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Il blackout è colpa delle rinnovabili? Tabarelli: “Se sì bisogna renderle più stabili”

Il clima e l’incendio alle linee di importazione dell’elettricità dalla Francia non sono i veri responsabili del blackout che ha colpito ieri la Penisola Iberica, secondo Tabarelli. Le rinnovabili potrebbero avere giocato un ruolo importante…

Le rinnovabili potrebbero avere un ruolo nel blackout di ieri. “L’unica certezza è che si è trattato di un evento eccezionale. E serviranno settimane per comprenderne le cause”, spiega Davide Tabarelli, presidente Nomisma Energia, in un’intervista a La Stampa, esprimendo dubbi sul fatto che il blackout nella Penisola Iberica sia stato causato dall’incendio di linee elettriche francesi o da variazioni estreme di temperatura.

TABARELLI: “ESCLUDO CHE LA CAUSA DI TUTTO SIA L’INCENDIO IN FRANCIA”

Il blackout che ieri ha lasciato al buio e paralizzato la Penisola Iberica non può essere stato causato solamente dall’incendio di alcune linee di importazione dell’elettricità dalla Francia, secondo Tabarelli. “L’origine di questo incidente deve ancora essere chiarita”, aggiunge.

BLACKOUT, LE RINNOVABILI POTREBBERO AVERE UN RUOLO

L’instabilità delle rinnovabili potrebbero avere un ruolo nel blackout di ieri, secondo Tabarelli, ma guai a demonizzarle. La vera sfida è renderle più stabili, secondo Tabarelli.

“La Spagna è da tempo sotto i riflettori proprio per la rivoluzione energetica in corso: sta puntando molto sulle energie rinnovabili, che sono per loro natura più instabili e difficili da gestire con le attuali infrastrutture». (…) Certo l’instabilità che deriva dalle rinnovabili è un fenomeno che tutta l’Europa studia ogni giorno. Demonizzarla, però, sarebbe sbagliato oltre che inutile”, ha detto il Presidente di Nomisma Energia a La Stampa, aggiungendo che “neutralizzare qualsiasi tipo di incidente è impossibile”.

LA GIUSTIFICAZIONE DEL CLIMA NON CONVINCE

Ren, uno dei principali gestori portoghesi, ha dato la colpa ai guasti che si sono susseguiti sui sistemi elettrici, provocati da variazioni estreme di temperatura. Una spiegazione che non convince però Tabarelli.

“Dare la colpa alle oscillazioni del termometro, insomma, mi sembra tanto una scusa. Le temperature sul territorio spagnolo non hanno subito variazioni così particolari rispetto agli ultimi anni. Invece, stiamo parlando di un blackout a cui non assistevamo da decenni». (…) «Penso alla grande domanda di energia elettrica negli Stati Uniti che negli Anni 70 aveva provocato non pochi problemi: il blackout più clamoroso risale al ‘73”, si legge su La Stampa.

TABARELLI: ITALIA NON A RISCHIO MA L’UE DEVE COLLABORARE PER MIGLIORARE LA FORNITURA DI ENERGIA

Serve collaborazione tra gli Stati dell’Ue per migliorare la fornitura di energia, evitando che un Paese rimanga al buio e isolato, secondo Tabarelli. Il rischio oggi per il nostro Paese è basso oggi, nonostante l’aumento esponenziale della domanda elettrica, sottolinea il Presidente di Nomisma Energia.

“La domanda è sì in continua crescita, ma non si stanno più registrando i picchi di qualche anno fa. La produzione di energia elettrica avviene prevalentemente attraverso il gas: produzione che è programmabile e quindi più facile da gestire. Ma il rischio zero, in Italia e non solo, non esiste»”, dice il presidente di Nomisma Energia.

IL POTENZIALE DEL GAS ITALIANO

L’Italia non può permettersi di non sfruttare il potenziale del gas made in Italy, secondo Tabarelli.

«Confermo quanto ripeto da tempo: non sfruttare il gas italiano, invece di importarlo, è una follia. Così dipendiamo ancora molto dall’estero, soprattutto le regioni del Nord del Paese, che sono poi le più energivore. In primis dalla Francia e dal suo nucleare: un tema attorno a cui si discute da anni, ma senza che si arrivi a prendere una decisione. Nel mondo ci sono 450 reattori funzionanti, la maggior parte in Russia e in Cina. È arrivato il momento che anche le democrazie riconsiderino le potenzialità di questi impianti». (…) «Sì, ma le centrali si sono dovute fermare proprio per l’interruzione di corrente. A dimostrazione del fatto che è difficile scongiurare qualsiasi tipo di incidente».

SFUMA LA PISTA HACKER?

Più passa il tempo più la pista hacker sembra sfumare.

“Per il semplice fatto che, se ci fosse la mano di un gruppo di hacker dietro a tutto questo, nel giro di qualche ora sarebbero emerse le prime evidenze”, spiega Tabarelli.

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