Il tavolo automotive al Mise, le proposte per il futuro delle auto elettriche e i dati delle vendite in Europa
Assimilare la ricarica nelle pertinenze (es. garage o box auto) a quella domestica, ridurre la componente regolata della tariffa monomia BTVE, tale da avvicinarla ai livelli di prezzo di una ricarica domestica residente e scontare le componenti regolate delle tariffe MT trinomie ai servizi di car sharing e TPL. Sono alcune delle proposte che Motus-e ha presentato durante l’audizione informale sul settore dell’automotive italiano e le implicazioni in termini di competitività conseguenti alla transizione alla propulsione elettrica e la razionalizzazione, la trasparenza e la struttura di costo del mercato elettrico e gli effetti in bolletta in capo agli utenti, tenutasi in commissione Industria al Senato. (QUI LE SLIDE)
LA SITUAZIONE DELLE AUTO ELETTRICHE IN EUROPA
Il Segretario Generale Dino Marcozzi e il Responabile ingegneria Francesco Naso hanno innanzitutto parlato del mercato europeo e di quello italiano nel particolare, evidenziando, con una serie di slide il posizionamento del nostro paese nel panorama del Vecchio Continente. In particolare a gennaio 2020 al primo posto è risultato la Norvegia il 64% di auto elettriche (Bev+Phev) vendute, seguita dalla Svezia (31%), il Portogallo (11%), Francia (8,2%), Olanda, (7,6%), Danimarca (7%), Germania (6,5%), Beglio (5,5%), Spagna (4,1%) e Italia (2,1%).
LO STUDIO RSE
Nel corso della presentazione è stato ribadito che i veicoli elettrici presentano enormi vantaggi in termini di impatto sul clima: in particolare RSE, in accordo con la stragrande maggioranza della letteratura scientifica sulle analisi well-towheel – in primis con l’analisi Lca Mit di Boston – conferma che i veicoli elettrici, in ragione anche di una maggiore efficienza, emettono meno CO2eq dei corrispondenti veicoli a combustione interna. Inoltre, sempre uno studio di RSE considera, nello scenario italiano, i tre modelli della Volkswagen Golf (benzina, diesel ed elettrica): i costi esterni ambientali del veicolo elettrico (12 euro ogni 1000 km in ciclo urbano) sono inferiori a quelli di un diesel (24 euro) e del benzina (21 euro).
COSA PROPONE MOTUS-E
Per quanto riguarda le azioni a breve termine da portare avanti nei tavoli Automotive al Mise, i rappresentanti di Motus-e hanno chiesto di analizzare i finanziamenti pubblici finora erogati all’industria automotive, verificarne l’efficacia e costruirne di nuovi nel settore Offerta del tavolo automotive del MiSE. Più precisamente per l’innovazione di processo – solo il 29% dei rispondenB al sondaggio ANFIA, Ca’ Foscari, Camera di commercio di Torino hanno avuto accesso ai fondi Industry 4.0 – per la riconversione e l’innovazione di prodotto, per mappare le eccellenze della E-Mobility e analizzare replicabilità e scalabilità della riconversione di linee esistenti e per i Bandi Università, centri di ricerca, incubatori e imprese. Ma anche di far diventare l’Italia un mercato appetibile per l’e-mobility nostrana (con Piani certi di penetrazione e sostegno dei veicoli elettrici nelle flotte aziendali, Tpl e così via, obiettivi minimi di elettrificazione nei Pums e il Potenziamento del Piano Strategico per il trasporto pubblico locale), avviando un piano di rimodulazione dei Sussidi Ambientali da dannosi a favorevoli con tempistiche certe e ridiscutendo il PNIRE e l’ingaggio degli stakeholder istituzionali e industriali, nel settore Infrastrutture.
COME AGEVOLARE LA FILIERA ITALIANA DELLE AUTO ELETTRICHE
Per agevolare la filiera italiana, Motus-e ha proposto, inoltre, agevolazioni alle reti di impresa e ai processi di aggregazione per le Pmi del settore, il potenziamento dello strumento delle “reti di impresa ambientale”, il sostegno agli investimenti in R&D e riconversione industriale (sia con tavoli di confronto tra le industrie automotive, il governo e le associazioni di categoria, sia con la creazione di un Tech Transfer Lab dedicato proprio alla ricerca e allo sviluppo) e alla Formazione e riconversione delle competenze, prevedendo in questo caso l’estensione dei programmi di formazione Industria 4.0, sgravi fiscali per l’assunzione di tecnici e riqualificazione del personale e fondi dedicati all’assunzione di giovani.
LE ALTRE PROPOSTE DELL’ASSOCIAZIONE
Le altre proposte di Motus-e formulate di fronte alla Commissione Industria del Senato hanno riguardato poi la riduzione della componente regolata della tariffa monomia BTVE, che secondo l’associazione, deve essere tale da avvicinarla ai livelli di prezzo di una ricarica domestica residente. Da un lato, spiegano, favorirebbe tutti quegli utenti che non hanno possibilità di ricaricare in ambito domestico (o relative pertinenze), rendendo comparabili (e quindi maggiormente eque) le condizioni economiche di accesso per la ricarica pubblica e privata, dall’altro rappresenterebbe un costo minimo per il sistema elettrico rispetto al gettito totale; il tutto incentivando inoltre la nascita di nuovi utenti che, quando l’incentivazione non si riterrà più necessaria per volumi di vendite più significative, rappresenteranno una nuova fonte di gettito, e non di costo, per il sistema stesso.
Ma secondo Motus-e è importante anche l’introduzione di una tariffa monomia per punto di prelievo in MT dedicata alla ricarica elettrica di alta potenza che per qualche anno sconterà un numero di clienti ridotto e tassi di utilizzo delle infrastrutture bassi traducendosi in un peso significativo sia dei costi di connessione, sia delle componenti fisse e di potenza. E scontare le componenti regolate delle tariffe MT trinomie ai servizi di car sharing e TPL. Nel caso dei depositi di autobus e dei parcheggi per il car sharing, infatti, la programmabilità delle ricariche (basata sulle analisi dei livelli di servizio) consente un dimensionamento ottimizzato delle infrastrutture di ricarica, con un minor impatto delle componenti fisse e di potenza della connessione.
Altra proposta formulata dall’associazione è quella di favorire l’integrazione dei veicoli con la rete. I veicoli elettrici dovrebbero essere intesi come dei veri e propri sistemi di stoccaggio mobili, inquadrandoli come parte di un sistema integrato fra FER, reti di distribuzione e trasmissione e aggregatori. In particolare i SW di smart charging e la tecnologia V2G rappresentano una importante risposta all’impatto, in termini di potenza richiesta alla rete, dei veicoli elettrici sulle linee di distribuzione in bassa e media tensione. In particolare, per favorire la fornitura di servizi ancillari al MSD e di servizi diretti agli operatori di distribuzione in futuro, sarà importante Ridurre la potenza minima di aggregazione per le UVAM da 1 MW odierno a 200kW o meno.
Infine, Motus-e propone di eliminare gli oneri di sistema e le componenti di trasmissione, distribuzione e misura sull’energia prelevata e immessa dai veicoli nello svolgimento della fornitura di servizi alla rete. Aumentare per un primo periodo il perimetro zonale di aggregazione e di estendere a più servizi possibili, inclusi la regolazione secondaria di frequenza e, in futuro, il demand response verso i DSO, l’aggregazione di veicoli sia in V1G sia in V2G.