Nel 2024 la capacità installata ha raggiunto 2,6 gigawattora. Eppure, dietro i profitti si nasconde una delusione: gli esperti speravano che queste batterie stabilizzassero il sistema elettrico, ma il loro utilizzo si piega più alla logica del mercato che a quella della rete.
Mentre l’economia tedesca arranca, c’è un settore che brilla: quello degli accumulatori di energia su larga scala che stanno vivendo un’espansione senza precedenti. Si tratta di gigantesche batterie che immagazzinano elettricità per rivenderla alla rete nei momenti di picco: colossi tecnologici che sfruttano le oscillazioni dei prezzi in borsa, comprando energia a buon mercato nelle giornate soleggiate e ventose per rivenderla a caro prezzo quando il buio e la calma prevalgono.
Handelsblatt getta uno sguardo approfondito su questo affare d’oro, reso possibile dal calo dei costi d’acquisto e da un modello di business che, come osserva Jens Hollinderbäumer di Linklaters, può ripagarsi in meno di cinque anni. I numeri parlano chiaro: nel 2024 la capacità installata ha raggiunto 2,6 gigawattora, e secondo Enervis è destinata a più che raddoppiare entro il 2025, un boom che risponde alla volatilità introdotta dalla transizione energetica. Eppure, dietro i profitti si nasconde una delusione: gli esperti speravano che queste batterie stabilizzassero il sistema elettrico, ma il loro utilizzo si piega più alla logica del mercato che a quella della rete.
SENZA ACCUMULATORI TRANSIZIONE È UN MIRAGGIO MA IL LORO RUOLO RESTA AMBIGUO
Il quotidiano economico-finanziario tedesco interpella esperti e addetti ai lavori. Philipp Man di Terralayr non ha dubbi: senza accumulatori la transizione energetica è un miraggio, eppure il loro ruolo resta ambiguo. Dovrebbero livellare le fluttuazioni di eolico e solare, assorbire i picchi di produzione e scongiurare blackout, ma spesso fanno l’opposto. Paulina Asbeck di Vattenfall lo spiega con chiarezza: queste batterie seguono i prezzi, non le esigenze della rete. Quando l’energia eolica abbonda al nord e i prezzi crollano, persino a livelli negativi, gli accumulatori si riempiono, ma questo sovraccarica le reti settentrionali già fragili, mentre al sud, dove l’energia scarseggia, la domanda resta insoddisfatta.
RISCHIO DESTABILIZZAZIONE DEL SISTEMA
Hendrik Neumann di Amprion evidenzia il paradosso: anziché alleggerire il sistema, gli accumulatori possono destabilizzarlo, amplificando squilibri regionali. Per correre ai ripari, Amprion ha lanciato una gara per cinque nuovi sistemi progettati per servire la rete, un esperimento che testerà se redditività e stabilità possano convivere.
IL PROBLEMA DELLA COPERTURA ENERGETICA
Ma c’è un limite più profondo: anche con il loro boom, gli accumulatori non bastano a coprire le “fasi di calma”, ormai in Germania tristemente noti come Dunkelflaute, quei giorni senza sole né vento in cui le rinnovabili tacciono. Se pure la capacità attuale si moltiplicasse per novanta, garantirebbe appena tre ore di autonomia alla Germania, osserva l’Handelsblatt.
E il futuro? Le richieste di connessione alla rete si accumulano, ma molte resteranno sulla carta, frenate da risorse scarse e da una pianificazione più rigorosa imposta dai gestori, come nota Asbeck. Philipp Man di Terralayr aggiunge che tante aziende prenotano capacità senza poterle sfruttare. Così, mentre il settore cresce e attira capitali, la promessa di una rete elettrica resiliente resta lontana, sospesa tra il luccichio dei profitti e le ombre di un sistema ancora vulnerabile.