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Caldaie a gas, svolta Ue: niente stop nel 2029. Proxigas: “Vince il pragmatismo”

La nuova bozza del Regolamento Ecodesign rivede i criteri di efficienza, salvando le tecnologie a condensazione. L’associazione: “Segnale fondamentale per le famiglie italiane e la transizione reale”

La Commissione europea riscrive il futuro del riscaldamento domestico, abbandonando la linea dura del bando tecnologico. La nuova bozza di revisione del Regolamento Ecodesign introduce criteri tecnici che permetteranno la permanenza sul mercato delle caldaie a gas, sia tradizionali che a condensazione, anche oltre la data spartiacque del 2029. Un cambio di rotta sostanziale rispetto alle proposte iniziali, accolto con favore da Proxigas come un ritorno al “pragmatismo” necessario per affrontare la transizione energetica senza lasciare indietro nessuno.

IL SALVATAGGIO DELLE CALDAIE A GAS E L’IMPATTO SULL’ITALIA

La correzione di rotta è netta: cancellato il requisito di efficienza stagionale al 115% – di fatto irraggiungibile per le tecnologie a combustione – la nuova proposta fissa soglie compatibili con le moderne caldaie a gas. Per l’Italia si tratta di una notizia cruciale. Nel nostro Paese, infatti, il metano riscalda il 70% delle abitazioni e le caratteristiche del patrimonio edilizio (spesso vetusto e condominiale) rendono l’installazione delle pompe di calore un’opzione impraticabile per milioni di famiglie. I dati parlano chiaro: su 16,6 milioni di case nelle classi energetiche più basse (F e G), solo 5,9 milioni potrebbero tecnicamente ospitare una pompa di calore, numero che crolla a 1,76 milioni se si considerano anche i vincoli di reddito.

LA POSIZIONE DI PROXIGAS: “PIÙ SOLUZIONI, MENO IDEOLOGIA”

“La decarbonizzazione deve partire dalle possibilità reali dei consumatori”, ha commentato Pier Lorenzo Dell’Orco, Presidente di Proxigas, sottolineando l’importanza di non affidarsi a un’unica tecnologia ma di valorizzare tutte le opzioni disponibili, inclusi i gas rinnovabili. Marta Bucci, Direttore Generale dell’associazione, ha rincarato la dose evidenziando come la sostenibilità dipenda dal vettore energetico più che dalla tecnologia in sé: “Oggi anche le pompe di calore elettriche sono alimentate per il 70% da elettricità prodotta col gas. Sostenere la sostituzione delle vecchie caldaie con modelli a condensazione pronti per i gas verdi è la via maestra, in linea con la Direttiva Case Green che l’Italia deve ancora recepire”.

LE NOVITÀ TECNICHE: ETICHETTE E NUOVI REQUISITI

Oltre alla “salvezza” per il gas, il pacchetto normativo porta con sé un aggiornamento profondo delle regole. Cambiano le etichette energetiche, che torneranno alla scala A-G (abbandonando i “+” che creavano confusione) e includeranno un QR code per accedere alla banca dati europea EPREL. Vengono introdotti metodi di prova più realistici per misurare efficienza, rumore ed emissioni di NOx, e per la prima volta si normano le pompe di calore ibride. Inoltre, si punta sulla durabilità: previsti obblighi stringenti sulla disponibilità dei ricambi e sulla riparabilità, mentre in futuro i generatori dovranno essere in grado di misurare e mostrare i propri consumi reali.

LA RESPONSABILITÀ AGLI STATI MEMBRI

L’assetto finale del regolamento disegna un quadro a due velocità. Se l’Ecodesign fissa i requisiti minimi di prodotto validi in tutta l’UE, la responsabilità politica di decidere tempi e modi dell’eventuale phase-out delle fossili passa nelle mani dei governi nazionali, attraverso l’attuazione della Direttiva EPBD (“Case Green”). La consultazione pubblica sulle nuove norme resterà aperta fino al 26 dicembre 2025, offrendo agli stakeholder l’ultima finestra per contribuire alla definizione di un quadro normativo che non elimina le caldaie, ma ne evolve il ruolo nella transizione.

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