Avs, Pd e Cinque Stelle hanno annunciato che presenteranno una mozione al governo per indicare strumenti di politica industriale precisi per il settore dell’auto. Mentre i conti di Stellantis in Europa nel III trimestre reggono, quota di mercato al 17,9%
L’ennesimo campanello d’allarme sul settore auto arriva da S&P Global Ratings. Nei prossimi anni i profitti dell’intero comparto si ridurranno assieme al ritmo della produzione automobilistica portando con loro una maggiore concorrenza sul mercato e un’ottimizzazione dell’impronta produttiva e delle scorte all’interno di un mercato incerto.
DIFFICOLTÀ A ESPANDERE I MARGINI DI PROFITTO NEI PROSSIMI ANNI PER IL SETTORE AUTO
“La maggior parte delle case automobilistiche globali avrà difficoltà a espandere i propri margini di profitto nei prossimi anni, poiché subirà una crescente pressione per ridurre i prezzi in presenza di una forte concorrenza – ha dichiarato Vittoria Ferraris, analista del credito di S&P Global Ratings -. Allo stesso tempo, la potenziale rottura da parte delle case automobilistiche cinesi rappresenta una sfida straordinaria per il mix di prodotti, l’efficienza dei costi e la tecnologia degli OEM tradizionali”, ha aggiunto Ferraris.
LE DIFFICOLTA’ SECONDO S&P
Le crescenti sfide in termini di accessibilità economica e l’aumento della concorrenza hanno rapidamente reso la dipendenza delle case automobilistiche globali dalle vendite di veicoli premium un cuscinetto meno efficace contro l’erosione dei margini. Allo stesso modo, per i fornitori di auto valutati sarà più difficile fare affidamento sull’aumento del contenuto per veicolo per mitigare la crescita lenta dei volumi, a causa dell’incertezza sul ritmo della transizione verso i veicoli elettrici (EV) e delle posizioni meno consolidate dei fornitori con i produttori di auto cinesi.
Gli elevati costi di manodopera e di produzione continuano a rappresentare una sfida sia per le case automobilistiche che per i fornitori, poiché i bassi prezzi delle materie prime compensano solo in parte questi costi. Lo dimostrano i numerosi profit warning delle ultime settimane, soprattutto da parte di OEM e fornitori europei. I fornitori devono fare i conti con bilanci con maggiore leva finanziaria, alti costi di finanziamento e minore conversione di cassa, il che spiega la maggiore incidenza di azioni di rating negative rispetto ai produttori. Le prospettive di credito per i fornitori restano difficili: le prospettive negative rappresentano ora poco meno del 20% del nostro portafoglio globale, rispetto al 10% di un anno fa.
L’inasprimento delle condizioni di mercato eroderà gradualmente il forte margine di manovra del rating che la maggior parte delle case automobilistiche ha accumulato negli ultimi anni grazie al potere di determinazione dei prezzi e a strategie di mix di prodotti che ora sono più difficili da sostenere. Ciò limiterà il rialzo dei rating di queste case automobilistiche fino a quando non avremo maggiore visibilità sulla loro flessibilità e competitività in termini di offerta di prodotti, tempistiche di lancio e agilità dei costi. Questi fattori determineranno i futuri leader e perdenti del settore, ha concluso, S&P Global Ratings.
BILATERALE DI URSO CON IL TEDESCO PHILLIPP, FOCUS SUL SETTORE AUTO: ANTICIPARE CLAUSOLA REVISIONE REGOLAMENTO EMISSIONI CO2
Intanto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato il segretario tedesco presso il ministero federale dell’Economia e dell’Azione per il clima, Udo Phillipp, in un bilaterale sul settore automotive europeo, a margine del G7 Industria. In un post su X Urso ha sottolineato che “è necessario garantire certezza alle imprese e ai consumatori. Per questo riteniamo che vada anticipata l’attivazione della clausola di revisione del regolamento europeo sulle emissioni di CO2 dei veicoli leggeri all’inizio del 2025”.
“Nel ‘Non Paper’ che ho inviato due giorni fa ai ministri europei poniamo delle questioni fondamentali: servono risorse comuni da investire nel comparto per recuperare competitività sul piano globale, muovendoci in un ambito di vera neutralità tecnologica e puntando assolutamente a una autonomia strategica nelle tecnologie green. Serve una riflessione – per il ministro – su come garantire le catene del valore e più investimenti nella tecnologia per arrivare al termine del 2035 pienamente competitivi”, ha ammesso Urso.
