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La Russa vince la poltrona di Aci, ma la partita non è chiusa

Geronimo La Russa conquista la presidenza dell’Aci, ma la sua vittoria è già avvolta da polemiche e sospetti di “amichettismo”. Angelo Sticchi Damiani resta alla finestra

Geronimo La Russa ha vinto la corsa per la poltrona di diciannovesimo presidente dell’Aci. Un autentico plebiscito per il figlio del vicepresidente del Senato, il quale ha ottenuto oltre il 78% dei 2.112 voti degli aventi diritto. Ma il largo sostegno non è sufficiente a spegnere le voci di “amichettismo”. Polemiche alimentate dalle recenti parole dell’ex presidente Sticchi Damiani, che attende speranzoso gli esiti del ricorso che potrebbe aprire nuovi scenari.

LA RUSSA VINCE MA NON CONVINCE

Il figlio del presidente del Senato, già vice dell’Aci, ha superato la concorrenza di Giuseppina Fusco (direttrice di Aci Roma). La delfina di Damiani Sticchi ha ottenuto solo il 22% delle preferenze. Tramonta così la “pazza idea” di tornare sulla poltrona dell’Aci attraverso l’eventuale abdicazione di Fusco. Ad oggi, il vertice dell’ente pubblico non economico che raggruppa 98 Automobile Club federati, oltre un milione di soci e 14 società partecipate rimane saldamente nelle mani di La Russa.

“Essere stato eletto alla guida dell’Aci è per me un grande onore. Lavorerò con spirito di servizio, ascolto e determinazione”, ha dichiarato La Russa dopo l’elezione. Un messaggio di apertura che non è però bastato a spegnere le critiche per le modalità della forzata “abdicazione” dell’ex presidente, il quale attende fiducioso gli esiti dell’ultimo ricorso.

STICCHI PUO’ TORNARE ALLA GUIDA DI ACI?

Non e ancora detta l’ultima parola pero’. Il ricorso presentato da Angelo Sticchi Damiani potrebbe aprire nuovi scenari. Se i giudici giudicheranno illegittima la norma del Governo che ha portato alla caduta dell’ex presidente, infatti, sarebbe a rischio anche la legittimità dell’elezione di La Russa.

LE POLEMICHE SU ACI

La vittoria di Geronimo La Russa ha attirato le critica dell’opposizione. La sua elezione alla guida dell’Aci è la massima espressione della logica delle spartizione delle poltrone agli amici del Governo, secondo i dem.

“Un esito che si iscrive nel solco di una stagione politica in cui le nomine rispondono più alle logiche dell’appartenenza che a quelle del merito. L’amichettismo è la regola al tempo del governo Meloni che in questo caso è arrivato addirittura a modificare la legge”, ha commentato Mauro Berruto.

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