Stellantis accelera in Marocco. Kenitra si candida a diventare la nuova Mirafiori, mentre in Italia la produzione crolla ai minimi storici
Stellantis raggiungerà l’obiettivo di produrre un milione di veicoli in un anno, ma in Marocco. Dal 2024 il gruppo sta investendo per aumentare la capacità produttiva del Paese africano e della vicina Algeria. Recentemente Stellantis ha messo sul piatto 1,2 miliardi per raggiungere una produzione di 535.000 veicoli al 2030, per poi puntare al milione. In Italia, intanto, il target sembra sempre più un miraggio.
STELLANTIS PUNTA SU KENITRA, LA MIRAFIORI AFRICANA
Lo scorso anno la produzione nei siti italiani di Stellantis si è fermata a 475.000 unità. Dato che alla fine del 2025 rischia di peggiorare, secondo Il Sole 24 Ore. (221.885 tra auto e furgoni nel primo semestre). Se Mirafiori soffre, Kenitra sorride. Infatti, il gruppo investirà 1,2 miliardi per aumentare la capacità produttiva di auto e motori in Marocco.
La capitale africana è sempre più al centro della strategia di Stellantis, “una sorta di Mirafiori del Nord Africa in virtù anche dell’iniezione di nuovi modelli, oltre all’attuale Topolino, targati Fiat: Giga Panda? Panda Fastback? Mentre la Granda Panda, che nasce in ora in Serbia, dovrebbe approdare pure in Algeria”, sottolinea Il Sole 24 Ore, aggiungendo che gli acquisti di componenti da aziende localizzati nel Paese supereranno quota 6 miliardi.
LA SOLIDARIETA’ A TERMOLI CHE NON FRENA LA CRISI PRODUTTIVA
Il sito di Termoli rappresenta l’esempio del fallimento delle politiche Ue e della crisi produttiva che sta vivendo il gruppo. Ieri è stato siglato un nuovo contratto di solidarietà che tutela i lavoratori per un anno. Ma “del doman non v’è certezza“. Infatti, la misura offre maggiori garanzie ai lavoratori, ma non aiuta a superare la crisi produttiva che investe diversi stabilimenti del gruppo. Intanto, la spesa aumenta anche per lo Stato e i fondi a disposizione scarseggiano. Quest’anno sono 12.000 i lavoratori a rischio esaurimento della cassa integrazione.
“Cassino: ripartenza il 2 settembre con volumi iniziali ridotti senza precedenti. Melfi: da ieri linee al lavoro su un turno, a inizio ottobre il via alla nuova Jeep Compass. Mirafiori: l’1 settembre si riparte, ma senza chiarezza su livelli occupazionali e produttivi. Il 28 agosto l’incontro per rinnovare il contratto di solidarietà. Solo da novembre le prime Fiat 500 ibride. Pomigliano d’Arco: da ieri due turni al giorno per la Fiat Pandina, domani dovrebbe toccare all’Alfa Romeo Tonale. Modena: tutto fermo fino al 30 settembre con le due sportive Maserati traslocate da Mirafiori. Atessa: fabbrica in funzione dal 19 agosto (650 furgoni al giorno), mentre tra giugno e luglio sono uscite 400 persone con pensionamenti e bonus”, riassume Il sole 24 Ore.
I SINDACATI: PRODUZIONE ITALIANA AI MINIMI
“La produzione italiana è ai minimi, superata da Paesi dell’Est Europa e doppiata dal Marocco. Una volta l’auto era il fiore all’occhiello dell’Italia nel mondo. Oggi, purtroppo, non è più così. Chiediamo un incontro urgente al ministro Urso e all’ad di Stellantis, Antonio Filosa, sul Piano Italia, prima che si arrivi a una situazione irreversibile. I rischi: deserto industriale e 120mila posti di lavoro in tutta la filiera. Servono nuovi modelli in tempi brevi, non solo elettrici, ma puntando sull’ibrido in tutti i siti, e strumenti per rilanciare l’intero settore. L’emblema del fallimento delle politiche Ue è la condizione preoccupante di Termoli, con il progetto Gigafactory fermo, i lavoratori in solidarietà fino ad agosto 2026 e le incertezze sul futuro”, ha detto Rocco Palombella, leader Uilm. “Il contratto di solidarietà è uno strumento difensivo che ci permette di affrontare una fase molto difficile”, ha sottolineato Francesco Guida (Uilm Molise).