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Unione Europea

Il prossimo campione delle batterie sarà europeo?

L’Europa non vuole essere solo un grande mercato per le auto elettriche: vuole una filiera delle batterie sul proprio territorio. Competere con le aziende già affermate non sarà facile

Le previsioni dicono che nel 2021, per il secondo anno di fila, la maggior parte delle vendite di nuove automobili elettriche si concentreranno in Europa. Ma la regione vuole essere molto più che un grande mercato: vuole installare sul proprio territorio un’intera filiera per le batterie, il componente più critico per la mobilità elettrica e, in generale, per il successo della transizione verso le energie rinnovabili.

Sostenute da sussidi pubblici per almeno 6,1 miliardi di euro, in vari paesi europei stanno crescendo delle aziende che ambiscono a competere con i produttori già affermati, come la cinese CATL e la sudcoreana LG Energy Solutions, e diventare le nuove forze dominanti sul settore.

LA CORSA AL CAMPIONE EUROPEO

C’è in Europa una corsa all’emersione di un campione regionale delle batterie, scrive Bloomberg. Tra i principali concorrenti ci sono Northvolt in Svezia, Britishvolt nel Regno Unito, Automotive Cells in Francia e Volkswagen in Germania. Stando ad una stima di BloombergNEF, entro il 2030 l’Europa avrà una quota del 31 per cento sul totale della produzione globale di batterie, contro il 7 per cento appena del 2020.

“Stiamo creando una nuova industria in Europa”, aveva dichiarato il vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic, responsabile della European Battery Alliance. “Stiamo creando un ecosistema completamente nuovo”.

Sefcovic ha detto che solo nel 2019 gli investimenti pianificati sono stati di circa 60 miliardi di euro, il triplo di quanto viene speso in Cina. La cifra verrà riversata nell’intera filiera delle batterie, dalle materie prime alle celle, dall’assemblaggio al riciclo.

COME VANNO LE VENDITE DI AUTO ELETTRICHE

L’anno scorso le vendite di veicoli elettrici – sia completamenti elettrici che ibridi plug-in – in Europa sono più che raddoppiate, arrivando a 1,3 milioni di unità e superando i volumi cinesi per la prima volta. Nel 2021 le vendite potrebbero salire ancora, fino a 1,9 milioni di unità, dato che le case automobilistiche come Stellantis, Volkswagen e BMW contano di aumentare la loro produzione e di realizzare nuovi modelli.

UN’INDUSTRIA PIÙ LOCALE

Le ambizioni dei produttori automobilistici poggiano sui pacchi batterie, che ad oggi arrivano dall’estero. L’aria politica che tira nelle sedi dell’Unione europea, però, vuole un’industria automobilistica più locale, che dia lavoro ai cittadini comunitari e che si rifornisca da fornitori interni alla regione. Non è solo Bruxelles a chiederlo: gli stati membri in cui il settore automobilistico è più forte – come l’Italia, la Germania, la Francia – vogliono mantenere la loro competitività di fronte alle nuove tecnologie e non perdere la loro base manifatturiera. La Germania, in particolare, ha destinato 2,6 miliardi di euro al settore delle batterie e sta attirando i grandi produttori internazionali come Tesla, CATL e LG Energy perché aprano delle fabbriche di batterie sul suo territorio.

Secondo la società di consulenza SIA Partners, al momento ci sono progetti per 27 siti di produzione di batterie in tutta Europa, che potrebbero produrre celle per 500 gigawattora nel decennio in corso.

IL RUOLO DI VOLKSWAGEN

La casa automobilistica tedesca Volkswagen, per esempio, sta facendo grossi sforzi in questa direzione. Il mese scorso ha presentato un piano da 18 miliardi di dollari per la costruzione di sei fabbriche di batterie in Europa e per l’espansione della propria rete di ricarica veloce. BloombergNEF sostiene che, se le cose andranno come pianificato, Volkswagen diventerà il secondo maggiore produttore di batterie al mondo dopo CATL, costruendosi da sé le batterie che poi monterà sui propri veicoli.

La Commissione europea vuole che entro il 2030 ci siano almeno 30 milioni di auto a zero emissioni sulle strade, e che le fabbriche europee soddisfino oltre il 90 per cento della domanda di batterie.

LA SFIDA A CATL E TESLA

Il mercato c’è, scrive Bloomberg. Ma non sarà facile per le startup europee di batterie riuscire a competere con produttori già affermati e in possesso dell’expertise, come CATL, LG Energy, Panasonic o Tesla.

CATL ad esempio, il più grande produttore di batterie ricaricabili, investirà 12 miliardi di dollari per dotarsi di nuovi 230 gigawattora di capacità in tutto il mondo entro i prossimi cinque anni. Già rifornisce praticamente ogni principale azienda di veicoli elettrici; quest’anno, peraltro, inizierà a produrre in Germania.

Poi c’è Tesla, che è già il maggiore produttore di veicoli elettrici, con circa mezzo milione di auto vendute l’anno scorso, e ha intenzione di espandersi in Europa, in Germania, dove assemblerà la sua Model Y e produrrà batterie.

NORTHVOLT, MA NON SOLO

Tra le startup europee, Northvolt – fondata peraltro da ex-dirigenti di Tesla – è nettamente quella in vantaggio sulle altre. Ha un accordo di fornitura da 14 miliardi di dollari con Volkswagen, un altro con BMW, e ha intenzione di avviare la produzione su larga scala nel nord della Svezia. L’amministratore delegato Peter Carlsson ha detto che Northvolt vuole concentrare nelle sue mani il 25 per cento del mercato europeo delle batterie entro il 2030.

La britannica Britishvolt, invece, inizierà quest’anno la costruzione di una fabbrica da 2,6 miliardi di sterline nell’Inghilterra nordorientale, che dovrebbe iniziare le attività nel 2023. Il sito utilizzerà energia idroelettrica dalla Norvegia ed energia eolica dal mare del Nord.

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