Dal 25 al 27 ottobre la kermesse che da qualche anno è diventato il più grande evento europeo sull’innovazione, la robotica, l’intelligenza artificiale e l’energia.
Ridurre al minimo l’impatto delle emissioni di CO2 e degli altri gas a effetto serra sull’ambiente, trasformando i processi produttivi e le abitudini dei cittadini. Sono questi gli obiettivi di medio e lungo termine che l’Unione europea si è data con gli step al 2030 e al 2050 per raggiungere il target net zero delle emissioni di carbonio e contenere l’innalzamento delle temperature al di sotto degli 1,5 gradi centigradi. Obiettivi che però richiedono strategie sfidanti già da oggi e che inevitabilmente trasformeranno profondamente il Vecchio Continente da un punto di vista economico, sociale e dei processi produttivi.
IL MONDO DEL LAVORO COINVOLTO NEL PROCESSO DI TRASFORMAZIONE
Anche il mondo del lavoro sarà interessato a questo processo di trasformazione. La transizione ecologica sta infatti lentamente modificando il modo di lavorare, creando nuove figure professionali e nuovi posti di lavoro per i quali sarà necessaria un’adeguata formazione a partire dai più giovani. Conoscere tecniche avanzate, e integrare soluzioni tecnologiche in una visione olistica dei problemi ambientali, economici e sociali sarà infatti fondamentale per entrare nel mercato del lavoro futuro.
APPUNTAMENTO AL MAKE FAIRE DI ROMA 2024 DAL 25 AL 27 OTTOBRE
Per parlare di transizione energetica e confrontarsi sui cambiamenti in atto, è in programma dal 25 al 27 ottobre la kermesse del Maker Faire Rome 2024 che da qualche anno è diventato il più grande evento europeo sull’innovazione, la robotica, l’intelligenza artificiale e l’energia.
MAIRE PRESENTE ALLA KERMESSE ROMANA CON I SUOI PROGETTI INNOVATIVI
Anche quest’anno tra i partecipanti alla manifestazione sarà presente MAIRE, gruppo di ingegneria italiano che sviluppa e implementa tecnologie innovative per la transizione energetica. Il Gruppo crea valore in 45 paesi e conta su circa 8.500 dipendenti, supportati da oltre 20.000 persone coinvolte nei suoi progetti e rappresenta un abilitatore della transizione energetica, grazie al suo ampio know-how nei settori dei fertilizzanti, dell’idrogeno, della cattura della CO2, dei carburanti, dei prodotti chimici e dei polimeri.
Ad oggi MAIRE ha preso parte a ben 90 progetti di innovazione, come coordinatore o partner, finanziati da fondi sia europei che nazionali. Solo nel Lazio, conta circa 900 dipendenti in quattro sedi, con un network di 600 fornitori locali e un impatto economico indotto di 120 milioni di euro, collaborando con più di 10 centri di innovazione.
LE INIZIATIVE DI MAIRE 
Tra le iniziative più significative vi è la collaborazione con l’Università Sapienza nel progetto “Green Chemistry and Mechatronics Open Innovation Lab”, che ha dato vita a un laboratorio dove ricercatori universitari, dottorandi e ingegneri dell’azienda lavorano insieme su progetti dedicati al Waste To Chemicals, dimostrando i benefici tangibili della collaborazione aperta. E l’istituzione della cattedra MAIRE Open Innovation and Sustainability presso l’Università LUISS Guido Carli, la prima del suo genere in Europa. Temi e progetti che i visitatori di Maker Faire Rome potranno conoscere e approfondire assieme alle opportunità e alle sfide che la transizione energetica pone, e alle soluzioni che MAIRE sviluppa e offre al mercato B2B.
LA TECNOLOGIA NX REPLAST PER L’UPCYCLING MECCANICO DEI POLIMERI RICICLATI
Tra le proposte spicca l’innovativo processo di upcycling meccanico per la produzione di polimeri riciclati e composti di elevata purezza (“r polimers“) basati sulla tecnologia proprietaria NX Replast, brevettata da MyReplast Srl che fa parte della famiglia NextChem di MAIRE dal 2019. Si tratta di una soluzione di riciclo meccanico dei rifiuti plastici post-consumo, per ottenere mediante un successivo trattamento chimico, polimeri riciclati ad alto valore aggiunto. L’efficienza di riciclo dell’Upcycling è molto elevata (95%) e il 5% dei rifiuti ottenuti può ancora essere recuperato attraverso la tecnologia Waste-to-Chemicals. I prodotti ottenuti con l’Upcycling hanno caratteristiche chimico-fisiche simili a quelle della plastica vergine. Le caratteristiche che rendono questa nuova tecnologia un successo, è infatti data dal fatto che i polimeri riciclati sono adatti a sostituire i materiali vergini di origine fossile in diverse applicazioni industriali, dal settore automobilistico, alle tubazioni, fino agli elettrodomestici e alle applicazioni edilizie.
per massimizzare la valorizzazione dei rifiuti plastici basata su approccio olistico che consente di accelerare e facilitare progettazione e realizzazione di nuovi impianti di riciclo. Le caratteristiche che rendono questa nuova tecnologia un successo, è data dal fatto che i polimeri riciclati sono adatti a sostituire i materiali vergini di origine fossile in diverse applicazioni industriali, dal settore automobilistico, alle tubazioni, fino agli elettrodomestici e alle applicazioni edilizie.
IL PROGETTO BELUGA
Un esempio concreto di utilizzo della tecnologia NX Replast è rappresentato dal progetto “Beluga” che ha l’obiettivo di produrre, in scala 1:1, un prototipo funzionale di una deriva monoposto. La progettazione nautica è stata ispirata dal design della tipologia di scafi denominati “open skiff”, la cui principale caratteristiche sono lo specchio di poppa aperto ed il fatto di essere completamente auto-svuotanti.
La materia prima di cui è composta l’imbarcazione deriva da un processo di “compounding polimerico” cioè di fusione e miscelazione di un materiale plastico in granuli, resina polimeriche ed additivi di vario genere, originato da fonti di riciclo prodotto da MyReplast Industries.
A MODENA SORGERA’ UN NUOVO IMPIANTO DI UPCYCLING IN SINERGIA CON ALIPLAST DEL GRUPPO HERA
La tecnologia NX Replast è stata recentemente selezionata anche da Aliplast, del Gruppo Hera, per il nuovo progetto di upcycling della plastica che sarà realizzato a Modena. Tramite NextChem Tech, selezionata come partner di ingegneria e tecnologia, verrà infatti realizzato un nuovo impianto di trattamento da 30.000 tonnellate all’anno di rifiuti plastici rigidi poliolefinici, in grado di produrre polimeri riciclati adatti a sostituire i materiali vergini di origine fossile in diverse applicazioni industriali rispondendo così alla crescente domanda generata dalla nuova regolamentazione e dai piani dei vari marchi produttori.