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Idroelettrico, l’Antitrust tuona: “Basta proroghe automatiche, servono gare”

Allarme dell’AGCM sulla mobilità elettrica: “Rischio monopoli e prezzi alti per le ricariche”. Senza concorrenza, gli operatori dominanti potrebbero creare barriere all’ingresso e scaricare i costi sui consumatori, vanificando i benefici della transizione.

Bocciatura senza appello per le proroghe automatiche delle concessioni idroelettriche. In un intervento duro, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiesto al Parlamento di archiviare definitivamente un sistema che frena gli investimenti e danneggia l’efficienza produttiva del settore, aprendo finalmente a gare “competitive, eque e trasparenti”. Il messaggio, lanciato nel corso dell’audizione parlamentare sul disegno di legge annuale per la concorrenza, arriva direttamente dal segretario generale dell’AGCM, Guido Stazi, di fronte alla Commissione Attività produttive della Camera.

NO ALLE RENDITE DI POSIZIONE, SÌ AGLI INVESTIMENTI

L’analisi dell’Autorità mette in luce come la semplice proroga dei rapporti esistenti crei un “significativo vulnus” per l’intero comparto. Mantenere le attuali rendite di posizione in capo ai concessionari storici, infatti, non solo impedisce l’ingresso di nuovi operatori potenzialmente più efficienti, ma scoraggia anche gli investimenti necessari a modernizzare gli impianti. Stazi ha sottolineato che, essendo gli impianti idroelettrici una “risorsa scarsa” e non replicabile, l’assegnazione tramite procedure di gara è “lo strumento giuridicamente più coerente con i principi di concorrenza sanciti a livello europeo e nazionale”. L’auspicio è dunque che si proceda con urgenza per rilanciare il settore.

MOBILITÀ ELETTRICA: L’ANTITRUST VIGILA SUL RISCHIO MONOPOLI

Un monito altrettanto forte è stato lanciato sul nascente mercato della mobilità elettrica. Pur valutando positivamente le misure contenute nel ddl concorrenza, l’AGCM ha acceso un faro sul rischio che lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica venga compromesso da situazioni di monopolio o da un forte potere di mercato a livello locale. Secondo Stazi, la presenza predominante di gestori verticalmente integrati potrebbe creare “incentivi ad aumentare i prezzi delle ricariche” e a mettere in atto “condotte escludenti a danno degli operatori concorrenti”, a vantaggio di società appartenenti al proprio gruppo.

ANCHE SUL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE SERVONO PIÙ GARE

L’appello per una maggiore concorrenza si estende anche al trasporto pubblico locale. L’Antitrust ha ribadito con forza “l’opportunità di un intervento normativo che incentivi il ricorso allo strumento delle gare anche nel settore del trasporto pubblico regionale”, un ambito ancora troppo spesso caratterizzato da affidamenti diretti e scarsa competizione.

35 ANNI DI VIGILANZA: 9 MILIARDI DI SANZIONI PER IL MERCATO

A dare peso alle parole del segretario generale sono i numeri dell’attività dell’Autorità. In 35 anni di storia, l’AGCM ha comminato sanzioni per circa 9 miliardi di euro, di cui due terzi sono effettivamente finiti nelle casse dello Stato dopo il vaglio della giustizia amministrativa. A questo si aggiungono ben 2.095 interventi di segnalazione a Parlamento, Governo ed Enti locali per rimuovere gli ostacoli normativi che frenano la concorrenza, a testimonianza di un ruolo di vigilanza costante a tutela del mercato e dei consumatori.

“INTRODURRE OBBLIGO DI STAND STILL”

“Vorrei segnalare l’opportunità di armonizzare le disciplina Nazionale in materia di concentrazioni con quanto previsto dal diritto eurounitario in Italia introducendo l’obbligo di Stand still ovvero il divieto per le imprese di realizzare l’operazione di concentrazione prima che sia intervenuta la decisione definitiva dell’autorità. Sul punto la norma Nazionale vigente si discosta dalle norme eurouniterie, ha concluso Stazi.

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