Dopo il picco del 2023, il meccanismo ITC scende a 879,9 milioni grazie ai prezzi all’ingrosso più bassi. ACER promuove la gestione ma chiede nuove metodologie di calcolo per le perdite di rete.
Dopo aver toccato livelli record nel biennio precedente, il costo delle compensazioni per i flussi di energia elettrica che attraversano le frontiere europee ha registrato una significativa contrazione nel 2024. È quanto emerge dall’ultimo rapporto pubblicato dall’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione fra i regolatori dell’energia (ACER), che monitora annualmente l’attuazione del meccanismo ITC (Inter-Transmission System Operators Compensation). Il fondo dedicato, che nel 2023 aveva raggiunto la cifra di 1,14 miliardi di euro, è sceso a 879,9 milioni di euro nell’anno appena trascorso. La diminuzione è imputabile principalmente alla discesa dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità che, pur rimanendo ben al di sopra dei livelli pre-crisi, hanno allentato la pressione sui costi di gestione delle reti.
IL FUNZIONAMENTO DEL MECCANISMO ITC
Il meccanismo di compensazione tra gestori dei sistemi di trasmissione, gestito dalla Rete europea dei gestori (ENTSO-E), rappresenta uno strumento fondamentale per l’equilibrio del mercato elettrico europeo. Il suo obiettivo è compensare i TSO (Transmission System Operators) per i costi sostenuti nell’ospitare flussi di elettricità transfrontalieri sulle proprie reti nazionali. Il sistema opera attraverso un fondo comune: i gestori partecipanti contribuiscono finanziariamente o ricevono pagamenti in base ai volumi di elettricità importata, esportata e fatta transitare attraverso i loro confini. Tale architettura è disegnata per garantire che oneri e benefici derivanti dall’interconnessione europea siano ripartiti equamente tra tutti gli operatori.
LA DINAMICA DEI PREZZI E DELLE PERDITE DI RETE
L’andamento dei prezzi all’ingrosso ha avuto un impatto diretto sui costi delle perdite di rete, una delle voci principali coperte dal fondo. Secondo i dati ACER, la maggior parte dei gestori (28 su 36) ha beneficiato di una riduzione dei costi rispetto al 2023. In media, il costo ponderato delle perdite è sceso del 28%, attestandosi a 145,97 euro per MWh. Tuttavia, il rapporto evidenzia come permangano forti disparità all’interno dell’Unione: i costi variano ampiamente tra i diversi Paesi membri, oscillando in una forbice compresa tra i 63 e i 259 euro per MWh, riflettendo differenze significative anche nei volumi fisici delle perdite di elettricità registrate nelle diverse reti nazionali.
LE RACCOMANDAZIONI DELL’AGENZIA PER IL FUTURO
Dall’analisi condotta dall’Agenzia emerge che l’attuazione del meccanismo nel 2024 è stata generalmente conforme ai requisiti legali dell’Unione Europea. Nonostante ciò, ACER ha sottolineato la necessità di ulteriori miglioramenti metodologici. In linea con la sua Raccomandazione del 2023 sul trattamento delle perdite, l’Agenzia suggerisce di affinare il calcolo dei volumi di perdita con maggiore dettaglio e di utilizzare i costi reali delle perdite stesse per una maggiore precisione. Attualmente, l’ACER sta revisionando i meccanismi esistenti per la condivisione dei costi e dei benefici delle infrastrutture elettriche legati al commercio transfrontaliero. L’obiettivo di lungo termine è riflettere meglio i vantaggi della rete a livello comunitario e facilitare quegli investimenti infrastrutturali che, superando i soli interessi nazionali, sono vitali per la transizione energetica europea.



