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Bollette

Sugli oneri generali di sistema la palla passa al nuovo Collegio di Arera

Uno scenario “altamente diviso e difficilmente conciliabile” tra stakeholder ha indotto i vertici uscenti a un supplemento di indagini che termineranno a giugno 2019

Nei cassetti delle scrivanie dell’Authority per l’energia, i nuovi vertici del Collegio di Arera, che si apprestano a terminare l’iter di nomina in Parlamento, troveranno, tra le altre questioni da risolvere, anche la riforma dell’assetto degli oneri generali di sistema e in particolare la “patata bollente” del sistema di pagamento dell’insoluto che a febbraio scorso, ricorsi e sentenze al Tar e Consiglio di Stato, hanno deciso dovrà essere a carico di tutti gli altri consumatori elettrici, quelli per intenderci, che pagano correttamente le bollette.

MALUMORI DEI CONSUMATORI CON LO “SPALMA-ONERI”

Lo “spalma-oneri” ha creato, infatti, più di qualche malumore soprattutto tra i consumatori visto che secondo le stime circolate nei mesi passati sembra che l’intervento possa valere circa il 2% del gettito complessivo degli oneri generali di sistema pagati da tutti all’interno delle bollette, con un impatto sui clienti domestici di circa 2-2,2 euro, secondo quanto riferito dal Direttore della divisione energia di Arera, Clara Poletti (designata nel nuovo Collegio), alla trasmissione “Uno Mattina” ormai sei mesi fa. Nel complesso la raccolta degli oneri ammonta a circa 14 miliardi l’anno, e una stima prudenziale può far pensare ad un aumento di circa 280 milioni di euro nelle bollette degli italiani, non lontano dalla cifra stimata allora dal Sole 24 Ore che parlava di un insoluto complessivo vicino al miliardo di euro e di una “prima fetta” da distribuire tra i consumatori pari a 200 milioni.

DA INERZIA LEGISLATORE APPROFONDIMENTO ISTRUTTORIA FINO AL 30 GIUGNO 2019

Il Collegio uscente lascia, comunque, sui tavoli dell’Autorità dell’energia una nuova delibera, datata 2 agosto, nella quale “rinvia” a una “più estesa istruttoria” la “composizione degli interessi conflittuali in gioco” che possa “eventualmente mettere capo all’individuazione di soluzioni alternative, che intervengano anche sul meccanismo stesso di esazione degli oneri generali di sistema, pur non direttamente travolto dalle sentenze del giudice amministrativo”. In altri termini, spiega Arera “la pluralità degli interessi in gioco, tutti rilevanti ma in forte conflitto tra loro, pone l’esigenza di accedere a soluzioni di riforma organica della regolazione settoriale, che si basi non su interventi frammentari e concentrati solo su specifici temi (quali quello delle garanzie sugli oneri generali), ma su una visione olistica dei diversi aspetti della regolazione che possono venire rilievo per i diversi interessi coinvolti”. E considerando che “l’auspicata riforma strutturale, da parte del legislatore nazionale, dell’intero assetto degli oneri generali di sistema – che sola riuscirebbe a risolvere la complessità dei problemi sopra evidenziati – sembra un’ipotesi di non immediata realizzazione” ha deciso di approfondire ulteriormente e di estendere l’ambito del procedimento avviato con la deliberazione 109/2017 fino al “30 giugno 2019”, tracciando quindi un nuovo percorso che sarà compito della nuova Autorità guidata da Stefano Besseghini portare a termine.

STEFANO BESSEGHINI RSE

 

SCENARIO ALTAMENTE DIVISO E DIFFICILMENTE CONCILIABILE HA RESO NECESSARIO UN MAGGIOR APPROFONDIMENTO

Arera ha ricordato che durante le consultazioni erano pervenute osservazioni da parte di 22 operatori o loro associazioni, 4 associazioni rappresentative dei clienti finali, 3 associazioni delle piccole e medie imprese e CSEA (l’ex Cassa Conguaglio del settore elettrico), oltre che numerose osservazioni da parte di singoli clienti finali. E che se in termini generali, “la quasi totalità degli operatori e le loro associazioni di categoria hanno espresso apprezzamento e condivisione rispetto agli orientamenti illustrati, seppure con alcune segnalazioni puntuali di semplificazione per specifici aspetti operativi” al contrario, “la quasi totalità dei clienti finali, le associazioni dei consumatori e delle piccole e medie imprese hanno espresso contrarietà ai principi espressi nel documento per la consultazione, ritenendo le misure prospettate fortemente inique e inopportune, nella misura in cui fanno gravare sui clienti finali oneri aggiuntivi dovuti alle inadempienze di altri clienti finali”. Anche con successivi incontri, l’Authority ha confermato, in sostanza, “uno scenario altamente diviso e difficilmente conciliabile” con richieste da parte delle associazioni degli operatori di “completare il quadro regolatorio” e da parte di consumatori e PMI “un unanime parere contrario all’intervento, anche in ragione del fatto che le suddette associazioni ritengono che non debbano essere i clienti finali a supportare la morosità di altri clienti finali”. Uno stallo che ha determinato, in conclusione, scrive Arera nella delibera “l’impossibilità di realizzare, all’interno del solo modello prefigurato dal documento per la consultazione 52/2018/R / EEL l’individuazione di un ragionevole equilibrio tra i predetti interessi, tutti meritevoli di tutela, e i vincoli imposti all’Autorità dalla legge (garantire la copertura degli oneri generali di sistema) e dal giudice amministrativo (imputare al cliente finale, e non ai venditori, né alle imprese distributrici, i costi degli oneri generali di sistema)”.

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