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Von der Leyen suona la carica: “Via i colli di bottiglia per abbassare le bollette, più rinnovabili e nucleare per l’indipendenza Ue”

L’Allarme di Draghi: “L’Europa è in ritardo su tutto. Obiettivo auto al 2035 irrealizzabile, l’energia costa il doppio degli USA”

L’Europa deve ridurre i costi dell’energia per cittadini e imprese e per farlo deve agire su due fronti: rimuovere gli otto “colli di bottiglia” critici che oggi impediscono all’elettricità di circolare liberamente nel continente e accelerare sulla produzione interna di energia pulita, puntando su un mix di rinnovabili con il nucleare come fonte di base. È la ricetta per la competitività e l’indipendenza energetica delineata dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha annunciato un nuovo “Pacchetto Reti” e un’iniziativa per creare vere e proprie “Autostrade dell’Energia”.

Le dichiarazioni della Presidente sono arrivate oggi durante la conferenza “Un anno dopo il rapporto Draghi”, un evento organizzato per fare il punto sulle azioni intraprese per rafforzare la competitività europea. Il discorso di von der Leyen ha toccato tutti i temi strategici, dall’energia alla tecnologia, dalla difesa alla politica industriale, confermando la volontà di tradurre in azioni concrete le raccomandazioni del rapporto.

LA SFIDA ENERGETICA: PREZZI TROPPO ALTI E DISPARI

“Conosciamo il motivo principale per cui paghiamo bollette più alte rispetto ai nostri concorrenti: l’Europa dipende troppo dai combustibili fossili importati”, ha dichiarato von der Leyen. “Ma conosciamo anche la soluzione: l’energia interna”.

La Presidente ha evidenziato come, nonostante i “progressi impressionanti” che hanno portato le fonti a basse emissioni di carbonio a coprire oltre il 70% dell’elettricità europea, i prezzi rimangano “troppo alti, troppo volatili e troppo disparati”. In alcuni Stati membri, ha sottolineato, l’elettricità costa tre volte di più che in altri.

“Molti picchi di prezzo potrebbero essere evitati se l’energia potesse fluire più liberamente dove serve”, ha aggiunto, puntando il dito contro la scarsa integrazione delle reti nazionali. Per affrontare il problema, ha annunciato un “Pacchetto Reti” e l’iniziativa “Autostrade dell’Energia”, che si concentrerà su otto colli di bottiglia critici, “dai Pirenei al Canale di Sicilia”.

L’AUTO, L’ACCIAIO E LA TRANSIZIONE PULITA

Von der Leyen ha dedicato un intero capitolo alla transizione pulita, definendola una “grande opportunità” per settori chiave come le batterie, l’eolico e l’auto elettrica, le cui vendite in Europa sono aumentate di quasi il 25% su base annua. “La domanda è: vogliamo raccoglierne i benefici economici? O vogliamo che altri si assumano una quota crescente di questi nuovi mercati?”, ha chiesto retoricamente.

Per sostenere l’industria europea, ha annunciato un pacchetto “Battery Booster” da 1,8 miliardi di euro per espandere la produzione di batterie in Europa e ha ribadito l’importanza del Clean Industrial Deal per affrontare gli ostacoli allo sviluppo delle tecnologie pulite.

MATERIE PRIME CRITICHE E DIFESA: RIDURRE LE DIPENDENZE

Il terzo pilastro del discorso è stato la necessità di ridurre le dipendenze strategiche. “Oggi un singolo Paese controlla il 75% della lavorazione del cobalto e il 90% delle terre rare. Questa è una situazione critica”, ha affermato, sottolineando l’importanza dell’economia circolare e del Critical Raw Materials Act, che ha già selezionato 47 progetti strategici in tutta Europa, dal rame in Finlandia al riciclo delle batterie in Italia.

Anche sulla difesa, von der Leyen ha insistito sulla necessità di una maggiore indipendenza, ricordando il lancio del piano “Readiness 2030” per mobilitare fino a 800 miliardi di euro in investimenti e il successo del programma SAFE per gli appalti congiunti, che ha già assegnato 150 miliardi di euro in prestiti.

LA SFIDA DELL’INNOVAZIONE E IL MERCATO UNICO INCOMPIUTO

La Presidente ha riconosciuto che l’Europa deve colmare il divario di innovazione con USA e Cina, capitalizzando i suoi punti di forza, come i supercomputer (4 tra i primi 10 al mondo) e la rapida adozione dell’IA da parte delle imprese. Ha annunciato la firma dei primi progetti pilota per le “Gigafactory dell’IA” e un nuovo Fondo per la Competitività da oltre 400 miliardi di euro nel prossimo bilancio.

Tuttavia, ha ammesso che il Mercato Unico rimane “ben lungi dall’essere completo”, con barriere interne che, secondo il FMI, equivalgono a un dazio del 110% sui servizi. Per questo, ha annunciato una “Roadmap per il Mercato Unico fino al 2028” per accelerare l’integrazione nei settori di finanza, energia e telecomunicazioni.

L’ALLARME DI DRAGHI: “L’EUROPA È IN RITARDO SU TUTTO. OBIETTIVO AUTO AL 2035 IRREALIZZABILE, L’ENERGIA COSTA IL DOPPIO DEGLI USA”

A un anno dalla presentazione del suo rapporto sulla competitività, Mario Draghi lancia un duro monito all’Europa: le ipotesi su cui si basano gli obiettivi di decarbonizzazione, in particolare nel settore auto, “non sono più valide”. L’obiettivo del 2035 per i veicoli a zero emissioni è “irrealizzabile” a causa del lento sviluppo delle infrastrutture di ricarica, dei costi elevati e dell’innovazione in ritardo, una rigidità che rischia di consegnare il mercato alla Cina. L’ex premier chiede un approccio tecnologicamente neutrale che includa anche i carburanti a zero emissioni.

Sul fronte energetico, l’allarme è ancora più forte: in Europa l’elettricità per l’industria costa il doppio e il gas quasi quattro volte di più rispetto agli Stati Uniti. Draghi critica le sovvenzioni nazionali come un “sollievo temporaneo” che non risolve i problemi strutturali, tra cui un mercato in cui il prezzo del gas determina ancora quello dell’elettricità. La decarbonizzazione, pur essendo la via maestra, è frenata da investimenti insufficienti in reti, interconnettori e generazione di base come il nucleare, con metà del tempo per i progetti perso in autorizzazioni.

Per questo, serve una pianificazione energetica a livello europeo, un disaccoppiamento dei prezzi delle rinnovabili da quelli fossili attraverso contratti a lungo termine (PPA e CfD) e un rafforzamento del potere negoziale dell’UE negli acquisti collettivi di GNL. Infine, Draghi chiede di rivedere le politiche sulla concorrenza e sugli aiuti di Stato, superando gli “sforzi nazionali non coordinati” per costruire veri campioni europei in settori strategici come la difesa e le tecnologie avanzate.

Factsheet_-_One_year_of_The_Draghi_Report.pdf

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