MOZIONE AVS, PD, E M5S PER INDICARE STRUMENTI DI POLITICA INDUSTRIALE PRECISI PER IL SETTORE DELL’AUTO
Sul fronte interno, Avs, Pd e Cinque Stelle hanno annunciato che presenteranno una mozione al governo per indicare strumenti di politica industriale precisi per il settore dell’automotive. “Il governo certifica che nei prossimi anni il nostro Paese crescerà meno della media europea. E ci sta
dimostrando che non c’è uno straccio di politica industriale. Un vero e proprio piano strutturale, sette pagine. Tutto quello che il governo non ha fatto” ha detto Carlo Calenda, leader di Azione, in un’intervista al Corriere della sera, evidenziando che il mercato dell’automotive conta 220 mila dipendenti e vale il 5% del Pil.
Secondo Calenda il governo sarà obbligato a prendere in considerazione la mozione “se no salta tutto. Salta la filiera, saltano gli stabilimenti. Stellantis ha delocalizzato dappertutto, Elkann ha tradito tutte le promesse che aveva fatto. Senza un piano industriale serio siamo a rischio recessione”.
STELLANTIS VERSO LA RIORGANIZZAZIONE
Intanto Stellantis sembra in procinto di realizzare una riorganizzazione complessiva dell’interno management. Secondo Bloomberg l’amministratore delegato Carlos Tavares potrebbe presentare una proposta al CdA che si riunisce questa settimana negli Stati Uniti (domani è atteso in Commissione alla Camera alle 13.30).
Il TERZO TRIMESTRE DI STELLANTIS SI CHIUDE AL 2° POSTO NELLA CLASSIFICA UE. QUOTA DI MERCATO AL 17.6%
Nonostante le continue sfide nel mercato europeo, “Stellantis conferma la resilienza e l’impegno nei confronti della sua strategia di lungo termine. Anche se le vendite del settore sono calate ovunque nei mesi scorsi, la grande performance dei marchi di Stellantis nei diversi paesi sottolinea la propria capacità di gestire le difficili condizioni di mercato”, sottolinea in una nota l’azienda che ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con il 17.6% di quota nei mercati EU29 mantenendo una solida posizione al secondo posto della classifica europea. I brand Dodge e Jeep hanno raggiunto ottimi risultati, aumentando le loro vendite rispetto allo scorso anno. Il Gruppo è #1 in Francia, Italia e Portogallo, sia a settembre che sul totale anno.
Stellantis ha mantenuto il 30% del mercato sul totale anno in Francia e oltre il 31% in Italia, con 5 modelli fra le 10 vetture più vendute in entrambi i paesi. In Francia, i modelli più venduti includono Peugeot 208, 308, 2008, 3008, e Citroën C3, mentre in Italia figurano Fiat Panda, Lancia Ypsilon, Citroën C3, Peugeot 208 e Jeep Avenger, che è anche il SUV più venduto. In Germania, le vendite sono cresciute di oltre il 9%, con diversi brand che hanno registrato incrementi a due cifre e hanno permesso di mantenere la quota di mercato intorno al 14%. Anche Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Irlanda, Romania e Slovenia hanno registrato significativi aumenti di vendite.
“Stiamo attraversando uno dei periodi più difficili che il nostro settore abbia mai fronteggiato, ma Stellantis resta concentrata e impegnata a creare valore per i propri clienti” ha detto Uwe Hochgeschurtz, Chief Operating Officer di Stellantis per l’Europa allargata. “La nostra performance dimostra che siamo in grado di adattarci e sfruttare le opportunità anche in momenti di crisi del mercato. Le nostre prospettive future sono rafforzate dal successo del lancio di Leapmotor, con le prime 1.200 unità di T03 e C10 distribuite ai dealer dei mercati europei, col supporto di una rete di oltre 250 punti vendita pronti ad accogliere i clienti. ”
Mentre il mercato dell’elettrico rallenta, Stellantis registra una costante crescita grazie alla sua vasta offerta di veicoli BEV, PHEV e MHEV. I BEV hanno conquistato una quota del 13% sul totale anno nei mercati EU29, e in Francia i volumi sono cresciuti di oltre il 34%, con Peugeot E-208 che si afferma come EV best seller nei primi nove mesi dell’anno. Una crescita a due cifre si è riscontrata anche in UK, favorita dalla grande performance di Vauxhall, mentre sia Jeep che Peugeot hanno aumentato la loro quota totale nel settore dei BEV.