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Auto, allarme rosso in Italia: l’intera filiera scrive al Governo per un piano shock

Mercato in caduta libera, produzione ai minimi storici e transizione elettrica al palo. Le associazioni chiedono incentivi stabili, riforma fiscale e un piano per la ricarica.

L’intero settore automotive italiano lancia l’allarme, definendo la crisi in atto “di una gravità senza precedenti” e chiedendo al Governo un’azione corale e urgente per proteggere e rilanciare un comparto strategico per il Paese. La notizia emerge da una lettera congiunta inviata dalle sei principali associazioni di categoria – ACI, ANFIA, ANIASA, FEDERAUTO, MOTUS-E e UNRAE – alla Presidenza del Consiglio, ai Ministeri competenti (MIMIT, MASE, MEF, MIT), alle commissioni parlamentari e agli enti locali, con la quale si sottopongono proposte concrete per guidare la trasformazione del settore.

UN SETTORE IN “STATO DI EMERGENZA”

Le associazioni descrivono un quadro drammatico, causato da una serie di criticità concomitanti. La stagnazione del mercato è evidente, con volumi in calo e nettamente inferiori ai livelli pre-pandemici (ad esempio, -21,5% nelle autovetture nei primi 8 mesi del 2025). A questo si aggiunge la conclamata crisi della filiera industriale, con una produzione di veicoli ridotta al minimo storico che mette a rischio la sopravvivenza di un’eccellenza italiana. Preoccupa inoltre il continuo invecchiamento del parco circolante, tra i più anziani d’Europa con un’età media di 13 anni, con effetti negativi su ambiente e sicurezza stradale.

LO STALLO DELLA TRANSIZIONE ELETTRICA

Il punto più critico è lo stallo della transizione energetica. La quota di mercato dei veicoli elettrici puri in Italia è assolutamente insufficiente: nel comparto autovetture si ferma al 5,2%, circa un quarto della media degli altri Paesi Europei (19,1%). Un dato che testimonia un livello di emissioni delle nuove immatricolazioni lontanissimo dagli obiettivi fissati dalle norme europee e che evidenzia l’urgenza di un cambio di passo.

LE SEI PROPOSTE PER USCIRE DALLA CRISI

Per invertire queste tendenze, le associazioni hanno messo sul tavolo un piano d’azione basato su sei punti prioritari. Si chiede innanzitutto stabilità e chiarezza delle misure incentivanti, che devono essere semplici, strutturali e di lungo periodo. È indispensabile un piano nazionale per le infrastrutture di ricarica e per le altre alimentazioni, con un cronoprogramma definito e procedure semplificate. Altro punto chiave è la riforma della fiscalità sull’auto aziendale, da allineare alle migliori pratiche europee per favorire il rinnovo delle flotte. Viene richiesto inoltre un sostegno concreto all’intera filiera industriale, dai componentisti ai concessionari, e un supporto chiaro e trasparente alla clientela per accompagnarla nella transizione. Infine, si propone una valorizzazione culturale dell’automobile come motore economico e sociale del Paese.

LA SFIDA EUROPEA E IL RITARDO SULLE BATTERIE

La crisi italiana si inserisce in un contesto europeo di grande difficoltà, schiacciato dalla concorrenza cinese. Proprio oggi, il vicepresidente della Commissione Europea, Stéphane Séjourné, ha riunito a Bruxelles ministri e imprese (tra cui ACC, la joint venture di Stellantis per le batterie a Termoli) per riaffermare l’impegno dell’UE su batterie ed energia solare. Il gap con Pechino è enorme: come ha recentemente ricordato Luca De Meo, la Cina è avanti di almeno un decennio nella tecnologia delle batterie. La riunione a Bruxelles, a cui l’Italia partecipa a livello di alti funzionari, mira a definire le necessità dell’industria mentre la Commissione sviluppa strumenti di protezione e finanziamento.

L’APPELLO FINALE: UN DIALOGO DIRETTO E COSTANTE

Le associazioni si rendono disponibili a un confronto diretto, costante e strutturato con le Istituzioni per definire le scelte decisive per il futuro del settore. L’Italia, si legge nell’appello, “non può permettersi di restare indietro nel cammino mondiale ed europeo verso il futuro, e l’automobile deve tornare a essere compresa e percepita come motore di progresso e di benessere”.

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