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Benzina e bollette, stangata in arrivo? Scatta l’ETS2, ma chi pagherà il conto?

Il nuovo mercato europeo delle emissioni per trasporti e case vale 9 miliardi, ma potrebbe triplicare entro il 2030. Con il prezzo della CO2 previsto in forte rialzo, l’impatto sul business degli operatori sarà pari ad almeno il 10% del fatturato, con ricadute inevitabili sui consumatori finali. L’analisi Arthur D. Little

Una nuova “tassa” sulla CO2 sta per abbattersi su trasporti, riscaldamento e piccole industrie, settori finora esclusi dai costi della decarbonizzazione. È l’ETS2, la nuova estensione del sistema europeo di scambio di quote di emissione che, a partire dal 2027, imporrà a fornitori di energia e carburanti l’obbligo di acquistare permessi per ogni tonnellata di anidride carbonica immessa sul mercato. L’impatto iniziale è stimato in 9 miliardi di euro solo per l’Italia, ma le previsioni indicano un’escalation che rischia di farsi sentire pesantemente su bollette e pieno di benzina. L’analisi emerge da un nuovo report che sviscera obblighi, costi e meccanismi di un mercato che cambierà per sempre il settore energetico. È quanto emerge da uno studio condotto da Arthur D.Little.

UNA RIVOLUZIONE DA 9 MILIARDI (E OLTRE)

Il valore del nuovo mercato è destinato a esplodere. Se oggi, al prezzo attuale delle quote di circa 60 euro a tonnellata, il costo per le emissioni italiane di trasporti ed edifici si attesta sui 9 miliardi di euro, gli analisti prevedono un’impennata. Il prezzo della CO2 potrebbe triplicare, raggiungendo i 160 euro a tonnellata entro il 2030. La ragione è semplice: gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni imporranno una progressiva diminuzione delle quote disponibili, creando uno squilibrio strutturale tra domanda e offerta che spingerà i prezzi verso l’alto. Per gli operatori, questo si traduce in un onere economico rilevante, stimato in almeno il 10% del loro fatturato.

COME FUNZIONA L’ETS2: LA RESPONSABILITÀ SI SPOSTA “A MONTE”

A differenza del sistema ETS originale, che si applicava direttamente ai grandi impianti industriali, l’ETS2 sposta la responsabilità “a monte” della catena del valore. I soggetti obbligati non saranno più i consumatori finali, ma coloro che immettono sul mercato i combustibili: raffinerie, distributori di carburanti, importatori di combustibili fossili e fornitori di gas naturale per uso civile. A partire dal 2025 dovranno ottenere le autorizzazioni, dal 2026 rendicontare le emissioni e dal 2027 acquistare all’asta ogni singola quota necessaria a compensarle. A differenza dell’ETS1, infatti, non sono previsti meccanismi di assegnazione gratuita.

DAL COSTO ALL’OPPORTUNITÀ: LA SFIDA PER LE IMPRESE

Per i fornitori di energia e carburanti, molti dei quali secondo il report ignorano ancora l’esistenza dell’ETS2, si apre una sfida epocale. La CO2 diventerà una voce di costo stabile e ineludibile, che dovrà essere trasferita “a valle” sui clienti. Questo impatterà le dinamiche competitive, penalizzando gli attori meno efficienti e avvantaggiando chi saprà integrare questo nuovo paradigma nel proprio modello di business. L’aumento del costo dei combustibili fossili renderà improvvisamente convenienti investimenti in efficienza energetica, flotte a basse emissioni e tecnologie alternative prima considerate non redditizie.

VERSO UN NUOVO MODELLO DI BUSINESS: DALLA COMPLIANCE ALLA STRATEGIA

L’ETS2 impone un riassetto organizzativo profondo. Non basterà più limitarsi a rispettare le regole (“compliance”), ma sarà necessario “internalizzare il rischio CO₂” come componente strutturale del margine. La capacità di prevedere l’evoluzione dei prezzi, ottimizzare l’acquisto delle quote e minimizzare le emissioni diventerà un vantaggio competitivo tangibile. Questo spingerà gli operatori a trasformare il proprio portafoglio, investendo in biocarburanti, idrogeno, pompe di calore e servizi di efficienza energetica. L’ETS2, in sintesi, obbliga le imprese a evolvere da un approccio reattivo a una logica di “gestione strategica del carbonio e dell’energia”, trasformando un costo inevitabile in un’opportunità per innovare e rafforzare il proprio ruolo nella transizione.

“Oltre la compliance- l’ETS2 come sfida da 9 miliardi per i fornitori di energia e combustibili. Ma chi pagherà il conto_”

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