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L’Ue pronta a incentivare la produzione di batterie

Quattro gruppi progettano di creare un rivale europeo della “gigafactory” di Tesla. Al momento circa l’80% della capacità produttiva mondiale esistente e prevista si trova in Asia. Solo la Cina dispone del 69%, con gli Stati Uniti al 15% e l’Ue al di sotto del 4%.

L’Unione europea sta seriamente pensando di autorizzare il via libera a una serie di aiuti di Stato per sostenere la ricerca sulle batterie elettriche e stanziare miliardi di euro in cofinanziamento alle imprese che intendono costruire fabbriche per produrre accumulatori.

L’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA EUROPA È INDIETRO SULLE AUTO ELETTRICHE

La ragione che sta spingendo Bruxelles a percorrere questa strada è presto detta: secondo quanto riferisce il Financial Times i vertici europei sono preoccupati che l’industria automobilistica europea – che impiega circa 13 milioni di persone – possa essere lasciata indietro nella corsa alle auto elettriche, a tutto vantaggio dei produttori asiatici già molto avanti nel settore. Carlos Ghosn, amministratore delegato di Renault-Nissan-Mitsubishi, ha dichiarato al Salone di Parigi che l’industria dell’auto “non può continuare a prosperare” se non costruisce una propria capacità. “Sappiamo molto chiaramente che il futuro è elettrico e dobbiamo semplicemente recuperare il ritardo su questa tecnologia – ha aggiunto Maros Sefcovic, vicepresidente per l’energia della Commissione europea -. Non si possono sviluppare nuovi modelli o automobili di alta qualità se non si padroneggiano le competenze, l’innovazione e il legame della ricerca con le batterie”.

L’80% DELLA CAPACITÀ PRODUTTIVA MONDIALE SI TROVA IN ASIA

Secondo i dati di Bloomberg, circa l’80% della capacità produttiva mondiale esistente e prevista per le batterie si trova in Asia. Solo la Cina dispone del 69%, con gli Stati Uniti al 15% e l’Ue al di sotto del 4%. Per questo l’Ue sta correndo ai ripari: i singoli paesi dell’Ue potranno finanziare il 100% della ricerca, purché si tratti di progetti transfrontalieri. Il fondo di ricerca Horizon 2020 dell’Unione europea, ad esempio, ha già stanziato 200 milioni di euro per progetti relativi alle batterie; 800 milioni di euro sono disponibili per finanziare impianti dimostrativi; le regioni che intendono promuovere l’industria possono richiedere, inoltre, 22 miliardi di euro di fondi regionali disponibili; il Fondo europeo per gli investimenti strategici è disponibile presso la Banca europea per gli investimenti per cofinanziare gli investimenti necessari per costruire un equivalente Ue della “gigafactory” di Tesla nel deserto del Nevada. Sefcovic ha dichiarato che attualmente vi sono 260 aziende coinvolte nella catena di approvvigionamento e che quattro gruppi hanno l’aspirazione di costruire una gigafactory simile a quella americana.

I QUATTRO PRODUTTORI PRONTI A IMITARE LA GIGAFACTORY DI TESLA

Il produttore francese di batterie Saft sta collaborando con Siemens, Solvay e Manz per sviluppare batterie allo stato solido più economiche ed efficienti, che potrebbero iniziare la produzione entro sette anni. Ghislain Lescuyer, amministratore delegato della Saft, ha dichiarato che l’European Battery Alliance “ha stimolato lo slancio” nel settore e “un anno dopo è sulla buona strada”. Northvolt ha preso in prestito 52,5 milioni di euro dalla Bei per costruire una linea dimostrativa da 100 milioni di euro e un impianto di ricerca, che dovrebbe aprire nel 2019 con l’ambizione di costruire il più grande stabilimento europeo – 32 GwH di produzione annuale – entro il 2023. Umicore, un gruppo attivo nei materiali e nel riciclaggio, sta costruendo un nuovo impianto in Polonia per produrre materiali catodici per batterie EV, entro il 2020. Secondo il quotidiano tedesco Tagesspiegel, il ministero delle finanze tedesco dovrebbe annunciare una collaborazione tra il produttore di batterie Varta e la casa automobilistica americana Ford per la produzione di batterie per veicoli elettrici. La Germania, inoltre, secondo quanto riferito da Reuters, sta spingendo affinché la produzione di batterie a celle venga avviata nella più grande economia europea, sempre secondo quanto dichiarato dal Ministero dell’Economia tedesco dopo una riunione dei membri della European Battery Alliance a Bruxelles. L’azienda svizzera Leclanché che produce batterie agli ioni di litio in Germania e l’amministratore delegato Anil Srivastava hanno sottolineato, invece, la necessità che l’Ue crei un’iniziativa per l’elettrificazione degli autobus: “Stimolerebbe la domanda per gli anni a venire e quindi l’industria si intensificherà in Europa”.

LE MOSSE DEI RIVALI ASIATICI

Anche i rivali asiatici stanno costruendo capacità in Europa. LG Chem (Corea del Sud) sta costruendo un grande impianto di batterie agli ioni di litio in Polonia, mentre Samsung SDI e SK Innovation stanno investendo in Ungheria. Per far fronte alla scarsità di materie prime, l’Ue prevede di recuperarne una parte accelerando il riciclaggio dei vecchi apparecchi elettronici e ha anche iniziato a mappare i giacimenti minerari europei. Il Vecchio Continente può contare su giacimenti di cobalto, litio, grafite e nickel in Francia, Finlandia, Portogallo, Spagna e Repubblica ceca, ha dichiarato Sefcovic. Tesla, LG Chem, Leclanché e altri produttori di batterie hanno comunque sviluppato nuovi processi che richiedono due terzi in meno di cobalto.

CAPOFILA ITALIANA È LA LOMBARDIA

L’Italia nel frattempo gioca una partita soprattutto a livello locale. Sefcovic, ha infatti lanciato nei giorni scorsi, insieme alla commissaria per la Politica regionale, Corina Cretu, una “partnership interregionale” dedicata proprio all’elemento centrale dell’auto elettrica. L’iniziativa, presentata nel contesto della Settimana europea delle regioni e delle città, sarà guidata dalla Slovenia e vedrà sul fronte italiano la partecipazione della Lombardia. Coinvolte per la Francia l’Alvernia-Rodano-Alpi e la Nuova Aquitania e per la Spagna Andalusia, Paesi Baschi e Castiglia-León. Queste Regioni, spiega l’esecutivo Ue, “riceveranno un supporto su misura da parte della Commissione per sviluppare e far crescere progetti congiunti nei materiali avanzati per le batterie, nell’ambito dell’azione pilota di specializzazione intelligente per l’innovazione interregionale”. Secondo Sefcovic “le partnership interregionali giocheranno un ruolo cruciale per costruire in Europa una catena del valore delle batterie competitiva, innovativa e sostenibile, per conquistare un mercato che potrà crescere fino a 250 mld di euro l’anno dal 2025”. Il nostro paese è interessato anche per l’elevata quantità di smog che si accumula nel nord Italia durante il periodo invernale. Tanto che il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha rivelato che esiste un piano “per la mobilità alternativa ‘total electric’ e ibrida sul quale sta lavorando il collega Toninelli”.

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