Probabile che la domanda di Gnl nell’Ue raggiunga il suo picco nel 2024. Ciò è dovuto alla riduzione della domanda di gas strutturale determinata dagli obiettivi di decarbonizzazione
Nel 2023, l’Europa ha importato 18 miliardi di metri cubi di Gnl russo, principalmente da contratti a lungo termine firmati prima del 2022. Almeno 1 miliardo di metri cubi, ma forse di più, viene riesportato nei mercati asiatici attraverso ricariche di Gnl. È probabile che la domanda di gas liquefatto nell’Ue raggiunga il suo picco nel 2024. Ciò è dovuto alla riduzione della domanda di gas strutturale determinata dagli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione dell’Ue. È quanto emerge dal rapporto di Acer sul monitoraggio del mercato europeo del Gnl (MMR) che analizza gli sviluppi del mercato globale e dell’Ue e raccomanda ulteriori azioni per migliorare la trasparenza, la concorrenza e la flessibilità nei terminali europei.
LA UE HA DIVERSIFICATO LE ROTTE DI APPROVVIGIONAMENTO GAS: DAL 2022 OLTRE 50 MLD DI MC CDI NUOVI TERMINAL DI RIGASSIFICAZIONE
Dal monitoraggio emerge che durante la crisi energetica, l’Ue è riuscita a garantire l’approvvigionamento di gas e a diversificare le importazioni di gas dalla Russia, con il Gnl che ha giocato un ruolo chiave in questo cambiamento. Dal 2022, oltre 50 miliardi di metri cubi di nuove infrastrutture di rigassificazione nell’Ue hanno alleviato la congestione dell’offerta e contribuito a ridurre il divario di prezzo tra gli hub europei del gas e i prezzi spot del gas liquefatto.
LA UE IL MAGGIOR MERCATO DI IMPORT GNL AL MONDO
L’Ue è il più grande mercato di importazione di Gnl (con 134 miliardi di metri cubi di importazioni nel 2023) e gli Stati Uniti il più grande esportatore (119 miliardi di metri cubi nel 2023).
AL 2030 CAPACITA’ RIGASSIFICATORI A 200 MLN DI TONNELLATE
Il report Acer evidenzia come i 19 progetti globali di liquefazione in costruzione sono destinati ad aumentare la produzione di Gnl di circa 200 milioni di tonnellate entro il 2030, pari alla metà dell’attuale commercio annuo.
Circa il 75% della capacità di importazione di gas liquefatto aggiunta nell’Ue dal 2022 è costituita da unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione (FSRU). Ciò consente la potenziale riconversione o ricollocazione di queste infrastrutture galleggianti nel caso in cui il loro utilizzo diminuisse in modo significativo.
PER LA UE UN FUTURO POSITIVO NEL SETTORE GAS
Lo scenario di riduzione della domanda di gas mirato di REPowerEU (se dovesse concretizzarsi entro il 2030) potrebbe spostare la dipendenza dell’UE dal mercato spot del Gnl, trasformando uno stato di “sottocontratto” – cioè impegni contrattuali insufficienti a lungo termine che aumentano la dipendenza degli acquirenti dal mercato spot più volatile – di 49 miliardi di metri cubi nel 2023 in una posizione di “sovracontratto” – cioè che i contratti a lungo termine superano la domanda – di 30-40 miliardi di metri cubi tra il 2027 e il 2030.
LA UE PIÙ ANCORATA A CONTRATTI A LUNGO TERMINE CHE SPOT
Ciononostante, evidenzia Acer, l’eccedenza degli impegni a lungo termine non dovrebbe rappresentare un onere grazie alla flessibilità dei contratti franco a bordo (FOB), che consentono di vendere il Gnl in eccedenza sul mercato spot o reindirizzarlo altrove.
Contrariamente alla credenza generale, l’Ue rimane più dipendente dai contratti Gnl a lungo termine che da quelli spot (2 terzi contro 1 terzo). Il TTF funge da termine di indicizzazione predominante per i contratti spot dell’UE (64%), ma non per quelli a lungo termine (dove le indicizzazioni Henry-hub e Brent sono dominanti), conclude il report Acer