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Morandi (Chemprod): “Dazi di Trump stanno riportando in Italia molti processi produttivi. Noi in prima linea”

Morandi: “Non va dimenticata l’importanza dell’idrogeno in questo momento e nella trasformazione che può portare sia sulla parte produttiva che nei trasporti. L’idrogeno è un vettore energetico che permetterebbe tranquillamente di stoccare l’energia in eccesso prodotta con le fonti rinnovabili”

Intervista a Dario Morandi di Chemprod, società di ingegneria multidisciplinare operante nel campo della chimica industriale, nata nel 1995 per fornire attività di consulenza di Processo per lo sviluppo di complessi progetti industriali in affiancamento alle grandi compagnie italiane attive nel comparto Oil&Gas. Figlio del fondatore Daniele Morandi, Dario è in azienda dal 2007, per seguire in particolare l’aspetto commerciale e l’interfaccia con la committenza nell’ambito dello sviluppo delle commesse più impegnative.

ChemprodCHEMPROD IN BREVE

La società, attualmente composta da uno staff tecnico di 40 elementi, fra ingegneri e tecnici, per una capacità produttiva di 70000 ore annue ad alto contenuto tecnologico, è un’azienda dove la creatività nell’approcciare le problematiche dei singoli progetti è un fattore naturale. Per questa peculiarità, è anche una azienda molto attenta alla formazione delle giovani leve già in primis selezionate per la preparazione e la dinamicità dimostrate nel percorso scolastico: facendole lavorare fin da subito in stretto contatto con il personale di maggior esperienza lavorativa si stimola la curiosità in loro e la creatività del team.

DARIO MORANDI: ABBIAMO REGISTRATO COME SOCIETÀ UN FORTE AUMENTO DI RICHIESTE NELL’AMBITO DELLE ENERGIE RINNOVABILI, SIA COME REVAMPING SIA GREEN FIELD

I dazi Usa costringeranno a localizzare di nuovo in Italia parte della produzione legata a Comunità energetiche de energie rinnovabili. Quale ruolo può ricoprire l’ingegneria chimica?

“Sicuramente negli ultimi anni ma in particolare anche a seguito delle mosse politiche legate ai dazi emessi da Trump, abbiamo registrato come società un forte aumento di richieste nell’ambito delle energie rinnovabili, siano queste intese sia come revamping di impianti esistenti nell’ambito per esempio del biogas, o di nuove realizzazioni partendo da green field, quindi da prato. Questo interesse si ripercuote non solo nel biogas ma anche nell’ambito dell’idrogeno e nella possibilità di implementare soluzioni ibride che consentano quindi a degli impianti esistenti di ridurre la loro carbon footprint, rendendoli quindi più green da questo punto di vista. Per una società come Chemprod questa è ovviamente un’occasione importante perché ci permette di utilizzare le competenze acquisite negli anni in diversi settori per fornire un apporto che possa essere anche trasversale. Abbiamo una enorme esperienza nella gestione e nel trattamento di gas idrocarburo. Quindi è un riportare competenze tecniche acquisite in settori sempre più emergenti e sempre più sfidanti. Recentemente infatti abbiamo ricevuto addirittura una richiesta di offerta per un revamping di dodici impianti a biogas per portarli a biometano, ulteriore dimostrazione degli interessi sempre maggiore anche da parte di privati per questo tipo di mercato”.

L’IDROGENO VETTORE CHE PERMETTE DI STOCCARE L’ENERGIA

Il rinnovato interesse per l’idrogeno può supportare le rinnovabili?

“Non va comunque dimenticata l’importanza dell’idrogeno in questo momento e nella trasformazione che può portare sia sulla parte produttiva che nei trasporti. L’idrogeno è un vettore energetico che permetterebbe tranquillamente di stoccare l’energia in eccesso prodotta con le fonti rinnovabili e che la rete energetica non è sempre in grado di gestire, per poi essere impiegato in momenti in cui queste non sono disponibili. Anche in questo caso come Chemprod abbiamo una grossa competenza, una grossa esperienza legata sia alla generazione con tecnologie tradizionali come lo Steam reformer che impiega gas idrocarburi per produrre idrogeno o come interfaccia con i fornitori di elettrolizzatori per gestirne le alimentazioni e inquadrarlo nella filiera produttiva del sistema. Oltretutto sarebbe anche uno step quello di integrare altre fonti rinnovabili. Esempio la produzione di biometano può essere utilizzata per produrre idrogeno o altri elementi come metanolo e via dicendo che sono intermedi fondamentali nell’industria chimica. Quindi un ulteriore step nello sviluppo della chimica verde che diventa fondamentale non solo per il paese Italia ma anche per il sistema Europa”.

“OTTIMIZZARE I FLUSSI PRODUTTIVI E L’EFFICIENTAMENTO ENERGETICO È FONDAMENTALE”

Il contributo della chimica verde all’industria in Europa?

“Permetterebbe di riportare al centro del mercato produzioni che in questo momento invece sono state, in modo Forse un po’ miope, troppo facilmente delocalizzate in altri mercati per fini di costo. Sicuramente un obiettivo necessario da raggiungere perché si possa effettivamente ottenere il risultato di riportare importanti produzioni e processi produttivi in Europa è quello di ottimizzare i flussi produttivi e l’efficientamento energetico richiesto anche in questo settore Chemprod può contribuire utilizzando e sfruttando meglio le competenze acquisite in oltre trent’anni di attività nei maggiori settori industriali esistenti”.

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