Funziona il Piano industriale dell’ad di Ansaldo Energia Giuseppe Marino che con la semestrale 2020, pur in piena emergenza Covid, ha visto crescere ricavi e ordini (680 milioni) e ridursi l’indebitamento sceso da un miliardo a 710 milioni.
Debito in calo, produzione in aumento. Ma anche centrali a gas e idrogeno nel futuro di Ansaldo Energia grazie a Cdp e ai cinesi di Shangai Electric rimasti al 12% del capitale, partner per lo sviluppo delle tecnologie e per partecipare alle gare. È quanto emerge da un’intervista de La Repubblica Affari&Finanza e Giuseppe Marino, ad di Ansaldo Energia, chiamato lo scorso anno a rilanciare l’azienda “attraverso un piano industriale che ha avuto il suo primo tagliando con la semestrale 2020 che, pur in piena emergenza Covid, ha visto crescere ricavi e ordini (680 milioni) e ridursi l’indebitamento sceso da un miliardo a 710 milioni. E questo mentre il capitale è cambiato con Cdp Equity che attraverso l’aumento di capitale da 400 milioni è salito dal 60 all’88% delle quote mentre i soci cinesi di Shangai Electric sono scesi dal 40 al 12”.
IL PIANO INDUSTRIALE
“Fulcro del rilancio di Ansaldo Energia è il piano industriale già partito che, sottolinea il maanger, rappresenta un segno di ‘discontinuità’ condiviso da azionisti e banche. Un’impostazione sul prodotto che ha portato a investire sulla nuova turbina che si sta trasformando in ordini. Le prime quattro di classe H sono già entrate in portafoglio ordini che al momento è di 5 miliardi di euro. Lavoro per tre anni con ulteriori prospettive di crescita. I clienti sono Edison, con due macchine, un operatore cinese e la ceca Eph per la centrale di Tavazzano”, si legge sul quotidiano.
GAS E IDROGENO CENTRALI
“In questo momento il gas è strategico – dice Marino – la domanda di centrali a gas cresce di anno in anno e oi abbiamo macchine già pronte per l’idrogeno. Sono ‘ready now’ le abbiamo già pensate in un’ottica integrata”.
IL RUOLO DEL NUCLEARE
E il nucleare? “Vive ancora su un doppio livello, il progetto Iter per la fusione affidata al megareattore in costruzione in Francia e con la dismissione delle vecchie centrali. ‘Il nucleare a cui guardiamo per noi deve essere green’, chiude Marino” su Repubblica.