Pichetto conferma autorizzazioni al deposito nucleare e al Parco tecnologico entro il 2027 e strutture pronte entro il 2032. Artizzu (ad Sogin): Progetto-paese, non commentiamo frasi demagogiche su mancanza sicurezza. Isin chiede di rimodulare norma per far conoscere siti e tempi a chi si candida, Enea auspica decisioni a breve
L’autorizzazione per il deposito nucleare entro il 2027 e il via libera operativo entro il 2032. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha ribadito ancora una volta l’intenzione di accelerare la procedura “in considerazione della necessità e urgenza di accelerare lo smantellamento degli impianti nucleari italiani”.
PICHETTO: IN VALUTAZIONE AREE MILITARI DISMESSE E AUTOCANDIDATURE
Il nodo rimane l’individuazione delle aree necessarie a costruire l’infrastruttura, a cui si aggiunge il Parco tecnologico: un totale di 150 ettari per il quale però potrebbero essere valutate “tutte le aree militari dismesse”, ha tenuto a precisare il ministro. Ma anche “ad altre situazioni che, qualora vi fossero candidature da parte dei Comuni o del ministero della Difesa, potrebbero essere aggiunte a quelle già individuate e valutate nel merito con le procedure di Vas”, ha spiegato Pichetto.
MASSAGLI (PRESIDENTE SOGIN): OPERA DI VALENZA STRATEGICA PER IL PAESE
Intanto, in Commissione Ambiente alla Camera, sono andate in scena una serie di audizioni proprio sulla proposta di modifica delle norme riguardanti la possibilità di introdurre delle autocandidature per ospitare deposito e parco tecnologico. “La realizzazione del parco e del deposito sono un’opera che per noi ha una valenza strategica per un triplice ordine di motivi: il primo è perché attraverso il deposito nazionale noi porremo in condizioni di sicurezza definitiva i rifiuti radioattivi, il secondo porremo in condizioni di stoccaggio e ottimali i rifiuti radioattivi a media e alta attività, infine potremo riconsegnare le aree dove ora insistono centrali e impianti alle autorità locali, in condizioni di green field” ha detto il presidente di Sogin Carlo Massagli
“La realizzazione del parco e del deposito rappresenta un’opportunità di crescita per il paese considerevole. Pensate che solo per la realizzazione verranno coinvolte maestranze lavorative considerevoli sul piano quantitativo e qualitativo. Ma poi il parco tecnologico in sé sarà una sorta di incubatore di ricerca, sviluppo e innovazione sia nel nucleare sia in altri ambiti che sono correlati come l’ambiente e i rifiuti”.
ARTIZZU (AD SOGIN): IPOTESI AUTOCANDIDATURE COMUNI SU DEPOSITO NUCLEARE È ASSOLUTAMENTE PERCORRIBILE
“L’ipotesi di far autocandidare i comuni è assolutamente percorribile sotto il profilo della sicurezza nazionale, ambientale e della radioprotezione. Ad ogni modo è sempre l’Isin a validare le eventuali autocandidature e Sogin è tenuta a rispettare ogni valutazione di Isin”, ha detto l’ad di Sogin Gina Luca Artizzu.
Per quanto riguarda l’impatto delle decisioni sull’opinione pubblica “non intendiamo commentare frasi a effetto tese a descrivere l’attuale gestione dei siti e dei rifiuti nucleari in modo demagogico e speso facendo leva sui timori della popolazione ma intendiamo prendere massimamente sul serio solo i secondi e far notare che la Sogin ha garantito nel corso degli anni l’assoluta sicurezza dei propri siti e dei lavoratori e che le competenze in essa presenti sono le più complete all’interno di una filiera nucleare ormai depressa da oltre 35 anni di assenza del nostro paese da questo settore. Per noi di Sogin la centralità e la sicurezza non è mai stata messa in discussione né lo sarà mai”.
Artizzu ha poi spiegato che “il deposito è un progetto-Paese che risponde alle esigenze di sistemare in un unico sito tutti i rifiuti radioattivi italiani, per una gestione centralizzata, sicura ed efficiente dei rifiuti già prodotti e di quelli che saranno prodotti nei prossimi 50 anni”.
“Com’è noto i rifiuti non saranno prodotti da attività di energia elettrica ma da ricerca, industria e sanità” ha proseguito l’ad di Sogin precisando che “consentirà all’Italia di allinearsi a quanto fatto in altri Paesi europei, Francia, Spagna e altri, che hanno in esercizio o stanno completando, sul loro territorio, strutture simili”. Per quanto riguarda la procedura di individuazione del sito e la possibilità di raccogliere autocandidature “il lavoro fatto per arrivare prima alla Cnapi e poi alla successiva Cnai è stato svolto rispettando tutti i criteri della guida tecnica” dell’Isin “applicati anche in modo più restrittivo della guida stessa in modo da contenere il numero dei siti”.
“Il risultato è inferiore a 70 siti e gestibile in modo efficace anche in termini di seminario nazionale” ha proseguito l’ad. “Sono due tipologie di esclusione la prima fa riferimento a grandezze fisiche la seconda a grandezze antropiche ma partendo la dalla fissazione di criteri in un determinato momento ci si deve aspettare che alcuni territori possano mutare nel tempo alcune loro caratteristiche come le grandezze antropiche. Il secondo aspetto è aver considerato la Guida tecnica 29 valida su tutta la superficie che comprende sia il deposito nazionale sia il parco tecnologico. È bene ricordare che al deposito nazionale confluiranno i rifiuti radioattivi mentre il parco tecnologico sarà un centro di ricerca. Per la redazione della Cnapi sono state escluse quindi aree inferiori ai 150 ettari”, ha aggiunti Artizzu.
