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Rinnovabili

Rinnovabili ed efficienza energetica: nuovi obiettivi per Ue e Italia

Obiettivo vincolante di riduzione dei consumi energetici del 40% entro il 2030 e almeno il 35% di consumi energetici provenienti da fonti verdi

 

Arriva il primo via libera da parte dell’Europarlamento a target più ambiziosi su rinnovabili ed efficienza energetica rispetto a quelli proposti dalla Commissione europea. Con una risicata maggioranza (33 voti a favore e 32 contrari), la commissione Industria ed energia del Parlamento europeo ha votato a favore di un obiettivo vincolante di riduzione dei consumi energetici del 40% entro il 2030 – rispetto al 30% proposto da Bruxelles – e con una più ampia convergenza (43 a 14) a favore di un target di almeno il 35% di consumi energetici provenienti da fonti verdi (contro il 27% proposto dell’esecutivo comunitario). Non solo. Ogni Paese dovrà fissare il suo obiettivo nazionale di efficienza energetica per arrivare al 40% complessivo. E il 12% dell’energia consumata nel settore dei trasporti dovrà provenire anch’essa da rinnovabili.

Stop a modifiche retroattive dei bonus verdi e sì ad autoproduzione senza costi aggiuntivi

sen 2017Gli europarlamentari hanno inoltre introdotto un emendamento che consente ai privati che producono elettricità da rinnovabili di utilizzarla e stoccarla senza costi o tasse aggiuntive. Infine le autorità nazionali dovranno garantire che i programmi finanziari, a sostegno delle misure che aumentano la quota di elettricità prodotta da fonti rinnovabili, siano stabili e prevedibili astenendosi dall’apportare modifiche frequenti, evitando qualsiasi cambiamento retroattivo. Ma c’è di più. Strasburgo ha stabilito aiuti alle persone che vogliono creare delle cooperative nel settore delle energie rinnovabili nelle loro comunità, prevedendo la possibilità di installare congiuntamente pannelli solari, turbine eoliche o energia idroelettrica senza essere soggetti a condizioni o procedure ingiustificate.

Il voto sull’efficienza energetica sul “filo di lana”

La votazione faceva parte del pacchetto “Clean Energy for All Europeans” presentato un anno fa e rappresenta un passo avanti enorme dato che il voto espresso è giuridicamente vincolante per Bruxelles. Ma non si è trattato di una passeggiata. Per esempio, la votazione sulla direttiva sull’efficienza energetica ha visto il relatore socialista al provvedimento Adam Gierek accusato di essersi allontanato dalla linea del suo gruppo politico, mentre la controparte che ha seguito il provvedimento per i Popolari Markus Pieper ha avuto uno scambio acceso con i gruppi ambientalisti ad inizio seduta, secondo quanto racconta Euroactive, per la posizione del gruppo favorevole ad un obiettivo del 30% non vincolante di riduzione dei consumi energetici. Tanto che il presidente della commissione Jerzy Buzek (Ppe) ha dovuto spesso ricorrere al controllo elettronico delle votazioni a causa delle profonde divisioni in seno all’organo.

Per le rinnovabili tutto è filato liscio

È filato tutto liscio, al contrario, sul voto per le rinnovabili. “L’Europa deve fare di più. Deve essere più ambiziosa nel campo delle energie rinnovabili se vogliamo rispettare gli impegni di Parigi, lottare contro il cambiamento climatico ed essere una guida per la transizione energetica – ha detto il socialista José Blanco Lopez relatore del provvedimento – . La commissione per l’ industria e l’ energia, attraverso una maggioranza molto ampia, si schiera a favore di un innalzamento dell’ obiettivo vincolante per le energie rinnovabili a livello di Ue dal 27 al 35 per cento, per sancire l’autoconsumo come diritto, per dare sicurezza e certezza agli investitori e per aumentare l’ambizione di decarbonizzare i settori dei trasporti e del riscaldamento e raffreddamento”. Una posizione così ambiziosa era sostenuta, tra l’altro, anche dalle sei principali utility europee, guidate da Enel e Iberdrola (numero due e tre nella classifica continentale per energia prodotta) che a inizio novembre avevano scritto una lettera ai vertici della Ue per alzare l’asticella degli obiettivi necessari, a loro dire, per recuperare la leadership globale nel settore delle rinnovabili, “rilanciando innovazione, occupazione e crescita economica” altrimenti danneggiata con stime più prudenti.

Con i nuovi target di efficienza energetica tagli fino a 1132 Mtep di energia primaria

In ogni caso l’obiettivo vincolante del 40% per l’ efficienza energetica si tradurrebbe in un consumo energetico a livello dell’Ue di un massimo di 1132 Mtep di energia primaria e di 849 Mtep di energia finale. Ciò comporterebbe una riduzione rispettivamente del 34% e del 31% rispetto ai livelli del 2005, secondo le stime europee.

Sulle rinnovabili Italia già in pole per il 2020 ma c’è chi ha fatto meglio (e peggio)

Secondo le norme in vigore, entro il 2020 almeno il 20% di tutta l’energia consumata nell’Ue deve provenire da fonti rinnovabili, quali il sole, la biomassa, l’idroelettrico o l’eolico. La maggior parte dei membri dell’Unione è sulla buona strada, avendo già raggiunto o essendo molto vicina a raggiungere  gli obiettivi vincolanti fissati per tale data. L’Italia è fra i paesi che hanno già guadagnato il traguardo nel 2015 anche se la quota di energia rinnovabile consumata (17,5%) è minore rispetto a quella di altri Stati. Nella vicina Austria, ad esempio, la quota di energia rinnovabile è del 33%. Ma c’è anche chi ha superato abbondantemente i target previsti: la Svezia per esempio nel 2015 era già al 53,9% rispetto a un obiettivo del 49%. Mentre ci sono paesi come la Germania che due anni fa erano al 14,6%, lontani dal 18% previsto dal Bruxelles o la Francia che era al 15,2%, ben distante dal 23% fissato a livello comunitario.

I prossimi passi

Le due risoluzioni legislative votate oggi dalla commissione Energia del Parlamento europeo dovranno ora essere votate dall’intera aula durante la sessione plenaria di gennaio per dare agli eurodeputati il mandato necessario adi avviare negoziati con i governi dell’Unione europea.

 

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