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L’energia idroelettrica potrà sopravvivere ai cambiamenti climatici?

L’AIE ha avvisato che “negli ultimi 5 anni il tasso di crescita medio dell’energia idroelettrica è stato inferiore ad un terzo di quanto richiesto, il che segnala la necessità di sforzi significativamente più forti, in particolare per semplificare le autorizzazioni”

L’energia idroelettrica è la più grande fonte di energia pulita al mondo, e genera più elettricità di tutte le altre fonti di energia rinnovabile messe insieme. Tuttavia, il tasso globale di espansione dell’idroelettrico sta diminuendo, e la tecnologia affronta una minaccia esistenziale in molte parti del mondo a causa dei cambiamenti meteorologici associati al cambiamento climatico.

IL TASSO DI CRESCITA DELL’ENERGIA IDROELETTRICA È IN CALO

Ciò potrebbe comportare dei grossi problemi negli sforzi di decarbonizzazione globale, poiché gli scenari net-zero si basano su un forte ruolo continuo dell’energia idroelettrica con un tasso di crescita annuale ideale di circa il 4%. “Negli ultimi 5 anni – ha spiegato l’Agenzia Internazionale per l’Energia – il tasso di crescita medio è stato inferiore ad un terzo di quanto richiesto, il che segnala la necessità di sforzi significativamente più forti, in particolare per semplificare le autorizzazioni e garantire la sostenibilità del progetto. Gli impianti idroelettrici dovrebbero essere riconosciuti come una spina dorsale affidabile dei sistemi di energia pulita del futuro, e supportati di conseguenza”.

ENERGIA IDROELETTRICA E CAMBIAMENTO CLIMATICO

Sebbene l’energia idroelettrica resti un elemento essenziale di qualsiasi scenario net-zero, le siccità storiche in molte parti del mondo si sono rivelate punitive per i sistemi idroelettrici, e hanno spaventato i potenziali investitori. Nel 2022, le principali siccità nel bacino del fiume Yangtze in Cina hanno ridotto il potenziale idroelettrico sviluppato (DHP) del 26%, costituendo un importante problema di sicurezza energetica per la regione e per la Cina nel suo insieme.

Come ricorda Oilprice, delle sfide simili, negli ultimi anni, sono state vissute anche in altre aree del mondo, come Brasile, Stati Uniti e nei Paesi europei della regione del Mediterraneo. È fondamentale notare che questi non sono degli incidenti isolati, né caratteristici di un periodo particolarmente caldo e secco: in alcuni scenari climatici, infatti, il rischio di siccità estreme simili in futuro aumenta di quasi il 90%.

IL RUOLO DELL’IDROELETTRICO DURANTE I PERIODI DI SICCITÀ

Tuttavia, gli studi hanno dimostrato che l’energia idroelettrica può restare una fonte di energia costante e affidabile durante periodi intensi e prolungati di siccità. Secondo il Dipartimento dell’Energia USA, durante un periodo di siccità negli Stati Uniti “l’intera flotta idroelettrica ha sostenuto l’80% della generazione media, e poteva fornire energia flessibile nei periodi di elevata domanda, anche durante le siccità più gravi degli ultimi due decenni”.

Inoltre, l’energia idroelettrica potrebbe persino svolgere un ruolo fondamentale nella gestione della siccità. Tuttavia, durante la grave siccità della Cina nel 2022, il Paese ha assistito ad un significativo ritorno al carbone, con ampie ramificazioni per gli sforzi di decarbonizzazione di tutto il mondo. La Cina non è l’unica in questo schema. Proprio questo mese, in Africa, lo Zambia ha approvato la costruzione di una nuova centrale elettrica a carbone, “mentre combatte una crisi energetica causata da una siccità record che ha colpito la generazione di energia idroelettrica”, come si legge in un rapporto di Bloomberg.

IL CASO DELLO ZAMBIA

Attualmente, lo Zambia fa affidamento sull’energia idroelettrica per l’85% del suo mix energetico, il che lo ha reso estremamente vulnerabile alle fluttuazioni dell’approvvigionamento idrico dovute a modelli meteorologici estremi e mutevoli, che dovrebbero intensificarsi insieme all’aumento delle temperature globali. L’adozione forzata, da parte del Paese africano, del combustibile fossile più sporco è indicativa di un problema molto più ampio riguardante lo sviluppo di risorse energetiche rinnovabili agibili e a prezzi accessibili nei Paesi in via di sviluppo. Per mantenere i percorsi net-zero, l’Africa e altri Paesi in via di sviluppo saranno costretti a “bypassare” lo sviluppo dei combustibili fossili, saltando sostanzialmente quello che è stato un passaggio essenziale nella sequenza dello sviluppo economico per i Paesi più ricchi sin dalla rivoluzione industriale.

Il caso dello Zambia, però, mostra chiaramente che un approccio del genere non è ancora fattibile per i Paesi che lottano per soddisfare il loro fabbisogno energetico con qualsiasi mezzo, tanto meno attraverso una capacità di produzione puramente rinnovabile.

IL RISCHIO DI SHOCK ECONOMICI

Per i Paesi che stanno già lottando per soddisfare le loro esigenze di sicurezza energetica, qualsiasi minaccia alla capacità potrebbe causare dei gravi shock economici. Anche se l’energia idroelettrica è ancora in grado di produrre all’80% della capacità in condizioni di grave siccità, quel 20% potrebbe essere decisivo per le economie in difficoltà. Ciò significa grossi problemi per l’energia idroelettrica e per i piani di decarbonizzazione globali nel loro complesso, che dovranno vedere una significativa crescita continua in Asia Pacifico, Africa e Medio Oriente, per bilanciare le aggiunte in calo in altre regioni.

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