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Antitrust

Greenwashing, Antitrust: “Stop a obsolescenza programmata e ‘asserzioni’ ambientali ingannevoli”

Il Segretario Generale Guido Stazi promuove lo schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva UE: “Più strumenti per l’Autorità e certezza del diritto per le imprese”.

La lotta al greenwashing e alle pratiche commerciali sleali legate alla sostenibilità ambientale si arricchisce di nuovi strumenti normativi. È quanto emerso dall’audizione del Segretario Generale dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), Guido Stazi, tenutasi alla X Commissione della Camera dei Deputati. Al centro del dibattito, lo schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva (UE) 2024/825, un provvedimento chiave del Green Deal europeo volto a responsabilizzare i consumatori nella transizione ecologica. Stazi ha espresso piena condivisione per l’intervento legislativo, sottolineando come le nuove norme non solo cristallizzino divieti già perseguiti dall’Autorità, ma introducano fattispecie inedite per contrastare fenomeni come l’obsolescenza precoce dei prodotti.

NUOVI STRUMENTI CONTRO IL GREENWASHING

Il cuore della riforma riguarda l’inclusione nella “black list” delle pratiche ingannevoli di condotte finora sanzionate solo in via interpretativa. Saranno espressamente vietate le asserzioni ambientali vaghe o generiche (“verde”, “ecocompatibile”) prive di adeguata dimostrazione, così come i vanti di sostenibilità riferiti all’intero prodotto quando riguardano solo un componente. Particolarmente rilevante è l’inversione dell’onere della prova: spetterà al professionista dimostrare l’eccellenza delle prestazioni ambientali vantate, agevolando così l’azione di enforcement dell’Autorità. “Queste norme offrono certezza del diritto agli operatori e stimolano una concorrenza leale”, ha evidenziato Stazi.

OBSOLESCENZA PROGRAMMATA E DIRITTO ALLA RIPARAZIONE

Un altro punto qualificante del decreto riguarda la lotta all’obsolescenza programmata e la promozione della durabilità dei beni. Le nuove disposizioni introducono obblighi informativi stringenti sulla riparabilità dei prodotti e sull’esistenza di garanzie commerciali di durabilità. Questo intervento legislativo mira a superare le difficoltà probatorie incontrate in passato dall’Antitrust, come nel caso delle sanzioni a Apple e Samsung del 2018 per gli aggiornamenti software rallentanti, successivamente annullate in sede giurisdizionale. Ora, intervenendo alla radice del fenomeno, l’Autorità disporrà di leve più efficaci per tutelare i consumatori contro pratiche che accelerano artatamente la sostituzione dei dispositivi.

I PRECEDENTI DELL’ANTITRUST: DA VOLKSWAGEN A SHEIN

Durante l’audizione, Stazi ha ripercorso l’attività di vigilanza svolta dall’AGCM negli ultimi anni, citando casi emblematici. Dal “Dieselgate” Volkswagen del 2016 alle recenti sanzioni del 2025 contro il gruppo GLS per programmi di compensazione CO2 ingannevoli e contro il gigante del fast fashion Shein per claim ambientali vaghi e omissivi. Questi precedenti dimostrano come l’Autorità sia già attiva nel contrasto alle false dichiarazioni ecologiche, ma le nuove norme forniranno una base giuridica ancora più solida per intervenire in settori critici come l’automotive, l’energia e la moda.

UN PASSO AVANTI PER L’ECONOMIA CIRCOLARE

L’intervento legislativo si inserisce nel più ampio contesto del Piano d’azione per l’economia circolare dell’UE. L’obiettivo non è solo proteggere i consumatori da messaggi fuorvianti, ma anche orientare il mercato verso scelte di consumo realmente sostenibili. “La direttiva appare idonea a limitare in nuce l’utilizzo di condotte scorrette senza bloccare lo sviluppo tecnologico”, ha concluso Stazi, ribadendo il pieno sostegno dell’Antitrust a un quadro normativo che coniuga tutela del consumatore e transizione verde.

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