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bollette

Arera: bonus sociali bollette in fiscalità generale dal 2024. Ecco gli step

L’impatto del trasferimento delle risorse è stimato in 780 mln che possono salire fino a 1.130 mln di euro in base all’ampliamento della platea

Arera ha presentato la proposta (In una delibera la 432) per il trasferimento alla fiscalità generale degli oneri generali di luce e gas, così come disposto dal Pnrr e dalla Manovra 2023 che aveva previsto un percorso di progressivo trasferimento attuato in prima battuta con la “fiscalizzazione” degli oneri connessi allo smantellamento delle centrali e impianti nucleari e per la realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi valutati in 400 milioni di euro per il 2023.

IL SECONDO STEP SUI BONUS SOCIALI

L’Arera propone che, “ai fini del secondo step del percorso di progressiva fiscalizzazione degli oneri generali di sistema, siano individuati prioritariamente da fiscalizzare gli oneri relativi ai bonus sociale (elettricità e gas) per la parte relativa alla disciplina di protezione delle famiglie in condizioni di disagio economico (e, per l’elettricità, anche in condizioni di “disagio fisico”). Il livello dei bonus dovrebbe essere fissato, analogamente a quanto avveniva in passato prima degli interventi emergenziali di rafforzamento, in relazione a un obiettivo di riferimento di contenimento della spesa per i consumatori che ne beneficiano, fermo restando che, a fronte di prezzi particolarmente elevati, potranno comunque essere adottate misure straordinarie di rafforzamento del bonus sociale (da finanziarsi con risorse ulteriori, come avvenuto dal
IV trimestre 2021)”.

LE STIME: 780 MLN CHE POSSONO SALIRE FINO A 1.130 MLN DI EURO

L’Authority avverte però che “l’impatto del trasferimento alla fiscalità generale degli oneri relativi ai bonus sociali può essere stimato ex-ante, ma è opportuno sottolineare fin da subito che l’onere effettivo può risultare diverso (maggiore o minore) in relazione non solo all’andamento dei prezzi ma anche alle variazioni della platea dei beneficiari, che possono essere indotte anche da elementi esogeni (es. nuove agevolazioni sociali basate sull’ISEE che aumentano le dichiarazioni presentate all’INPS)”.

Per il 2024 l’onere è stimato in 780 milioni di euro “per un anno includendo sia i bonus per disagio economico (inclusi quelli ‘indiretti’ per il gas) che quelli per disagio fisico. Tale stima prende a riferimento la percentuale di riduzione della spesa prevista dalla normativa vigente nel IV trimestre 2023 (30% della spesa lordo tasse per l’energia elettrica e del 15% della spesa al netto delle tasse per il gas) e la soglia ISEE di 9.530 euro (valore corrispondente a quello della normativa originaria, aggiornato per l’inflazione), e assume che gli scenari di prezzo 2024 che si evincono attualmente dalle quotazioni forward per tale anno”.

Naturalmente, spiega ancora Arera “un eventuale utilizzo di una soglia ISEE più elevata di quella di 9.530 euro comporterebbe un aumento della stima di impatto, a parità di percentuali di riduzione della spesa e di previsioni sui prezzi, fino a circa 1.130 milioni di euro per il 2024 nel caso di mantenimento della soglia ISEE 15.000 attualmente vigente; qualora con l’occasione il Governo intenda invece allineare la riduzione della spesa gas alla riduzione prevista per l’energia elettrica (30% della spesa al lordo delle tasse), e immaginando che venga ripristinata l’aliquota IVA piena sul gas naturale per l’intero 2024, l’onere della fiscalizzazione sarebbe dell’ordine di 1.000 milioni di euro per un anno, in caso di applicazione della soglia ISEE di 9.530”.

IL PROBLEMA DELLO STANZIAMENTO “FISSO”

Inoltre, “se lo stanziamento da parte del Bilancio dello Stato fosse del tutto fisso negli anni, la parte degli oneri per bonus sociale eventualmente eccedente tale stanziamento dovrebbe alternativamente essere posta a carico delle tariffe (e quindi rientrerebbe nel circuito di esazione tramite i fornitori, venendo così a mancare l’obiettivo precipuo. della misura di fiscalizzazione integrale di detto onere) o a detrazione dell’importo disponibile per l’erogazione del bonus nell’anno successivo – ha sottolineato Arera -. È pertanto necessario prevedere un meccanismo che preveda, nella determinazione dell’importo a carico della fiscalità per l’anno successivo (n+1), il recupero (o la restituzione) dell’eventuale differenza positiva (o negativa) tra l’onere effettivo nell’anno n e il valore stanziato per il medesimo anno. Nel caso degli oneri nucleari, è prevista una comunicazione dell’Autorità al Governo, a fine giugno nell’anno n, con individuazione dell’onere previsto per l’anno n+1 in sede di legge annuale di Bilancio”.

I SUCCESSIVI STEP DI TRASFERIMENTO: OGNI ANNO UNA PROPOSTA?

Per i successivi interventi nei prossimi anni, “il trasferimento alla fiscalità generale degli oneri ‘non collegati al settore dell’energia’ (…), non può essere raggiunto in un unico passaggio per evidenti motivi di compatibilità con le politiche di bilancio. A tale proposito, l’Autorità propone che la norma in base alla quale è stata formulata questa proposta, che attualmente prevede una sola occasione, venga modificata in modo che l’Autorità sia tenuta a presentare ogni anno una ulteriore proposta. In questo modo si avvierebbe un percorso di medio periodo che potrebbe portare grandi benefici al mercato dell’energia elettrica, interessando via via altri oneri generali che contribuiscono al finanziamento di diverse politiche pubbliche”, quali: gli oneri per gli energivori, il regime tariffario speciale agli usi di trazione ferroviaria, gli strumenti di supporto allo sviluppo delle fonti rinnovabili, gli oneri generali per la promozione dell’efficienza energetica.

“L’Autorità ritiene che in tal modo ulteriori proposte compatibili con i vincoli di bilancio potrebbero essere sviluppate, in successivi step del percorso di progressiva fiscalizzazione degli oneri generali avviato con la Legge di Bilancio 2023, al quale l’Autorità guarda con molto favore”, ha concluso Arera.

L’ALLEGATO ALLA DELIBERA

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