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In Manovra 6 emendamenti segnalati con proposte di condoni di FdI

Tra i 400 emendamenti segnalati alla Manovra, quelli cioè che i partiti intendono portare al voto in commissione scegliendoli tra le migliaia di proposte depositate, Fratelli d’Italia ha presentato 6 proposte di condono o sanatoria edilizia

Fratelli d’Italia ha presentato sei emendamenti alla Manovra, presenti tra i 400 segnalati, con proposte di condono o sanatoria edilizia. La premier Giorgia Meloni appena eletta nel 2022, in un’intervista con il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, riferendosi al passato parlava dell'”Italia dei condoni” rivendicava che il suo partito era stato molto critico con quello di Ischia del governo Conte 1 nel 2018.

COSA PENSAVA LA MELONI NEL 2022

Al governo da appena un mese, la premier veniva intervistata dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana e, a proposito dell’alluvione di Ischia, parlava molto criticamente della cosiddetta “Italia dei condoni”, degli abusi edilizi e degli interventi non fatti. «Serve un approccio culturale diverso, ogni euro investito sulla cura del territorio è un euro investito per dare ai nostri figli un’Italia più sicura e protetta», sosteneva. La premier ricordava al direttore che il suo partito fu molto critico nei confronti del condono su Ischia inserito nel decreto sul ponte Morandi del governo Conte 1: «Votammo in ogni caso il provvedimento perché la priorità era dare risposte a una città che affrontava un’emergenza senza precedenti», aggiunge.

I CONDONI PROPOSTI NELLA MANOVRA

Come riporta Il Fatto Quotidiano, le proposte edilizie che i meloniani hanno “segnalato” come fondamentali per l’iter della manovra riguardano un paio il condono del 2003, l’ultimo targato Berlusconi, e sono pensate per la Campania: il primo emendamento affida la riapertura dei termini per fare domanda a leggi regionali da varare entro fine febbraio, il secondo garantisce che per sanare gli abusi non sia richiesta, come è oggi, la doppia conformità normativa, ma solo quella alle norme edilizie precedenti il 2003.

SI TORNA A CRAXI

Un altro emendamento riapre i termini dei condoni dal primo, quello di Bettino Craxi del 1985, per gli abusi terminati entro il 30 settembre 2025 con l’obiettivo di sanare balconi, terrazze, logge, ristrutturazioni purché non siano aumentate le volumetrie. Sempre come riporta Il Fatto, si torna anche più indietro: per le “difformità parziali” precedenti il 1977 sono sufficienti 1.032 euro.

PIANI CASA REGIONALI

Il quinto emendamento meloniano connette tutto ai piani casa regionali che consentirebbe ai condonati e condonanti di partecipare ai regali di volumetrie per chi ristruttura un immobile inserite nei piani casa regionali. Infine, il sesto emendamento condonista di FdI prescrive che i Comuni debbano rispondere entro il 31 marzo 2026 a tutte le richieste inevase dal 1985 in poi. Non c’è scritto cosa succede in caso contrario. Un tema da non sottovalutare, perché le domande inevase sono milioni: quelle totali per i tre condoni furono 15 milioni e spiccioli, quelle pendenti al 2019 erano oltre 4 milioni; la Campania, come detto, guidava questa speciale classifica con 656 mila domande davanti a Lazio e Sicilia (dati del centro studi Sogeea).

QUANTO COSTANO I CONDONI

I condoni costano e non solo in termini ambientali ed estetici. Lo Stato spende circa 24 mila euro ad abuso. L’erario dal 1985 ha incassato 15 miliardi dai condoni edilizi e ne ha spesi tre volte tanti in oneri di urbanizzazione (trasporti, fognature, illuminazione, etc.). Secondo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi non ci sono scelte : “L’alternativa al condono è l’abbattimento delle case e lo sgombero di migliaia di persone che nessuno fa”.

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