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fracking petrolio

L’Europa e il continuo tira e molla sul fracking

Molti Paesi europei hanno vietato il fracking a causa delle incertezze sui movimenti sismici e di altre preoccupazioni ambientali

Fracking sì o fracking no? Tra decreti, moratorie annullate e atti legislativi vari l’Europa sul tema sembra sempre più indecisa. L’ultimo in ordine di tempo è il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, che ha chiesto la revoca del divieto di fracking, adducendo come motivazione i prezzi elevati che la Germania sta pagando per il GNL. Il fracking in Germania è vietato dal 2017.

COS’È IL FRACKING

Il fracking è un’operazione per estrarre gas e petrolio dalle pareti dei pozzi che provoca la rottura delle rocce mediante getti d’acqua e immissione di sostanze chimiche, per creare una zona permeabile che consenta più facilmente l’afflusso dei materiai liquidi e gassosi.

IL FRACKING NEGLI USA

Negli ultimi 10 anni gli Stati Uniti hanno beneficiato significativamente del fracking: la fratturazione idraulica ha aiutato infatti i produttori USA ad accedere ad alcune risorse di combustibili fossili molto difficili da raggiungere. L’industria americana ha dovuto affrontare però molte critiche da parte degli ambientalisti, secondo cui le attività di estrazione mediante fracking hanno un impatto troppo forte sull’ambiente.

A differenza dell’Europa, però, gli Stati Uniti stanno utilizzando la tecnologia del fracking in modi nuovi e innovativi. Negli anni 2010 il boom del fracking gli USA hanno ottenuto 7 miliardi di barili di petrolio e 600 trilioni di piedi cubi di gas, numeri che hanno permesso al Paese di superare la Russia e l’Arabia Saudita come maggior produttore mondiale di petrolio greggio e di gas naturale.

IL FRACKING IN EUROPA

Molti Paesi europei, invece, hanno vietato il fracking a causa delle incertezze che comporta sui movimenti sismici e di altre preoccupazioni ambientali. Ecco perché la Germania, la Francia e la Spagna lo hanno completamente vietato.

REGNO UNITO: SUNAK PREMIER E ADDIO PERFORAZIONI

Il 25 ottobre 2022 Rishi Sunak viene eletto nuovo premier del Regno Unito e decreta l’addio del Paese al fracking. Sunak decide infatti di vietare le estrazioni di gas e petrolio dalle pareti dei pozzi, ritornando quindi alla decisione che il Partito dei Conservatori prese nel 2019 e che in seguito venne annullata dall’ex premier Liz Truss.

IL TEDESCO LINDER: REVOCARE IL DIVIETO DI FRACKING

Tra la guerra della Russia contro l’Ucraina e una crisi energetica europea, Lindner ha affermato che la Germania dovrebbe revocare il divieto di fracking e “a quel punto gli investitori privati potranno decidere se l’estrazione è economica. Rispetto al gas proveniente da altre regioni del mondo, mi aspetto dei vantaggi competitivi”, ha spiegato il ministro tedesco.

Nella sua richiesta di consentire il fracking, Lindner sta entrando in rotta di collisione con il cancelliere Olaf Scholz, dei socialdemocratici, e il ministro dell’Economia, Robert Habeck, dei Verdi, entrambi partner della coalizione. La Germania ha rifiutato il fracking non solo per motivi ambientali.

Il mese scorso Scholz ha affermato che il fracking sarebbe un’impresa costosa e dispendiosa che richiederebbe troppo tempo per iniziare la produzione, aggiungendo che, quando la produzione sarà fattibile, la domanda di gas naturale sarà diminuita. Il cancelliere tedesco ha dichiarato che in Germania non vi è alcun sostegno allo sfruttamento delle riserve di gas attraverso il fracking. “Se ci si avvicina, svanisce nel nulla”, ha affermato a dicembre.

I NUOVI TERMINAL GNL IN GERMANIA

È opinione diffusa che la Germania, a causa della sua densa popolazione, non sia adatta al fracking, mentre le complessità tecnologiche lo renderebbero irrilevante per l’attuale crisi energetica. La prima economia d’Europa ha costruito invece dei terminal di GNL ad una velocità vertiginosa per aumentare la sua capacità di assorbire il gas americano sottoposto a fracking. Entro la fine del 2022 la Germania è riuscita a ridurre la sua dipendenza dal gas russo dal 55% al 20%, secondo i dati di Bloomberg. Il primo nuovo terminal galleggiante di importazione di GNL del Paese è stato aperto a metà dicembre sulla costa del Mare del Nord, ed altri impianti sono in programma.

I NUOVI (E MENO INVASIVI) METODI DI FRACKING

Diverse startup stanno elaborando dei metodi innovativi per usare il fracking in un modo rispettoso dell’ambiente. Microseismic, ad esempio, all’inizio degli anni 2000 ha fornito apparecchiature di monitoraggio sismico uniche, utilizzando una tecnologia simile ad uno stetoscopio rispetto ai vibratori sismici, che agiscono in modo simile agli strumenti ad ultrasuoni.

Il CEO di Microseismic, Peter Duncan, ha spiegato che “ci hanno detto di eseguire il monitoraggio dei frack, ed è diventato più prezioso per i clienti quando hanno iniziato a perforare lunghi pozzi orizzontali, che non potevano più essere rilevati o monitorati con un singolo foro”. Dopo la pandemia – che ha portato l’azienda a licenziare personale a causa della sua dipendenza dall’indebolimento del business dello scisto – Microseismic  si sta riprendendo, con idee innovative per ridurre le emissioni nelle operazioni di scisto e altrove. Duncan ha dichiarato che “la nostra scienza è estremamente importante per far funzionare il sequestro della CO2 e la stiamo perseguendo fortemente”. La startup ha già richiesto una sovvenzione al Department of Energy degli Stati Uniti per l’uso commerciale delle sue apparecchiature per il rilevamento di fracking e sinkhole, oltre che per supportare le operazioni CCS. La sovvenzione è attualmente allo studio.

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