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Fondi Ue, Meloni: “Sbloccati 45 miliardi, il Sud corre più del Nord”. Pnrr e coesione, cambio di passo

Videomessaggio della Premier al seminario con il Ministro Foti: assorbimento totale delle risorse 2014-2020 e riforma strutturale degli investimenti. “Basta risorse perse”.

L’Italia ha invertito la rotta sulla capacità di spesa dei fondi europei, chiudendo il ciclo 2014-2020 con il pieno assorbimento delle risorse e avviando una nuova stagione di investimenti strategici che vede il Mezzogiorno trainare la crescita nazionale. È questo il messaggio centrale lanciato dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel videomessaggio inviato mercoledì 10 dicembre 2025 al seminario “Coesione Italia”, promosso dal Ministro Raffaele Fitto. La Premier ha rivendicato i risultati ottenuti attraverso una profonda riforma del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) e la sinergia con il PNRR, delineando un quadro in cui sostenibilità, infrastrutture e riduzione dei divari territoriali diventano priorità operative e non più solo enunciati teorici.

EREDITÀ DIFFICILE E ASSORBIMENTO TOTALE DEI FONDI 2014-2020

Il punto di partenza dell’analisi governativa è la situazione pregressa, definita dalla Premier “tutt’altro che rosea”. Al momento dell’insediamento dell’esecutivo, alla fine del 2022, l’Italia aveva speso soltanto il 54% dei 47,8 miliardi di euro assegnati da Bruxelles per il settennato 2014-2020. Grazie a un lavoro di ricognizione e accelerazione condotto in tandem con l’allora Ministro e oggi Vicepresidente della Commissione UE, Raffaele Fitto, il Governo è riuscito a scongiurare la perdita dei finanziamenti. Il risultato finale certificato è l’assorbimento totale delle risorse e il completamento di circa 700mila progetti, un traguardo che segna una netta discontinuità con le croniche inefficienze del passato.

LA RIFORMA: ACCORDI DI COESIONE E SINERGIA CON IL PNRR

La strategia messa in campo non si è limitata al recupero dell’esistente, ma ha introdotto un nuovo modus operandi attraverso gli “Accordi di Coesione”. Questo strumento vincola i finanziamenti a progetti strategici condivisi tra Regioni e Governo centrale, eliminando la logica dei contributi a pioggia. Fondamentale, in questo contesto, è l’integrazione con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): la revisione del Piano ha permesso di coordinare le diverse linee di finanziamento, orientandole verso settori chiave come l’energia, l’ambiente e la sostenibilità. L’obiettivo è creare un modello “orientato ai risultati”, capace di incidere realmente sulla competitività del Sistema Paese e sulla qualità della vita dei cittadini, evitando sprechi e ritardi burocratici.

IL RILANCIO DEL MEZZOGIORNO: CRESCITA SUPERIORE AL NORD

Un focus specifico è stato dedicato al Sud Italia, destinatario dell’80% delle risorse della coesione nazionale ed europea. Secondo Meloni, il cambio di paradigma sta già dando i suoi frutti: in un solo anno sono stati sottoscritti tutti i 21 accordi previsti con Regioni e Province autonome, liberando oltre 45 miliardi di euro di investimenti. I dati macroeconomici sembrano confermare l’efficacia della strategia: istituzioni come Istat, Banca d’Italia e Svimez certificano che, per tre anni consecutivi, il livello di crescita del Mezzogiorno ha superato quello del Centro-Nord. Una dinamica che il Governo intende consolidare, puntando su incentivi mirati per l’occupazione giovanile e femminile e su una visione che trasformi il Sud in un hub energetico e produttivo competitivo.

UNA NUOVA STRATEGIA PER INFRASTRUTTURE E SOSTENIBILITÀ

Il messaggio si chiude con la promessa di mantenere alta l’attenzione sull’esecuzione dei progetti. I “programmi vuoti” del passato hanno lasciato spazio a una pianificazione che guarda alla modernizzazione delle infrastrutture e alla transizione ecologica come leve di sviluppo. L’inversione di tendenza rivendicata da Palazzo Chigi punta a costruire un’Italia più coesa, dove i divari territoriali vengano colmati attraverso la “testardaggine” dell’azione amministrativa e la capacità di messa a terra delle risorse, trasformando la sfida della sostenibilità e dell’efficienza energetica in un’opportunità concreta di crescita economica.

 

 

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