L’accordo di Amazon sul nucleare cambia tutto. Il podcast di Energia Oltre e Start Magazine “Capire un tubo”
La grande storia delle ultime settimane è la convergenza tra le compagnie tecnologiche americane e le società che producono energia nucleare. Ma è ancora presto per emettere sentenze. È vero che, una volta attive, le centrali nucleari permettono di produrre tanta elettricità pulita a costi bassi, ma la fase di costruzione tende a richiedere più soldi e più tempo del previsto: si tratta quindi di investimenti ancora percepiti come rischiosi. Il contesto, comunque, è oggi piuttosto favorevole: ci sono gli impegni sulle emissioni; negli Stati Uniti ci sono tutta una serie di incentivi pubblici; e di recente una decina di grosse banche hanno annunciato l’impegno ad aumentare il supporto all’energia atomica.
Le “Big Tech” non sembravano disposte a investire nello sviluppo di nuovi reattori, preferendo limitarsi al ruolo di utenti finali. Il quadro è cambiato davvero con Amazon, che ha comprato una quota di X-energy, una società americana specializzata nello sviluppo di piccoli reattori modulari. Amazon ha anche firmato un accordo per l’acquisto dell’elettricità prodotta dai reattori modulari che Energy Northwest vuole costruire nello stato di Washington.