Il nodo principale è il prezzo a cui dovrebbe essere fissato il tetto del gas: se non sufficiente potrebbe infatti scoraggiare gli acquisti all’estero, provocando problemi ancora maggiori, dicono i detrattori. Ma anche i costi complessivi dell’operazione
Per il momento i paesi dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo politico su alcune misure per mitigare l’aumento dei prezzi dell’energia: il pacchetto include un prelievo sui profitti in eccesso delle società di combustibili fossili realizzati quest’anno o il prossimo, un altro prelievo sui ricavi in eccesso che i produttori di energia a basso costo ricavano dall’aumento dei costi dell’elettricità (gli infra-marginali) e un taglio obbligatorio del 5% nell’uso dell’elettricità durante i periodi di picco dei prezzi.
Non c’è accordo invece sul tetto al prezzo del gas di cui i ministri stanno ancora discutendo ma per il momento non è prevista una decisione.
PRICE CAP IN ALTO MARE
“Tutte queste misure temporanee vanno benissimo, ma per trovare la soluzione per aiutare i nostri cittadini in questa crisi energetica, dobbiamo limitare il prezzo del gas”, ha detto il ministro dell’Economia croato Davor Filipovic al suo arrivo alla riunione, secondo quanto riferito da Reuters.
La contrapposizione sul price cap è netta con quindici paesi, tra cui Francia, Italia e Polonia, favorevoli a introdurre subito la misura (questa settimana hanno chiesto a Bruxelles di proporre un price cap su tutte le transazioni di gas all’ingrosso per contenere l’inflazione con una lettera) e dall’altra Germania, Austria, Paesi Bassi e altri che sono orientati a dire no alla misura.
IL NODO PRINCIPALE DA SCIOGLIERE
Il nodo principale è il prezzo a cui dovrebbe essere fissato il tetto: se non sufficiente potrebbe infatti scoraggiare gli acquisti all’estero, provocando problemi ancora maggiori, dicono i detrattori.
Secondo Belgio, Grecia, Polonia e Italia, tuttavia, il limite dovrebbe essere fissato a un livello “abbastanza alto e flessibile da consentire all’Europa di attrarre le risorse necessarie”. I favorevoli hanno inoltre contestato la posizione della Commissione secondo cui un tetto massimo del prezzo del gas alto richiederebbe “significative risorse finanziarie”. Il ministro dell’energia belga Tinne Van der Straeten ha affermato infatti che sarebbero necessari solo 2 miliardi di euro visto che la maggior parte delle importazioni europee rientra in contratti a lungo termine o arriva tramite gasdotto senza facili acquirenti alternativi.
IL SUGGERIMENTO DELLA COMMISSIONE
La Commissione europea ha quindi suggerito all’Ue una via di mezzo, cioè di fissare un tetto solo per il gas russo, o in particolare il gas utilizzato per la produzione di energia. “Dobbiamo offrire un limite di prezzo per tutto il gas russo”, ha affermato il capo della politica energetica dell’UE Kadri Simson.