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Rifiuti fotovoltaici, allarme rosso: il modello attuale è a rischio default

Uno studio del Ref propone di abbandonare il sistema dei trust, a rischio collasso. La soluzione è un modello ‘generazionale’ dove chi immette sul mercato finanzia i costi dei pannelli smaltiti nello stesso anno.

Il sistema di finanziamento per la gestione dei pannelli fotovoltaici non incentivati a fine vita è strutturalmente fragile e rischia di non avere fondi sufficienti per coprire i costi futuri di smaltimento. Questa criticità potrebbe trasformarsi in un onere per la collettività e in un serio problema ambientale. A lanciare l’allarme è un dossier pubblicato a novembre 2025 dal centro studi “ref.”, che analizza le debolezze del modello attuale e propone una soluzione radicale basata su un approccio “generazionale”, già in uso per le altre tipologie di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE).

IL SISTEMA DELLE GARANZIE AL COLLASSO

L’analisi mette in luce come il modello corrente, basato su garanzie finanziarie versate dai produttori in fondi trust al momento dell’immissione sul mercato di un pannello, abbia generato un equilibrio al ribasso. La forte concorrenza tra i consorzi ha spinto i contributi ambientali a valori minimi, talvolta anche a solo 1 euro per pannello, a fronte di costi di gestione e trattamento che si aggirano tra i 10 e i 20 euro. Questa discrepanza crea un rischio concreto di “incapienza”: le somme accantonate oggi potrebbero rivelarsi del tutto insufficienti a coprire le spese tra 20-25 anni, quando i pannelli arriveranno in massa a fine vita. Se i produttori di allora non fossero più sul mercato, i costi ricadrebbero inevitabilmente sull’ambiente e sulla finanza pubblica.

LA PROPOSTA: UN MODELLO “GENERAZIONALE”

Per scongiurare questo scenario, il dossier propone di estendere anche ai pannelli fotovoltaici il modello di finanziamento “generazionale”. Il principio cardine è semplice: i costi relativi alla raccolta e alla gestione dei RAEE generati in un determinato anno vengono sostenuti da tutti i produttori attivi sul mercato in quello stesso anno, in proporzione alla loro quota di mercato. Si passerebbe così da un sistema di responsabilità individuale, legato al singolo pannello, a uno di responsabilità “solidale” e collettiva. Questo approccio garantirebbe una piena copertura dei costi, incentiverebbe la raccolta e ridurrebbe il rischio di smaltimenti illegali, liberando al contempo le ingenti risorse oggi immobilizzate nei trust per decenni.

UN’ONDATA DI RIFIUTI IN ARRIVO

L’urgenza di una riforma è dettata dai numeri. Lo studio prefigura una crescita esponenziale dei volumi da gestire. Tra il 2025 e il 2050, si prevede un incremento di quasi trenta volte nel numero di pannelli fotovoltaici da smaltire annualmente. Si passerà dai circa 427mila pannelli dismessi nel 2025 a oltre 12 milioni nel 2050. In termini di massa, questo significa passare da 9mila a 264mila tonnellate annue di RAEE fotovoltaici da raccogliere e trattare correttamente, un’onda d’urto che l’attuale sistema finanziario rischia di non poter sostenere.

I RISCHI DI UN SISTEMA INCAPACE

Il dossier sottolinea come l’attuale sistema, oltre al rischio di default finanziario, presenti altre criticità. La tracciabilità dei pannelli tramite numero di matricola, necessaria per sbloccare i fondi dal trust, è spesso complessa e costosa, a causa di codici illeggibili o danneggiati dal tempo. Inoltre, la distinzione normativa tra pannelli “domestici” e “professionali” è considerata arbitraria, in quanto la natura del pannello dipende dall’impianto in cui viene installato, un’informazione non nota al momento della sua produzione. Questo crea una duplicazione dei costi per i produttori, che si trovano a finanziare sia il sistema EPR per i pannelli, sia il raggruppamento R4 per i RAEE domestici.

NON SOLO FINANZA: LE ALTRE RIFORME NECESSARIE

La transizione verso un modello generazionale, secondo lo studio, dovrebbe essere accompagnata da altre misure operative per rendere l’intera filiera più efficiente. Tra queste, la creazione di un raggruppamento specifico (R6) dedicato esclusivamente ai pannelli fotovoltaici, superando l’attuale inserimento nel generico R4. Si propone inoltre di potenziare la rete di raccolta coinvolgendo attivamente distributori e installatori e di eliminare il legame tra la singola matricola e la garanzia finanziaria, semplificando drasticamente la gestione.

UN’OPPORTUNITÀ DA COGLIERE

L’analisi evidenzia come la Legge di Delegazione Europea del 2024 e la procedura d’infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto dei target di raccolta RAEE creino la finestra politica ideale per un intervento strutturato. Adeguare il modello di finanziamento, come già fatto per altri RAEE, garantirebbe sostenibilità economica e ambientale nel lungo periodo, rafforzando la filiera nazionale del riciclo e valorizzando le materie prime seconde, in linea con gli obiettivi del PNRR.

REF_Dossier_fotovoltaico_12102025

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