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Clima

Accordo Clima Ue: Pichetto canta vittoria, ma per i critici l’Italia rischia miliardi di fondi

Ottenuto il rinvio di un anno della “tassa” su carburanti e riscaldamento (ETS2) e l’apertura ai biocarburanti. Intanto, il tanto atteso Decreto Energia slitta alla prossima settimana.

L’Unione Europea ha trovato un accordo sul nuovo obiettivo climatico, fissando un taglio delle emissioni del 90% entro il 2040 e definendo il contributo da presentare alla COP30. A Bruxelles, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha salutato l’intesa come un “buon compromesso” e un successo per l’Italia, ottenuto dopo una “lunga e difficile trattativa”. Tuttavia, secondo il think tank ECCO, il ruolo del nostro Paese è stato “controverso”, con il rischio che la flessibilità ottenuta possa indebolire la credibilità del target e costare all’Italia tra i 15 e i 21 miliardi di euro di fondi europei.

I PUNTI CHIAVE DELL’ACCORDO E LA VITTORIA ITALIANA

Al termine di un negoziato che si è protratto fino a tarda notte, il Ministro Pichetto Fratin ha espresso grande soddisfazione per il risultato raggiunto. “La Commissione ha riconosciuto che le istanze che portavamo avanti come Italia e come gruppo di paesi uniti all’Italia erano rilevanti ed equilibrate”, ha dichiarato a margine del Consiglio straordinario Ambiente. Tra i punti qualificanti ottenuti dal nostro Paese, spicca lo slittamento di un anno dell’entrata in vigore del sistema ETS2, che estende il mercato del carbonio a trasporti e riscaldamento. Altra vittoria rivendicata è l’aver inserito per la prima volta nella proposta normativa sui biocarburanti e l’aver ampliato la possibilità di utilizzare i crediti di carbonio internazionali, passati dal 3% al 5%, con la prospettiva di un’ulteriore quota del 5% a valere sui crediti domestici. Pichetto ha ringraziato la Commissione, il presidente del Consiglio europeo e in particolare i dieci Paesi che hanno sostenuto la posizione italiana.

IL PREZZO DELLA FLESSIBILITÀ: CREDIBILITÀ E FONDI A RISCHIO

La versione del think tank per il clima ECCO è decisamente meno trionfalistica. Pur riconoscendo l’accordo come un “segnale positivo” in vista della COP30, gli esperti evidenziano come l’Italia abbia spinto per introdurre una clausola di revisione biennale dell’obiettivo 2040, una mossa che, secondo loro, “ne indebolisce la credibilità e crea incertezza per gli investimenti”. La critica più aspra riguarda la strategia negoziale di Roma, accusata di essersi concentrata su aspetti tecnici e flessibilità, accettando di “perdere parte delle importanti risorse europee dell’ETS2”. Questi fondi, stimati tra i 15 e i 21 miliardi di euro per il nostro Paese, sarebbero essenziali per accompagnare cittadini e imprese nella transizione. La scelta di aumentare l’uso dei crediti internazionali, inoltre, rischierebbe di “distogliere l’attenzione e gli scarsi fondi dalle politiche nazionali di breve termine”.

BIOCARBURANTI E CREDITI DI CARBONIO: I DETTAGLI TECNICI

Entrando nel merito delle concessioni ottenute, il Ministro ha precisato che la questione dei biocarburanti è stata inserita nella proposta di Legge Clima che ora affronterà il negoziato del trilogo, previsto per i primi di dicembre. Sarà “una questione di equilibri tra 27 paesi”, ha sottolineato. Riguardo ai crediti di carbonio, Pichetto ha chiarito che il potenziale finanziamento aggiuntivo legato a quelli domestici non si applicherà al 5% di crediti internazionali già concordato, ma seguirà una valutazione specifica, così come il finanziamento legato all’anticipazione dell’ETS2, che attingerà dal fondo per il clima.

DECRETO ENERGIA: SLITTA L’ATTESO PROVVEDIMENTO

A margine delle intense trattative europee, arriva anche una notizia di politica interna. Il tanto atteso Decreto Energia, che doveva essere approvato in questi giorni, slitta. “Doveva essere oggi ma sono a Bruxelles”, ha spiegato Pichetto Fratin, aggiungendo che il testo è in fase di perfezionamento. “Valuteremo per la settimana prossima, stiamo integrando con ulteriori elementi”, ha concluso il Ministro, rinviando l’adozione di un provvedimento cruciale per il sistema energetico nazionale.

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