Intanto i produttori di carburanti attaccano le regole UE: “Il calcolo della CO2 è un inganno che ignora i biocarburanti”.
Senza incentivi monetari e fiscali, la transizione europea verso l’auto elettrica è destinata a fallire. L’avvertimento, netto e perentorio, arriva direttamente da ACEA, l’associazione che rappresenta i costruttori di auto europei. In un nuovo report, l’organizzazione sottolinea come l’adozione dei veicoli a batteria (BEV) sia trainata quasi esclusivamente dagli aiuti statali, e che la loro riduzione o eliminazione provochi un immediato e drastico arresto della crescita. Un messaggio chiaro indirizzato a Bruxelles, mentre la Commissione si appresta a varare nuove proposte per rendere più ecologiche le flotte aziendali.
L’EUROPA A DUE VELOCITÀ: L’ELETTRICO È UN LUSSO PER RICCHI
L’analisi di ACEA dipinge un quadro di profonda disuguaglianza all’interno dell’Unione. I dati mostrano una correlazione inequivocabile tra la diffusione delle auto elettriche e la ricchezza nazionale. Se nei Paesi ad alto reddito come Danimarca, Paesi Bassi e Finlandia i veicoli a batteria stanno diventando la normalità, la situazione è ben diversa altrove. Negli Stati membri a reddito medio-basso, dove il potere d’acquisto delle famiglie è più limitato, la quota di mercato dei BEV rimane inchiodata a una cifra marginale, inferiore al 7%.
LA PROVA DEI FATTI: DOVE CI SONO I BONUS, LE VENDITE VOLANO
Che gli incentivi siano il motore principale del mercato è dimostrato dai recenti successi di alcuni Paesi. L’associazione dei costruttori cita gli esempi virtuosi di Polonia, Slovenia, Spagna e Portogallo, dove sistemi di bonus ben progettati hanno cambiato radicalmente lo scenario. Attraverso sovvenzioni dirette, esenzioni fiscali o bonus a più livelli, questi governi sono riusciti ad abbattere la barriera del prezzo d’acquisto, infondendo fiducia nei consumatori. I risultati, sottolinea ACEA, parlano da soli: la Polonia ha raddoppiato le immatricolazioni, la Slovenia ha registrato un’impennata dell’89% e il Portogallo vanta oggi una quota di mercato superiore al 21%.
L’EFFETTO BOOMERANG: QUANDO GLI AIUTI FINISCONO, IL MERCATO CROLLA
Altrettanto evidenti sono le conseguenze quando il sostegno pubblico viene a mancare. I progressi, avverte ACEA, possono svanire rapidamente. I tagli ai sussidi operati in Francia e, soprattutto, la brusca inversione di rotta della Germania alla fine del 2023, hanno innescato un effetto a catena negativo sull’intero mercato comunitario. Questo dimostra, secondo i costruttori, che la sola disponibilità di modelli e di infrastrutture di ricarica non è sufficiente. L’accessibilità economica rimane la vera chiave di volta per un’adozione di massa.
IL REGOLAMENTO NEL MIRINO: “UN CALCOLO DELLA CO2 CHE IGNORA LA REALTÀ”
Mentre i costruttori chiedono sostegno economico, i produttori di energie per la mobilità attaccano le fondamenta stesse del regolamento europeo. In un documento inviato alla Commissione UE, UNEM ha bollato come totalmente inefficace l’attuale normativa sulle emissioni di CO2 per auto e furgoni. Il problema risiede nel metodo di calcolo “tank-to-wheel” (dal serbatoio alla ruota), che misura solo le emissioni allo scarico. Questo approccio, secondo UNEM, è un inganno: fa apparire le auto elettriche a emissioni zero, ignorando l’impatto della produzione di batterie e della generazione di elettricità, e allo stesso tempo non riconosce il contributo fondamentale dei carburanti a basse emissioni di carbonio.
LA PROPOSTA ALTERNATIVA: VALORIZZARE I CARBURANTI LOW CARBON
Secondo UNEM, una corretta valutazione dei low carbon fuels (biocarburanti e e-fuels) potrebbe portare a una riduzione delle emissioni di CO2 del parco auto circolante tra il 15% e il 20% già entro il 2030, un risultato molto più significativo di quello previsto dal solo passaggio all’elettrico. L’associazione propone quindi di creare una nuova categoria di veicoli alimentati esclusivamente con carburanti a zero emissioni, da considerare al pari di quelli elettrici. L’attuale formulazione del regolamento, conclude UNEM, non solo limita il potenziale di queste tecnologie, ma mette a rischio interi settori dell’industria europea e la stessa sicurezza degli approvvigionamenti energetici.
ACEA-Report_Demand-incentives-matter_Making-zero-emission-cars-affordable-across-the-European-Union