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Batterie

Anche l’Italia vuole rimanere aggrappata alla corsa mondiale sulle batterie

Circa l’80% della capacità produttiva mondiale esistente e prevista per le batterie si trova in Asia. Solo la Cina è al 69%, con gli Stati Uniti al 15% e l’Ue al di sotto del 4%

L’Italia, sulla scia dell’Europa del resto, vuole rimanere aggrappata alla corsa mondiale verso le batterie che in futuro rappresenteranno una delle tecnologie chiave per stoccare la produzione di energia dalle rinnovabili ma anche per incentivare la diffusione della mobilità elettrica. Naturalmente occorre pensare all’intero ciclo del settore che va dal recupero e riciclo degli accumulatori, alla ricerca di nuove tecnologie, fino all’approvvigionamento delle materie prime. Il nostro paese ha cominciato con il via libera alla risoluzione sul piano d’azione strategico Ue volto a creare una filiera industriale per le batterie in Europa.

L’UE VUOLE CREARE LA SUA FILIERA

L’Ue sta da tempo compiendo, infatti, i passi necessari per creare una filiera europea di produzione delle batterie, specialmente dopo le indicazioni della Corte dei Conti europea che ha certificato un certo ritardo nel settore rispetto ad altre regioni del mondo. Secondo i dati di Bloomberg, circa l’80% della capacità produttiva mondiale esistente e prevista per le batterie si trova in Asia. Solo la Cina è al 69%, con gli Stati Uniti al 15% e l’Ue al di sotto del 4%. Per questo l’Unione europea sta correndo ai ripari con iniziative volte a finanziare il 100% della ricerca dei singoli paesi, purché si tratti di progetti transfrontalieri. Il fondo di ricerca Horizon 2020 dell’Unione europea, ad esempio, ha già stanziato 200 milioni di euro per progetti relativi alle batterie.

LA CORTE DEI CONTI UE: EUROPEAN BATTERY ALLIANCE TROPPO INCENTRATA SULLE TECNOLOGIE ESISTENTI PIÙ CHE SU QUELLE ALL’AVANGUARDIA

La European Battery Alliance – istituita allo scopo di creare in Europa una produzione di batterie sostenibile e competitiva – è però, secondo la Corte dei Conti Ue “ampiamente incentrata sulle tecnologie esistenti anziché su quelle all’avanguardia e rischia di non conseguire gli ambiziosi obiettivi perseguiti. La Commissione riconosce l’importanza della ricerca e dell’innovazione e ha preso provvedimenti per semplificare il principale programma dell’Ue in materia di ricerca, Horizon 2020. Fra il 2014 e la fine del 2018, sono stati erogati, tramite questo programma, 1,3 miliardi di euro per lo stoccaggio di energia in rete o per progetti di mobilità a basse emissioni di carbonio. Vi è il rischio, tuttavia, che l’Ue non abbia sostenuto a sufficienza la diffusione sul mercato di soluzioni innovative per l’accumulo di energia”.

GIROTTO: ACCELERARE UNO SVILUPPO ETICO E SOSTENIBILE DELLA FILIERA DELLE BATTERIE

Di fronte a questa corsa nel settore, anche l’Italia sta cercando di farsi largo. “Con l’approvazione della risoluzione sull’attuazione del piano d’azione Ue sulle batterie, si chiede di accelerare uno sviluppo etico e sostenibile della filiera delle batterie in Europa, che deve al più presto conformarsi a standard sociali e ambientali estremamente elevati”, ha detto il Presidente della 10a Commissione del Senato, Gianni Girotto, annunciando l’approvazione all’unanimità del provvedimento che punta a rafforzare l’Atto dell’Unione europea intitolato “Attuazione del piano d’azione strategico sulle batterie: creare una catena del valore strategica delle batterie in Europa”. “Vogliamo puntare a una maggiore capacità produttiva europea in materia di accumuli – ha spiegato Girotto – che possa garantirci più autonomia nell’affrontare con competitività le sfide dell’innovazione. Insisteremo, da una parte, sulla creazione di un’infrastruttura di ricarica alimentata da fonti rinnovabili capillare ed efficiente, che vada di pari passo con lo sviluppo di modelli alternativi di mobilità (dal maggior utilizzo dei mezzi pubblici, alla transizione verso veicoli non inquinanti, alla micromobilità, allo sharing, alle autostrade del mare etc.); dall’altra, sull’accumulo a sostegno dell’autoconsumo e delle comunità energetiche”. Per arrivare allo sviluppo di una filiera eticamente sostenibile, ne è convinto Girotto, sarà fondamentale investire nella ricerca e nello sviluppo di alternative alle batterie attualmente utilizzate.

