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elettrica

Perché le auto elettriche non salgono sui traghetti (con una carica sopra il 30%)

Per salire a bordo dei traghetti verso la Corsica l’auto elettrica deve avere una carica non superiore al 30%. Il commento di Dino Marcozzi*

Ecco come funziona.
Quando si carica un’auto elettrica non si fa nessun “pieno di elettroni” che arrivano dalla rete alla batteria a velocità galattiche.
La ricarica di una batteria è solo un gran traffico interno di elettroni e di ioni che vanno su e giù tra gli elettrodi. In particolare il potenziale, disponibile alla colonnina e controllato dall’elettronica a bordo, viene utilizzato per strappare ioni di Litio dal Catodo della batteria e trasportarli all’Anodo e per spostare elettroni verso il catodo.
Quando, successivamente, si viaggia in auto elettrica l’energia viene resa disponibile semplicemente grazie al ritorno degli ioni di litio verso il catodo e di elettroni verso l’anodo, secondo quanto richiesto dal motore elettrico.
Accadono gli stessi fenomeni anche quando si recupera un po’di carica attraverso il motore che frena (nessun recupero al 100%, tipo moto perpetuo, come fanno intendere alcuni buontemponi).
Tutto qui.

Ora, mettiamoci un attimo nei panni di un piccolo ione di Litio in un’auto elettrica che sale a bordo di un traghetto “Corsica linea.com” per una vacanza.
Perché lo facciamo? Perché (stando alle notizie), le auto elettriche imbarcate da questa compagnia di navigazione, possono salire a bordo solo se cariche al massimo per il 30%.
Se il nostro amico ione è tra il fortunato 30% potrà riposare comodamente al ponte cabine “Anodo”. Quelli del restante 70% dovranno invece accontentarsi di un passaggio ponte al Catodo.
Un bell’inizio di vacanza in Corsica, non c’è che dire.
Lo sfortunato ione certamente si chiederà il perché del limite del 30% alla ricarica delle auto elettriche imbarcate.

Intanto invidierà i fratelli che tranquillamente vivono negli smartphone e nei computer dei passeggeri. Per loro libertà di movimento durante tutto il viaggio. E magari in qualche cabina stanno caricando un monopattino cinese comprato chissà come.

Intanto in altri Paesi, tipo Germania o Svezia, si possono non solo imbarcare, ma ricaricare le auto durante le traversate. Forse è ora di mettere ordine alla materia, senza ideologismi.

*Dino Marcozzi è Ingegnere nucleare, laureato all’Università di Pisa, è entrato in Enel nel 1980 nell’area Generazione e Trasmissione di Roma. È stato Operation Manager nella centrale nucleare BWR di Caorso e Direttore di centrali termiche dal 1991 al 1998, fino a una taglia di 3 GW. Dopo un’esperienza nella Pianificazione e Controllo, nell’Ingegneria O&M e nella generazione distribuita, è stato responsabile degli approvvigionamenti di Enel Italia Generazione e Ingegneria e Costruzioni fino a settembre 2008. Dall’ottobre 2008 Dino ha ricoperto il ruolo di Chief Procurement Officer in Enel Green Power, azienda leader nel settore delle energie rinnovabili, seguendo lo sviluppo della struttura a matrice attraverso la centralizzazione e la gestione di un portafoglio di 3,5 miliardi di euro di Capex e Opex in 17 Paesi. In qualità di CPO Dino è stato membro del McKinsey European CPO Rountable, relatore in diversi congressi e convegni come ProcureCon e docente ai corsi del Master Internazionale di Procurement di Tor Vergata, membro del Consiglio di Amministrazione di EUFER e Slovenske Elektrarne. Dopo un’esperienza come Senior Advisor in McKinsey&Co, a maggio 2018 è stato Fondatore e Segretario Generale di Motus-E (prima piattaforma italiana di stakeholders nell’ecosistema della mobilità elettrica).

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