verde, prodotto da fonti rinnovabili, “pur prevedendo nel breve e medio periodo altre forme di idrogeno a basse emissioni di carbonio, il cosiddetto idrogeno blu”.

Il PNIEC, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, “necessita di un aggiornamento a causa del mutato contesto” in Europa: Tomaselli ha detto di sperare che l’aggiornamento si concluda entro il 2021.

MANZELLA (MiSE): RAFFORZARE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Giampaolo Manzella, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, ha parlato principalmente della necessità di rafforzare la pubblica amministrazione: “la transizione verde non si può affrontare con un’amministrazione ancora fragile su questi temi”, sottolineando anche l’importanza di “rafforzare i rapporti tra le amministrazioni centrali e regionali”.

Manzella ha inoltre proposto di “portare l’ecodesign nelle imprese” e di sviluppare una “filiera industriale che parta dalle startup e arrivi ai grandi attori”, usando anche “la leva dello stato per gli acquisti green”.

TESTA (ENEA): SPINGERE SU ELETTRIFICAZIONE, MA CAPACITÀ DI ACCUMULO INSUFFICIENTE

Federico Testa di ENEA ha detto che l’Italia ha un problema di scarse competenze nella pubblica amministrazione ed è in ritardo sulle rinnovabili. “Difficilmente lo recuperiamo a meno che non affrontiamo alcune cose non facili”, ha detto Testa: “o affrontiamo l’offshore e le biomasse, o non raggiungiamo gli obiettivi” climatici.

Testa ha invitato a “spingere per l’elettrificazione, ma non a discapito degli investimenti fatti nella rete di distribuzione del gas. L’elettrificazione ha senso se l’energia viene prodotta in maniera sostenibile e se risolviamo problema tecnologico – che non abbiamo ancora risolto – degli accumuli: i costi diminuiscono, ma le capacità di accumulo non sono quelle che ci vorrebbero”. C’è, inoltre, un problema di smaltimento delle batterie.

“Servono investimenti nelle reti di distribuzione dell’energia elettrica. Lo stesso vale con le colonnine: per far sì che abbiano una capacità di ricarica elevata, bisogna portare l’energia in quel posto”. È però opportuno, per Testa, che questi investimenti non vadano a ripercuotersi sul prezzo delle bollette, “già tra le più care al mondo”.

Sull’idrogeno, Testa ha detto che quello verde “è la cosa migliore. Ma dobbiamo dirci realisticamente quando riusciremo ad averne nelle quantità” necessarie: Testa ha ricordato che non si può impiegare tutta la capacità rinnovabile per la produzione dell’idrogeno, e che l’idrogeno verde “ha ancora dei costi alti”.

RE REBAUDENGO: AL TREND ATTUALE, OBIETTIVI AL 2030 RAGGIUNGIBILI SOLO NEL 2085

Il presidente di Elettricità Futura, Agostino Re Rebaudengo, ha detto che il Green Deal potrà mobilitare nei prossimi dieci anni 90mila nuovi occupati e 100 miliardi di euro di investimenti nel solo settore elettrico italiano.

Per raggiungere i target del Green Deal (almeno il 55% di riduzione delle emissioni di CO2 al 2030), “in Italia il 70 per cento dei consumi elettrici dovrà essere soddisfatto da energie rinnovabili. Occorre aggiornare il PNIEC in linea con il più ambizioso scenario europeo”, per avere “almeno 65 gigawatt di nuova potenza da fonti rinnovabili, ha detto Rebaudengo.

“Peccato”, ha specificato Rebaudengo, “che all’attuale trend gli obiettivi al 2030 verranno raggiunti nel 2085”: la media di installazioni di fonti rinnovabili negli ultimi anni in Italia è di stata di 1 gigawatt all’anno. Serve portarla ad almeno 6,5 gigawatt annuali.

Rebaudengo ha detto che “per vincere la sfida del Green Deal” servono “norme semplici e coerenti per il permitting. Ai ritmi e regole attuali, i tempi per lo sviluppo delle rinnovabili non sono compatibili con il Green Deal”. La rete elettrica, poi, andrà “rafforzata e razionalizzata” per essere in grado di gestire “la crescente penetrazione delle fonti rinnovabili”

ZANCHINI (LEGAMBIENTE): MODIFICARE SUPERBONUS E GESTIONE TRANSIZIONE DELLE CENTRALI A CARBONE

“I numeri di sviluppo delle rinnovabili sono penosi, e anche quelli per gli interventi di efficientamento energetico”, ha detto il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini. “C’è bisogno della politica”, ha detto, e di una “struttura pubblica che accompagni gli interventi [di efficientamento energetico] nei comuni”, che fanno fatica a proseguire, specialmente al sud.

Zanchini ha detto che è giusto prorogare il Superbonus 110%, “ma deve essere modificato” perché “c’è un problema di equità e di trasferimento di risorse”, che solitamente vengono ricevute dalla fascia più ricca della popolazione.

Riguardo al tema della gestione della chiusura delle centrali a carbone e ad olio combustibile, Zanchini ha spiegato che “in Italia lo si affronta con la riconversione a gas”, che garantisce l’occupazione per un certo periodo ma non elabora un futuro per la rigenerazione di quei territori.

Sull’economia circolare, Zanchini ha detto che “il problema non sono le risorse, ma la guida che la politica deve dare le autorizzazioni [per la realizzazione di impianti] e per la chiusura dei cicli”.

BUCCI (ANIGAS): IL GAS HA POTENZIALE DI DECARBONIZZAZIONE

Marta Bucci, direttrice generale di Anigas, ha ribadito che la transizione “deve essere un processo inclusivo” e che l’Italia ha investito molto nel sistema a gas: “ogni giorno circa 25 milioni di clienti usano il gas per i loro fabbisogni energetici; l’industria manifatturiera usa il gas per i processi industriali. Il contesto ci impone di far partecipare tutti questi consumatori al percorso di transizione”.

Per Bucci la decarbonizzazione del settore del gas non è un’antitesi rispetto ai piani per la transizione energetica, ma un elemento complementare: “il gas ha un potenziale di decarbonizzazione che può liberare laddove va a sostituire combustibili più inquinanti”, come il carbone per la generazione elettrica. “L’industria del gas si sta attivando sulla riduzione delle emissioni fuggitive lungo la filiera”.

L’utilizzo dell’idrogeno a basse emissioni, ha detto Bucci, “può avere un’efficacia, specie nella prima fase di avvio del mercato nazionale”.

COLARULLO (UTILITALIA): RIVEDERE AUTORIZZAZIONI E GARE

Il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo, ha parlato soprattutto delle tempistiche di autorizzazione, sostenendo che “si perde dal 30 al 50 per cento del tempo con le procedure autorizzative”. Ha parlato del teleriscaldamento come di un’opportunità, in quanto permetterebbe il recupero di energia altrimenti sprecata, che però viene presentato molto negativamente da una parte della politica. Colarullo ha anche invocato un “ripensamento” del sistema delle gare e una accelerazione “verso gare più confacenti al nuovo contesto”. Infine, ha proposto un ministero unico che si occupi di industria e di cambiamento climatico.

MICELI (CGIL): ITALIA HA VANTAGGIO NEL MIX ENERGETICO

Emilio Miceli, segretario confederale di CGIL, ha detto che l’Italia ha un “punto di forza” nel mix energetico, “migliore” rispetto ad altri paesi europei “dove il peso del carbone è considerevole”. Miceli sostiene che la presenza di gas sia un “elemento di forza” che sta consentendo all’Italia “di accelerare nella transizione”.

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