L’ampliamento dei beneficiari è un effetto del nuovo decreto del MASE, che ha rivisto i requisiti per accedere ai fondi, ha introdotto degli anticipi più elevati e allungato i tempi per la realizzazione delle CER
Più fondi per le CER. Sale infatti a quota 7.760 il numero dei Comuni che potranno usufruire dei contributi a fondo perduto del PNNR per costituire una Comunità energetica rinnovabile. A beneficiare degli incentivi saranno i gruppi di autoconsumo, sia i classici condomini che le villette bifamiliari.
LA REVISIONE DEL DECRETO MASE SULLE CER
L’ampliamento dei beneficiari è un effetto del nuovo decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, che ha rivisto i requisiti per accedere ai fondi, ha introdotto degli anticipi più elevati e allungato i tempi per la realizzazione degli impianti rinnovabili. La scelta di includere i centri urbani di media grandezza e i territori con una maggiore densità abitativa (e potenziale energetico), il governo punta evidentemente a favorire lo sviluppo delle CER.
IL CONTRIBUTO PNRR PER LE CER
Il contributo del PNNR e pari al 40% dei costi di investimento per la realizzazione degli impianti necessari per la CER o per i gruppi di autoconsumo. Se fino allo scorso maggio il contributo era ammesso solo per i Comuni con meno di 5.000 abitanti, con la nuova soglia, in base ai dati Istat di marzo 2025, ora la misura interessa il 98,3% del totale, e per la precisione si passa da 5.521 a 7.760 Comuni .
Tra i comuni ora ammessi vi sono Crema, Mantova, Cologno Monzese, Rozzano, Segrate, Corsico, Anzio, Civitavecchia, Fiumicino, Pomezia, Guidonia, Tivoli, Velletri, Acerra, Casoria, Afragola, Pozzuoli, Torre del Greco, Mazara del Vallo, Termini Imerese, Nuoro, Oristano e Porto Torres. Restano invece escluse dalla misura le 136 maggiori città d’Italia.
L’allargamento dei Comuni interessati amplia la probabilità di trovare operatori e utenti interessati a creare una comunità energetica, sia tra i soggetti che gestiscono attività produttive, sia tra le altre realtà locali che possono far parte di una CER.
FONDI ANTICIPATI
Il nuovo decreto prevede poi la possibilità di ottenere una quota maggiore di fondi in anticipo, per poter sostenere più agevolmente le spese per la realizzazione dell’impianto, soprattutto da parte dei gruppi di autoconsumo. Le somme erogabili dal GSE passano infatti dal 10% al 30% del totale. Inoltre, adesso anche le persone fisiche potranno cumulare questi fondi con altri eventuali contributi in conto capitale, senza perdere nulla.
LA TARIFFA INCENTIVANTE
Il contributo a fondo perduto si aggiunge alla tariffa premio sull’energia condivisa e al corrispettivo di valorizzazione, definito dall’Arera, su importi erogati per 20 anni. La tariffa è costituita da una parte fissa e una variabile ed è legata alla potenza dell’impianto e al prezzo del mercato energetico: si va da un minimo di 60 euro/MWh a un massimo di 120 euro/ MWh, a cui possono aggiungersi fino a 10 euro/ MWh in base all’ubicazione geografica dell’impianto. Il corrispettivo di Arera oggi è di circa 8 euro/ MWh.
LE TEMPISTICHE PER I LAVORI E PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA
Gli impianti incentivati andranno realizzati entro il 30 giugno 2026. Il termine ultimo è di 24 mesi dalla fine dei lavori, e comunque entro il 31 dicembre 2027. Le quote a saldo saranno erogate al completamento dei lavori, salvo revoca se l’impianto non entra in esercizio. Inoltre, il contributo verrà revocato in caso di mancata sottoscrizione del contratto per l’erogazione degli incentivi.
Un’ulteriore novità del decreto è che concede anche alle persone fisiche la possibilità di cumulare il contributo fondo perduto con altri contributi, mentre fino a maggio 2025 questo benefit era riservato solo ad enti locali, enti religiosi, enti del terzo settore e ambientalisti. È prevista infine l’applicazione retroattiva delle nuove disposizioni ai progetti già presentati prima dell’entrata in vigore del decreto. Al momento, la data ultima per la presentazione delle domande è il 30 novembre.