IN ITALIA È PRESENTE UNA FILIERA DELLE BATTERIE AL PIOMBO

L’Italia possiede già, per fortuna, “una lunga tradizione industriale rispetto alla filiera della produzione di accumuli di energia ed è, pertanto, caratterizzata dalla presenza di forza lavoro di alto profilo, seppur specializzata, in particolare, nella tecnologia a piombo”. Lo sviluppo di tale filiera, “con specifico riferimento alle batterie di nuova generazione, è una priorità per il nostro Paese, in linea con quella dell’Unione europea. Risulta, pertanto, centrale l’impegno di realtà pubbliche e private nell’ambito dei Progetti Importanti di Interesse Comune Europeo (IPCEI) dedicati allo sviluppo di tale settore e, in particolare, a sostenere una catena di valore europea per le celle, come ricordato dal Ministero dello sviluppo economico durante l’incontro di fine aprile della European Battery Alliance, il quale, a febbraio 2019, ha aperto una manifestazione di interesse rispetto a un IPCEI relativo alle batterie”, si legge nella risoluzione.

RICERCA E INNOVAZIONE E RECUPERO DELLE MATERIE PRIME SECONDE

Simili sforzi, sottolinea ancora il testo della risoluzione “devono focalizzarsi in particolare su ricerca e innovazione, ponendo particolare attenzione alla ricerca di nuovi materiali, soprattutto al fine di garantire alternative più facilmente reperibili rispetto alle tecnologie che attualmente dominano il mercato, appannaggio, come sopra ricordato, dei Paesi asiatici. Ma va tenuta presente anche “la necessità di coniugare la maggiore sostenibilità ed eticità della filiera con lo sviluppo di realtà industriali che possano beneficiare dello sviluppo del settore delle batterie”. Il nostro Paese “è leader nel recupero delle batterie e, con un’adeguata programmazione e i necessari investimenti, potrebbe divenire uno dei maggiori produttori di “materia prima seconda”, fornendo un modo per sopperire alla scarsa presenza di materie prime (in particolare litio, cobalto e grafite) per le celle delle batterie nel territorio europeo. Un simile approccio risulterebbe pienamente coerente con uno dei pilastri dell’economia circolare, ossia il riutilizzo dei “rifiuti”, così da sfruttarne al massimo la possibilità di impiego”. Ma risulta fondamentale che l’Italia “predisponga un quadro normativo e regolatorio ad hoc, con specifico riferimento alle diverse tipologie di sistemi di storage, riferito alla loro produzione, utilizzo, riutilizzo e riciclaggio”.

LE OSSERVAZIONI DELLA COMMISSIONE: APPROVVIGIONAMENTO SOSTENIBILE ED ETICO, ATTENZIONE ALLA SECOND LIFE DELLE BATTERIE E PIÙ MODELLI DI VEICOLI ELETTRICI

Tra le osservazioni formulate dalla risoluzione, la commissione Industria del Senato chiede in aggiunta alla necessità di ricerca e innovazione per nuovi materiali, “la convenienza di arrivare a un approvvigionamento sostenibile ed etico in riferimento alle materie prime e alle celle delle batterie, fintanto che non saranno individuate e sviluppate nuove possibilità costruttive” in particolare con “l’adozione di standard globali riguardanti salute, ambiente e sicurezza, rispetto alla produzione di tali prodotti. Accanto a tali standard, si dovranno, altresì, prevedere misure di sostegno quali misure di incentivo”. I senatori chiedono anche di “sviluppare sempre di più i modelli di mobilità alternativi, con specifico ma non esclusivo riferimento all’ambito urbano, quali il car sharing e la mobilità multimodale” e l’inserimento all’interno dell’EBA (Alleanza Europea sulle Batterie), dell’opportunità di dare “adeguata attenzione alle attività (e relativi investimenti) finalizzate alla second life delle batterie, con particolare riguardo allo stoccaggio di energia elettrica”. La Commissione europea dovrebbe inoltre “rafforzare in modo ancora maggiore i propri impegni e investimenti” raccogliendo di fatto le indicazioni della Corte dei Conti europea, prevedendo inoltre di misure a livello nazionale che agevolino la costruzione di infrastrutture di ricarica a livello nazionale.

ARERA PRUDENTE SUGLI ACCUMULATORI

In una memoria datata 11 giugno, giorno dell’audizione a Palazzo Madama, Arera ha spiegato che i costi delle batterie, al momento, sono ancora elevati con benefici inferiori ai costi, rispetto a tecnologie più economiche. “L’Autorità ritiene che i sistemi di accumulo possono fornire un contributo di rilievo nell’ambito del dispacciamento (ossia l’insieme delle attività finalizzate a garantire l’equilibrio tra domanda e offerta elettrica), soprattutto in un contesto in rapida e continua evoluzione, per effetto della diffusione delle fonti rinnovabili non programmabili e della generazione distribuita, nonché del progressivo venir meno degli impianti programmabili, che hanno storicamente reso disponibili le risorse per garantire l’equilibrio in tempo reale tra domanda e offerta di energia elettrica, purché siano economicamente vantaggiosi. Si sottolinea, però, che allo stato attuale solo utilizzando sistemi di accumulo per una pluralità di finalità si potrebbero conseguire benefici sufficienti a compensare i costi sostenuti che, per quanto riguarda le varie tecnologie elettrochimiche risultano ancora elevati”, si legge nella memoria.

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