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Stellantis pressata da Trump investe 13 miliardi di dollari in Usa. La Cina si mangia pezzi di mercato in Ue

Il nuovo ad di Stellantis, Antonio Filosa, ha annunciato un piano di investimenti per 13 miliardi di dollari negli Usa, il più grande in 100 anni di storia dell’azienda negli Stati Uniti, secondo quanto riporta Repubblica. Intanto, la Cina conquista sempre più terreno nel mercato automotive Ue

Filosa lancia un piano record da 13 miliardi per risollevarsi dalla crisi negli Usa. La produzione verrà potenziata del 50% con 5 nuovi modelli, generando oltre 5.000 posti di lavoro. Anche se ieri il suo titolo in Borsa ha segnato un calo del 4,78%. Il mercato dell’auto è in crisi e la Cina ne approfitta, esportando a ritmi record nel Vecchio Continente. Intanto, nell’Unione Europea la produzione si riduce a cifre impressionanti.

I 13 MILIARDI NEL MERCATO USA

L’investimento di 13 miliardi di dollari negli Usa andrà a potenziare la produzione statunitense del 50% con cinque nuovi modelli e 19 iniziative di prodotto nei prossimi quattro anni, generando oltre 5.000 nuovi posti di lavoro negli stabilimenti in Illinois, Ohio, Michigan e Indiana. Come riporta La Repubblica, non sono un mistero gli incontri del tycoon con il presidente di Stellantis, John Elkann, per discutere del futuro del settore negli Usa e di rilancio. Ora ci sono progetti concreti come lo stabilimento di Belvidere, in Illinois, chiuso nel 2023 dopo che la casa automobilistica aveva temporaneamente interrotto la produzione del crossover Jeep Cherokee. La fabbrica riaprirà i cancelli per la produzione di due nuovi veicoli a marchio Jeep, con circa 1.500 lavoratori da assumere. Lo stabilimento di Warren, in Michigan, produrrà un nuovo Suv di grandi dimensioni, disponibile in versione elettrica e con motore a combustione interna per un investimento di 100 milioni di dollari e 900 posti di lavoro creati.

La presenza di Stellantis negli Stati Uniti comprende 34 impianti di produzione, centri di distribuzione di ricambi e centri di ricerca e sviluppo in 14 Stati. Queste attività supportano più di 48.000 dipendenti, 2.600 concessionari e quasi 2.300 fornitori in migliaia di comunità in tutto il Paese. «Questo investimento negli Stati Uniti stimolerà la nostra crescita, rafforzerà i nostri impianti produttivi e porterà più posti di lavoro americani negli Stati che consideriamo la nostra casa», ha dichiarato Filosa, amministratore delegato di Stellantis e direttore operativo per il Nord America.

STELLANTIS CROLLA IN BORSA

Ieri a Piazza Affari i titoli dell’azienda automobilistica sono crollati. Le quotazioni hanno risentito delle valutazioni di Moody’s, che ha confermato il rating Baa2 ma ha tagliato l’outlook a “negativo”. La decisione dell’agenzia riflette la debole performance operativa oltre che l’incertezza su tempi ed entità del recupero di redditività e del ritorno a una generazione di cassa positiva, riporta Il Sole 24 Ore. «Inoltre le difficili condizioni di mercato in Europa e l’impatto dei dazi Usa hanno ulteriormente messo sotto pressione la redditività e il cash flow», ha notato Moody’s. Gli esperti hanno evidenziato il declino della quota di mercato a partire dall’inizio del 2024, anche se Jean Philippe Imparato, il responsabile del brand Maserati ha assicurato che «gli ordini sono in crescita del 20%. Anche i veicoli commerciali vanno bene. Quindi ci sono segnali di ripresa, il mercato si sta riprendendo».

OCCHIO AL DRAGONE ROSSO SULLE AUTO ELETTRICHE

Se l’Europa fa fatica nel mercato automobilistico, soprattutto nell’elettrico, la Cina ne approfitta facendo raddoppiare le esportazioni per quanto riguarda i veicoli a batteria e ibridi plug-in e raggiungendo quota 222.000 unità. Si legge su Il Sole 24, secondo i dati della China Association of Automobile Manufacturers (Caam). Un volume lievemente inferiore ai 224.000 veicoli di agosto. A trainare l’offensiva è il colosso Byd, il colosso di Shenzhen fondato nel 1995 dal presidente e ceo Wang Chuanfu e oggi primo costruttore globale di veicoli elettrici. Ad aprile ha debuttato a Zurigo con una sede nel cuore della città elvetica. I suoi ricavi hanno conosciuto l’anno scorso un’impennata del 29%, toccando 107 miliardi di dollari contro i 97,7 miliardi di Tesla. In Europa, nei primi otto mesi del 2025, le immatricolazioni Byd sono cresciute del 280% rispetto all’anno precedente, con prezzi medi inferiori rispetto ai rivali occidentali.

IL VECCHIO CONTINENTE PERDE OCCUPAZIONE

Secondo le previsioni dell’AlixPartners Global Automotive Outlook, nel 2025 il mercato automobilistico europeo calerà del 2% a 18,3 milioni di veicoli venduti, con una crescita modesta negli anni successivi. I marchi continentali, riporta Il Sole 24 Ore, vedranno la loro quota scendere dal 62% al 58%. Emanuele Cordone, Director della Practice Automotive di AlixPartners, in occasione del Forum Automotive di Milano ha sottolineato che gli impianti europei operano oggi al 50-55% della capacità, con punte minime del 35% in Italia. La produzione si attesta attorno al 20-24% in meno rispetto al periodo pre-Covid e in Italia il calo tocca il 50%. Un livello considerato insostenibile per un’industria abituata a produzioni vicine al 70-75%. Nel cuore della transizione green l’Europa non sta al passo mentre Pechino esporta tecnologia e capacità produttiva.

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