“Il deposito nazionale se considerato in senso stretto necessita di una superficie nettamente inferiore di 50-60 ettari che considerando anche le aree in manovra diventano 80 ettari. Applicando la guida 29 solo a questi 80 ettari si moltiplicano statisticamente i siti esigibili nel rispetto di tutti i parametri di sicurezza”, ha spiegato l’ad di Sogin. “Il terzo aspetto riguarda i criteri di tipo fisico come la prossimità ai fiumi. Sono state escluse tutte le aree alluvionabili e almeno 30 metri di differenza di altitudine. Possiamo assicurare di essere in possesso dei progetti altrui e di averli studiati nel dettaglio. I parametri geomorfologici, sismici, idraulici, idrogeologici sono stati rispettati nell’individuazione delle aree e dovranno essere rispettati anche in futuro. Il contesto italiano è tra l’altro caratterizzato dalla necessità di rispettare parametri ancora più restrittivi rispetto a quelli internazionali – ha proseguito Artizzu -. Ad esempio la necessità di costruire l’impianto su pendenze inferiori al 10%”.
PERNICE (ISIN): RIMODULARE NORMA PER FAR CONOSCERE SITI E TEMPI A FINI AUTOCANDUDATURE
“Al di là di quella che è la scelta politica su cui non entro, dal punto di vista dell’organizzazione e del procedimento c‘è da osservare che questo provvedimento mira a consentire ai comuni interessati alla localizzazione sul proprio territorio del deposito nazionale e che non sono compresi nella Cnai, di comunicare il loro interesse individuando nel proprio territorio un sito. Questi comuni dovrebbero avere una conoscenza formale dei siti individuati all’interno della Cnai. Da un punto di vista organizzativo la norma dovrebbe prevedere quindi che acquisito sulla proposta di Cnai il parere dell’Isin questa proposta sia pubblicata da parte di Sogin – le procedure possono essere le stesse della pubblicazione della Cnapi -, e che entro un certo termine, che possono essere 60 giorni dalla data di pubblicazione, i Comuni interessati possano presentare le loro autocandidature” a ospitare il Deposito nazionale ha affermato invece il direttore dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) Maurizio Pernice nel corso dell’audizione in commissione Ambiente alla Camera sul deposito nucleare.
“Questa struttura della norma oltre a rispondere a esigenze sostanziali della norma” perché un Comune “non si può autocandidare se non sa con certezza che il suo territorio non rientri già nelle aree comprese nella Cnai” “allo stesso tempo quest’aggiunta consentirebbe di risolvere il problema del termine entro cui presentare le autocandidature”.
Sul piano specifico della scelta del comune “da un punto di vista organizzativo e dei rapporti tra le due procedure quella sulla proposta di Cnai” e “la nuova proposta che dovrebbe raccogliere le autocandidature si potrebbe determinare una procedura armonizzata in modo tale che la proposta così integrata con l’autocandidatura possa svilupparsi e andare in Vas e approvata definitivamente con decreto del ministro”, ha detto Pernice.
Sul piano specifico che riguarda le autocandidature proposto dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin “devo dire che potrebbe essere più funzionale ai termini. Se nel frattempo va avanti tutta la procedura della proposta Cnai e parallelamente si sviluppa la proposta di autocandidatura è chiaro che intanto va avanti una procedura e se le atuocandidature non dovessero avere un risultato positivo non si sarebbe perso tempo per la procedura ordinaria prevista”; ha concluso Pernice.
DODARO (ENEA): SI RISCHIA SATURAZIONE SITI TEMPORANEI, AUSPICABILE SCELTA A STRETTO GIRO
Secondo Enea “la previsione del parere tecnico dell’Isin è fondamentale per garantire l’accettabilità tecnica delle eventuali varie autocandidature di enti locali precedentemente esclusi dalla Cnapi” per quanto riguarda il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi ha infine sostenuto Alessandro Dodaro, direttore del dipartimento Fusione e Tecnologie per la sicurezza nucleare dell’Enea. “I motivi della precedente esclusione possono essere i più vari, ma devono essere superabili da un punto di vista tecnico-scientifico e non di sola opportunità”, ha aggiunto Dodaro spiegando che “considerando che il volume dei rifiuti radioattivi a bassa e media intensità afferenti al servizio integrato e provenienti da attività industriali e biomedicali, attualmente stoccati presso il centro Enea della Casaccia, nei depositi temporanei affidati in gestione alla società partecipata Nucleco, è tale da rischiare di saturare gli spazi disponibili nei prossimi anni, con evidente nocumento al sistema-Paese”.
Tale criticità, ha precisato Dodaro, “potrà essere superata solo a valle del conferimento dei suddetti rifiuti al Deposito nazionale”, a parere di Enea “è auspicabile che le procedure per l’indicazione del sito per il deposito nazionale e la sua realizzazione si concludano nel più breve tempo possibile: pertanto interventi riformatori come la proposta di legge in esame sono senz’altro condivisibili. Consideriamo la disciplina di stoccaggio del combustibile e dei rifiuti radioattivi, e quindi anche la proposta di legge in esame, di preminente importanza per il sistema-Paese”, ha concluso Dodaro.